Mortadella zero chimica
«Suprema
Fiorucci. Zero chimica, 100 per cento naturale» recita lo slogan. Il tipico
messaggio pubblicitario che fa salire il sangue alla testa a un chimico come
me.
[…]
Che cosa significa che una mortadella è «100 per cento naturale?» Non mi
risulta che esistano alberi su cui crescono mortadelle pronte da staccare,
affettare e mettere nel panino. E come scienziato non sopportavo che la parola «chimica»
venga usata in senso dispregiativo.
Che
cosa vuol dire «zero chimica»? Forse che nella mortadella Fiorucci non ci sono
molecole? Notate che la pubblicità non dice «zero additivi» o «zero
conservanti», come accade per prodotti di altre marche, visto che alcuni
consumatori preferiscono non acquistare salumi contenenti conservanti come il
nitrito di sodio (E250). In quel caso potremmo discutere dei pro e contro di
quella scelta. Nel nostro corpo i nitriti possono trasformarsi in composti
cancerogeni chiamati nitrosammine. I limiti stabiliti dalla normativa servono a
evitare che un consumo costante nel tempo faccia aumentare il rischio di
contrarre alcuni tipi di cancro.
Ma
se queste sostanze possono procurare problemi, perché sono permesse? Il fatto è
che, per il piacere di addentare un panino con il salame o la mortadella,
accettiamo di ingerire anche una minima quantità di conservanti: un piccolo
rischio per sfuggire al rischio peggiore di contrarre il botulino. Certo, con
le moderne tecnologie di preparazione degli alimenti possiamo sentirci
abbastanza al sicuro, ma non del tutto. Non
volete esporvi né al rischio di contrarre il cancro né a quello di prendervi il
botulino? Non c’è problema: non mangiate salame, mortadella, speck o altri salumi che solitamente contengono
nitrati o nitriti. Controllate le etichette: nel prosciutto crudo, per esempio, si
usa conservante soltanto il sale.
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