L’ansia dei conservanti
Tornando
alla pubblicità della mortadella, il messaggio non dice «zero nitriti» ma «zero
chimica». E io mi arrabbio, perché sfrutta a scopi commerciali l’immagine
negativa della chimica senza fornire informazioni realmente utili al consumatore,
e allo stesso tempo alimenta l’avversione verso questa disciplina scientifica,
come se noi chimici fossimo tutti avvelenatori. E’ una frase stupida, ma
evidentemente qualcuno la pensa diversamente, visto quanto dichiara Luca
Fiumarella, direttore marketing di Fiorucci:
Obiettivo
della campagna è consolidare ulteriormente l’immagine di un brand già leader,
comunicando le caratteristiche della nuova Suprema 100 per cento naturale. Una
novità assoluta nel mondo dei salumi, perché permette al consumatore di
abbandonarsi al gusto e al piacere di una buonissima mortadella senza farsi
prendere dall’ansia dovuta alla presenza di conservanti o altri elementi
chimici visti come nemici della nostra salute. Suprema 100 per cento naturale,
infatti, è una proposta perfettamente in linea con i trend emergenti di consumo
che premiano prodotti completamente naturali; la risposta «giusta» alla
crescente richiesta dei consumatori, sempre più alla ricerca del benessere
senza tuttavia rinunciare al gusto!
Hai
capito, caro consumatore? Non ti devi far prendere dall’ansia dei conservanti,
e non ti spiego neanche perché di solito si mettono. Puoi stare tranquillo: la
mortadella Fiorucci è più che naturale, è supernaturale.
Mentre
mi aggiro per il supermercato con il mio carrello la vedo finalmente sugli
scaffali e decido di acquistarla. Muoio dalla voglia di dare un’occhiata alla
lista degli ingredienti. E poi, magari è anche buona, chi lo sa. Prendo in mano
la confezione e sul davanti della busta trovo stampata la scritta «ingredienti
naturali». E sotto, tra parentesi e caratteri più piccoli: «Senza conservanti e antiossidanti di
origini chimica». Dal punto di vista scientifico è una frase priva di senso.
Tutto è chimica, perché ogni cosa è fatta di molecole. Le proprietà di una
sostanza non dipendono dal fatto che si trovi in natura o sia stata
sintetizzata in laboratorio, quindi specificare l’origine di una molecola non
fornisce nessuna informazione utile. Ecco perché sulla confezione non c’era
scritto «zero conservanti»: questa mortadella i conservanti li contiene, solo
che il consumatore non li vuole vedere neanche di striscio, quindi conviene
dirgli che si tratta di una sostanza naturale. Ora però sono proprio curioso di
capire che diavolo sono questi conservanti di «origine naturale». Giro la
confezione e leggo l’etichetta:
Ingredienti:
carne di suino, trippino di suino, sale, zucchero, spezie, aromi naturali.
Conservante (nitrito di sodio) di origine naturale. Antiossidante (acido
ascorbico) di origine naturale. Contiene sedano.
Nitrito
di sodio! Ma come! Allora mi prendono in giro. Che sia di origine naturale o
meno, è pur sempre nitrito di sodio, con le sue proprietà. Sarei curioso di
sapere quante persone, leggendo distrattamente solo le scritte grandi sulla
confezione, siano indotte a pensare che questa mortadella non contenga
conservanti, e in particolare il nitrito di sodio.
In
pratica, che cosa significa che il nitrito di sodio impiegato è di «origine
naturale»? Cioè, da chimico mi chiedo: come fanno? Cosa ci mettono? L’azienda
non lo spiega e noi possiamo soltanto fare delle ipotesi. Se io fossi un
tecnico alimentare dell’azienda, e un addetto al marketing – un creativo, come li chiamano ora – venisse
a chiedermi non di evitare i conservanti (nessuno vuole che i consumatori si
prendano il botulino), ma di reperirli «in modo naturale» per poter sfruttare
l’idea a scopo pubblicitario, cercherei di inventarmi qualcosa. Per esempio,
potrei utilizzare alcuni tipi di vegetali, come gli spinaci o il sedano, che
sono naturalmente ricchi di nitriti e
nitrati. Li assorbono dalla terra e dai fertilizzanti. Sarà per questo che
nell’etichetta della mortadella è indicato il sedano? Forse è stato aggiunto
all’impasto un estratto di sedano particolarmente ricco di nitriti. Non è dato
saperlo. Immagino sia un segreto industriale.
Anche
dell’antiossidante si dice che è di origine naturale. Sarà, ma è pur sempre
acido ascorbico, cioè innocua vitamina C. Non capisco perché si dovrebbe avere
paura di questa sostanza, è perché uno dovrebbe prendersi la briga di
specificare l’origine. Bè, un motivo c’è, ovviamente, ma non è di natura
scientifica. Ci sono persone che subiscono il fascino irresistibile del termine
«naturale», e la pubblicità se ne avvantaggia.
Insomma,
nella mortadella Fiorucci i nitriti ci sono eccome. Quanti consumatori sono
stati indotti dalla campagna promozionale a pensare che non contenga
conservanti? Quasi sempre la parola «chimica» assume una connotazione negativa
quando è associata agli alimenti, come se fosse sinonimo di veleni e sostanze
pericolose. Invece di ricorrere a diciture ridicole come «nitriti di origine
naturale», l’azienda potrebbe dichiarare quanti ne contiene la sua mortadella.
Così
fornirebbe un’informazione utile al consumatore.
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