da: Lettera 43
Slot
machine, l'Imu salva la lobby
Frodi.
Mafia. Business. Chi controlla l'affare delle macchinette. Che il governo aiuta
con un maxi condono.
di Marco
Mostallino
Raggirare il fisco, non pagare 2 miliardi e
mezzo di tasse, sottrarsi ai controlli del ministero dell'Economia oggi è un
buon affare. È un buon affare ai tempi del governo di Enrico Letta, il premier
che – per coprire le spese della cancellazione dell'Imu – ha inserito nel
provvedimento un condono tombale per le imposte non versate dalle 10 società
che in Italia controllano circa 200 mila slot machine sparse per bar, sale
giochi e punti di ristoro. Un colpaccio, un jackpot che permette ai gestori –
alcuni dei quali in odore, e anche più, di mafia – di saldare con appena 600
milioni di euro un debito con l'erario pari a 2,5 miliardi. I beneficiari di questa
operazione sono in gran parte personaggi già noti per casi di evasione fiscale
o per essere imprenditori vicini a esponenti del Partito democratico.
LA FURBATA DELLA SPINA STACCATA. Il
trucco per nascondere il giro d'affari
era semplice e conosciuto da tutti,
tanto che tre funzionari dei monopoli di Stato sono finiti anch'essi a giudizio
per aver facilitato, o quanto meno chiuso gli occhi, sul grande imbroglio
perpetrato per anni - la condanna in Corte dei conti risale a fatti commessi
tra il 2004 e il 2006 -, quando ben 130 mila mangiasoldi su 200 mila dislocate
in Italia non erano collegate al sistema informatico statale (gestito dalla
società pubblica Sogei) che avrebbe dovuto monitorare le giocate e tenere conto
degli incassi.
Invece nulla, spina staccata e quattrini
nascosti nelle tasche di 10 società italiane e straniere, alcune con sedi nei
paradisi fiscali: si tratta di Sisal Slot, Cogetech, Gamenet, Hbg, Snai,
Gmatica, Gtech, Cirsa Italia, Codere e, caso forse più clamoroso di tutti,
Bplus del faccendiere Francesco Corallo.
IL GIOCO NELLE MANI DELLA MAFIA. Francesco
Corallo, patron di Bplus, è oggi agli arresti domiciliari in Italia dopo
una lunga latitanza a Santo Domingo. Francesco ha un papà illustre, il boss di
Cosa nostra Gaetano Corallo, condannato per aver fatto da tramite tra la cosca
mafiosa dei Santapaola e il gioco d'azzardo in Lombardia: una famiglia
specializzata quindi nelle scommesse sporche, e che dal governo Letta
riceve ora una sorta di premio per queste sue attività: la Bplus deve allo
Stato 845 milioni di euro, ma se la caverà con appena 211 milioni. E,
soprattutto, Corallo potrà sbloccare la vendita della società alla spagnola
Codere (già presente nelle slot italiane) o alla britannica Hbg, entrambe
interessate a rilevare Bplus ma ferme in attesa del condono.
Così
Bplus torna appetibile agli occhi degli acquirenti
Il giochino che favorisce il figlio del
boss, ai domiciliari per prestiti irregolari nel caso Bpm (società coinvolta
nelle inchieste toscane su Protezione civile e appalti), è semplicissimo. Bplus
si ripulirà del debito col fisco con appena 211 milioni e sarà quindi più
appetibile per gli acquirenti, che la valutano attorno ai 500 milioni.
115 MILIONI NASCOSTI AL FISCO.Codere e Hbg
a loro volta reperiranno il denaro necessario all'operazione in parte grazie ai
regali di Enrico Letta e del ministro Saccomanni: gli spagnoli, che al Fisco
italiano hanno nascosto 115 milioni di euro, se la caveranno con appena 28,7 di
condono, mentre gli inglese pagheranno all'erario la miseria di 50 milioni di
euro invece dei 200 dovuti.
La differenza andrà nelle tasche di
Corallo, il quale alla fine della fiera avrà risparmiato un bel po' di milioni
di tasse e venderà la sua creatura a chi avrà fatto cassa frodando il fisco
italiano. Il tutto grazie al condono tombale di Letta e Saccomanni.
LO STATO PERDE QUASI 2 MILIARDI. In
sostanza, il regalo che il governo di larghe intese fa ai gestori delle slot
machine fantasma è pari a quasi 2 miliardi, ovvero la differenza tra i 2,5
miliardi dovuti e gli appena 600 che verranno pagati: per coprire questo
mancato incasso, Letta ha già spiegato che verranno effettuati tagli alle forze
di polizia, ai vigili del fuoco e alla lotta all'evasione fiscale, perché alla
caccia agli evasori si è nei fatti preferito il condono tombale.
Gli
evasori e l''amicizia' con il Partito democratico
Sono anche altri i beneficiari della
benevolenza di Letta (la quale si tradurrà in pesanti tagli ai servizi per i
cittadini). A partire dalla Cirsa (spagnola, che paga 30 milioni invece di
120): si tratta di una società amica del Pd italiano, il quale le ha affidato i
banchetti della tombola durante alcune feste dell'Unità. Poi c'è la Gtech di
Antonio Porsia, un faccendiere al quale la guardia di finanza ha sequestrato
quest'anno beni mobili e immobili (in parte intestati a soci) per 14 milioni di
euro, frutto di una “fuga” fiscale in Lussemburgo.
Porsia, specialista di queste situazioniborderline, pagherà appena 25
milioni contro i 100 dovuti dalla Gtech al Fisco.
UN RETICOLO DI SOCIETÀ CON SEDE IN SVIZZERA. Ancora, a godere del regalo
di Enrico Letta saranno il gigante delle scommesse Sisal, che pagherà 61
milioni contro i 245 dovuti, la Gmatica (37 milioni contro 150), ben nascosta
in un reticolo di società con sede in Svizzera, la Snai di Andrea Bonomi
(azionista della Popolare di Milano), che dovrà versare 52 milioni invece di
210, e la Cogetech, sempre controllata dalla famiglia Bonomi, che si ripulirà
versando solamente 63 milioni e spiccioli al posto del 250 dovuti secondo la
Corte dei conti.
E, infine, tra i salvati c'è la Gamenet, controllata dal banchiere Vittorio
Pignati, anch'esso vicino al Pd per essere stato consulente del cosiddetto
“capitalista democratico” Roberto Colaninno (padre del parlamentare Matteo, Pd)
quando quest'ultimo prese il controllo di Telecom Italia.
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