da: la Repubblica
Sarebbe bello se l’ultimo gesto della
gestione Moratti fosse telefonare al tifoso Edoardo Brugnatelli e a suo figlio
e chiedere scusa, anche a nome del calcio italiano. Brugnatelli ha scritto alla
cronaca milanese di Repubblica:
ha comperato due abbonamenti senza rendersi conto che erano troppo vicini alla curva occupata dagli ultrà. Va al Meazza per vedere Inter-Juve e trova occupati i suoi due posti. Chiede prima allo steward, e nei giorni successivi alla società Inter, che cosa deve fare per rientrare in possesso di ciò che ha già pagato. La risposta è: chieda ai capi degli ultras. Poi, per colmo dello sberleffo, la squalifica per razzismo della intera curva. Punito anche lui, che non c’entra nulla.
Sono già state spese parole a milioni, sugli stadi italiani. La verità, banale e insopportabile, è che sono come i quartieri di mafia o di camorra: extralegali, e governati da capi cosca. Sono le società di calcio che vendono gli abbonamenti (e incassano i soldi). Ma nei settori dello stadio governati dagli ultras, sono gli ultras a decidere chi può entrare e chi no, dove sedersi e dove non sedersi. Come se in ogni cinema e in ogni teatro d’Italia ci fossero alcune file di poltrone a disposizione di una micromalavita che le gestisce in subappalto. Da quanti anni? E per quanti altri anni?
ha comperato due abbonamenti senza rendersi conto che erano troppo vicini alla curva occupata dagli ultrà. Va al Meazza per vedere Inter-Juve e trova occupati i suoi due posti. Chiede prima allo steward, e nei giorni successivi alla società Inter, che cosa deve fare per rientrare in possesso di ciò che ha già pagato. La risposta è: chieda ai capi degli ultras. Poi, per colmo dello sberleffo, la squalifica per razzismo della intera curva. Punito anche lui, che non c’entra nulla.
Sono già state spese parole a milioni, sugli stadi italiani. La verità, banale e insopportabile, è che sono come i quartieri di mafia o di camorra: extralegali, e governati da capi cosca. Sono le società di calcio che vendono gli abbonamenti (e incassano i soldi). Ma nei settori dello stadio governati dagli ultras, sono gli ultras a decidere chi può entrare e chi no, dove sedersi e dove non sedersi. Come se in ogni cinema e in ogni teatro d’Italia ci fossero alcune file di poltrone a disposizione di una micromalavita che le gestisce in subappalto. Da quanti anni? E per quanti altri anni?
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