martedì 10 settembre 2013

Cinema: Hollywood, sempre più inglese…

da: Lettera 43

Gli attori inglesi che spopolano a Hollywood
Da Ed Westwick a Tom Felton. Dopo Colin Firth e Hugh Grant una nuova generazione di volti britannici sta conquistando il grande schermo. E mettendo nell'ombra la fama dei divi made in Usa.
di Lara Ferrari



Mettetevi comodi e godetevi il cinema della Union Jack. I tempi sono maturi per sostituire questa sigla alla stra abusata “cinema stelle e strisce”. Sul grande schermo vige la prevalenza dell'inglese. Sembra ieri che correvano le immagini di Il discorso del Re con il divo amato dalle donne Colin Firth. Ebbene, l'attore - Mr. Darcy nella serie Bridget Jones - non è più di primo pelo, anche se qualcuna potrebbe obbiettare che questo signore così charming è come il buon vino.


L'ARMATA DELLE NUOVE LEVE. Adesso sono le nuove leve a dominare, e il ricambio nel cinema britannico avviene al ritmo di una faccia al mese, al contrario di quanto succede Oltreoceano dove, al di là dell'avvicendamento tra Brad Pitt e Ian Somerhalder, non si riesce ad andare.
Sembra alludere a questa defaillance la recentissima foto che ritrae Tom Hiddleston, nato a Westminster, e Cookie Monster. Un Tom sornione guarda l'obbiettivo del fotografo e mastica il biscotto rubandolo alla creatura dei Muppets. Come a dire, voi avete pupazzi ed eventi come il Comic-Con, ma noi siamo la culla di Shakespeare. Insomma, per la recitazione venite oltre Manica.
IL PASSAGGIO GENERAZIONALE. Così, seguendo la logica del ricambio, Firth ha lasciato il passo al più aitante Andrew Garfield, al beatlesiano Jim Sturgess, al diafano Tom Felton, al lanciatissimo Eddie Redmayne, appena premiato al Giffoni Festival per il ruolo di Marius Pontmercy in Les Misérables e prossimo a interpretare il nuovo film dei fratelli Wachowski, nonché il biopic sullo scienziato Stephen Hawking (riprese a settembre).
I GIOVANISSIMI SU CUI PUNTARE. Che effetto farà, invece, a Hugh Grant, vedersi sorpassare in ordine di gradimento da Nicholas Hoult, il ragazzino di About a Boy, film del 2002 in cui recitavano uno accanto all'altro? Al pari di Redmayne, Ed Westwick, faccia da bullo che le giovanissime conoscono per Gossip Girl, ha il talento del canto, mentre Ben Wishaw si inserisce nella lista d'oro dei giovani su cui puntare, dopo un Amleto adolescente, l'interpretazione di Keith Richards che ha strapazzato i suoi più delicati lineamenti e soprattutto il Q di Skyfall, a fianco di Daniel Craig, un altro che, seppure con il cannocchiale elettronico di James Bond, deve guardarsi dall'assalto delle ultime generazioni.
Il passaggio del testimone tra vecchia e nuova guardia era già stato sancito dalla tripla copertina firmata Annie Leibovitz nel 2012 per Vanity Fair America, intitolata England, che decideva l'alternanza tra americani e britannici nel cuore degli spettatori, a favore dei secondi.

Dal teatro alle produzioni cinematografiche internazionali
Uno di quei segni preoccupanti di crisi che a Hollywood sono bravi a individuare. Ma non a cogliere e sfruttare. Insomma, l'inglese tira più dell'americano, visibilmente in affanno. E nella foto della Leibovitz sono ritratti gli esponenti ideali di questa british renaissance. Il nuovo vilain Benedict Cumberbatch e il collega Tom Hiddleston, non a caso protagonisti del grande successo di Steven Spielberg, War Horse, insieme all'altra stella britannica Jeremy Irvine.
PALCOSCENICI LONDINESI NEL CURRICULUM. Non si tratta solo di visi carismatici. La caratteristica che accomuna la maggior parte di loro è di avere calcato i palcoscenici londinesi nei panni di Amleto, Riccardo III, Enrico VIII. Volto che non si dimentica, Cumberbatch è londinese doc e Sherlock Holmes nella serie tivù  della Bbc.
Zigomi altissimi, narici strette, occhi obliqui color ghiaccio, più che affascinare spaventa. Eppure, o proprio per questo, è diventato uno degli attori più richiesti nelle produzioni cinematografiche internazionali. Lo vedremo nel nuovo film di Steve McQueen 12 Years a Slave, accanto a Brad Pitt e Michael Fassbender, e in una delle parti più invidiate del decennio, quella di Julian Assange in The Fifth Estate. I suoi fan più accaniti si fanno chiamare Cumberbatched, che fa il paio con gli Hiddlestoners, i devoti dell'amico e collega Tom Hiddleston.
COLTO E DI BUONA FAMIGLIA. Svettante, dall'alto del suo metro e 90, il Loki di The Avengers e di Thor è anche di una certa levatura intellettuale. Reduce da Only Lovers Left Alive, ultimo lungometraggio vampiresco di Jim Jarmush, presentato a Cannes in un completo blu che lo faceva assomigliare a un Piccolo principe cresciuto, Tom è nato da una famiglia upper class, ha studiato a Eton e si è laureato a Cambridge. Qui interviene il pedigree, che può manifestarsi in una goccia di sangue blu o nell'appartenenza all'alta borghesia di Londra.
IMPEGNATI NEL SOCIALE E IN RETE. Questo dettaglio accomuna Hiddleston a Ralph Fiennes, che vanta una parentela con il Principe Carlo. Fiennes, della generazione precedente, ha diretto Coriolano al cinema. A teatro il prossimo dicembre il dramma sarà recitato da Tom Hiddleston, sul palco della Donmar House. Tom sarà inoltre Robert Capa nel film Close Enaugh. Impegnato in prima persona nell'Unicef  in Gran Bretagna, ha aderito alla campagna 'Vivere sotto la linea', in Africa con un dollaro al giorno, pubblicando su Twitter il diario della sua missione. Sarà un desiderio di espiazione, da parte di chi ha avuto tutto? In attivo Hiddleston ha 605.693 follower, 72.818 sono invece quelli del profilo ufficiale di Cumberbatch, ma solo perché non è lui ad amministrarlo!
Negli States di così attivi hanno Joseph Gordon-Levitt e James Franco, che tra regie e spot milionari non sta fermo un secondo.
Intanto, Ed Westwick e Alex Pettyfer sono stra quotati per interpretare il Christian Grey delle 50 Sfumature di grigio, l'adattamento del romanzo di E. L. James che arriverà negli Usa il 1 agosto 2014. In Inghilterra è già conto alla rovescia. Dal Regno Unito, la colonizzazione della Mecca del cinema continua. 
 

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