da: La Presse
Strage
di cristiani a Peshawar: kamikaze in chiesa uccidono 75 persone
Almeno 75 persone sono morte e altre 110
sono state ferite a Peshawar, in Pakistan, a causa di un duplice attentato
suicida in una chiesa. L'azione è stata rivendicata dal gruppo estremista Jundullah, legato ai talebani in Pakistan, che in
una telefonata effettuata da un portavoce ha dichiarato: "Tutti i non
musulmani in Pakistan sono nostro obiettivo e lo resteranno sino a quando
l'America non smetterà gli attacchi con droni nel nostro Paese". In
precedenza il gruppo Jundullah ha rivendicato la responsabilità di attacchi ai
musulmani sciiti nella provincia del Balucistan. Si tratta del più grave
attacco alla minoranza cristiana nel Paese da anni.
Tra le vittime
ci sono molte donne e bambini. Due
kamikaze si sono fatti esplodere mentre la folla dei fedeli usciva da una
storica chiesa del distretto Kohati Gate, per ottenere un pasto gratuito di
riso. All'interno dell'edificio
religioso si trovavano circa 400 persone. I
testimoni hanno raccontato di aver sentito due esplosioni, la seconda più
potente, e un ufficiale di polizia ha dichiarato di ritenere che entrambe siano
state causate da kamikaze. Ha aggiunto che parti dei loro corpi sono state
ritrovate e sono in corso analisi. Intanto, nell'ospedale locale è emergenza
perché non sono disponibili bare sufficienti per tutte le vittime e letti per i
feriti, hanno spiegato le autorità.
Intanto, centinaia di cristiani hanno protestato nelle strade di Karachi, in
Pakistan, a seguito dell'attentato. I dimostranti hanno scandito slogan e
bruciato gomme nelle strade. "Sebbene il governo sostenga di essere dalla
parte delle minoranze, continuiamo a essere perseguitati", ha detto uno
dei partecipanti alle proteste, Tariq Masih. "Abbiamo bisogno di giustizia",
ha aggiunto. Protesta anche il vescovo di Peshawar, Sarfarz Hemphray,
annunciando tre giorni di lutto. Accusa il governo e le agenzie di sicurezza di
non proteggere la minoranza cristiana: "Se il governo mostra volontà, può
controllare il terrorismo". "Abbiamo chiesto alle autorità - spiega -
di aumentare la sicurezza, ma non ci hanno dato retta".
Il premier pakistano Nawaz Sharif ha
condannato l'attentato in una nota inviata ai giornalisti: "I terroristi
non hanno religione, prendere di mira persone innocenti è contrario agli
insegnamenti dell'islam e di tutte le religioni". Inoltre, Sharif afferma
che "simili atti crudeli di terrorismo riflettono la brutalità e la
mentalità disumana dei terroristi".
L'ultimo attacco con droni Usa risale a
stamattina. Missili lanciati da un velivolo senza pilota hanno colpito due
edifici situati a breve distanza nel Waziristan del nord, uccidendo sei
sospetti militanti, hanno fatto sapere fonti dell'intelligence di Islamabad, a
condizione di anonimato. Gli ufficiali pakistani condannano abitualmente le
azioni condotte con droni, definendole una violazione della sovranità del
Paese.
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