mercoledì 4 settembre 2013

Governo Napolitano, pardon..Letta: l’Imu salva le slot machine

da: Lettera 43

Slot machine, l'Imu salva la lobby
Frodi. Mafia. Business. Chi controlla l'affare delle macchinette. Che il governo aiuta con un maxi condono.
di Marco Mostallino

Raggirare il fisco, non pagare 2 miliardi e mezzo di tasse, sottrarsi ai controlli del ministero dell'Economia oggi è un buon affare. È un buon affare ai tempi del governo di Enrico Letta, il premier che – per coprire le spese della cancellazione dell'Imu – ha inserito nel provvedimento un condono tombale per le imposte non versate dalle 10 società che in Italia controllano circa 200 mila slot machine sparse per bar, sale giochi e punti di ristoro. Un colpaccio, un jackpot che permette ai gestori – alcuni dei quali in odore, e anche più, di mafia – di saldare con appena 600 milioni di euro un debito con l'erario pari a 2,5 miliardi. I beneficiari di questa operazione sono in gran parte personaggi già noti per casi di evasione fiscale o per essere imprenditori vicini a esponenti del Partito democratico.
LA FURBATA DELLA SPINA STACCATA. Il trucco per nascondere il giro d'affari
era semplice e conosciuto da tutti, tanto che tre funzionari dei monopoli di Stato sono finiti anch'essi a giudizio per aver facilitato, o quanto meno chiuso gli occhi, sul grande imbroglio perpetrato per anni - la condanna in Corte dei conti risale a fatti commessi tra il 2004 e il 2006 -, quando ben 130 mila mangiasoldi su 200 mila dislocate in Italia non erano collegate al sistema informatico statale (gestito dalla società pubblica Sogei) che avrebbe dovuto monitorare le giocate e tenere conto degli incassi.
Invece nulla, spina staccata e quattrini nascosti nelle tasche di 10 società italiane e straniere, alcune con sedi nei paradisi fiscali: si tratta di Sisal Slot, Cogetech, Gamenet, Hbg, Snai, Gmatica, Gtech, Cirsa Italia, Codere e, caso forse più clamoroso di tutti, Bplus del faccendiere Francesco Corallo.
IL GIOCO NELLE MANI DELLA MAFIA. Francesco Corallo, patron di Bplus, è oggi agli arresti domiciliari in Italia dopo una lunga latitanza a Santo Domingo. Francesco ha un papà illustre, il boss di Cosa nostra Gaetano Corallo, condannato per aver fatto da tramite tra la cosca mafiosa dei Santapaola e il gioco d'azzardo in Lombardia: una famiglia specializzata quindi nelle scommesse sporche, e che dal governo Letta riceve ora una sorta di premio per queste sue attività: la Bplus deve allo Stato 845 milioni di euro, ma se la caverà con appena 211 milioni. E, soprattutto, Corallo potrà sbloccare la vendita della società alla spagnola Codere (già presente nelle slot italiane) o alla britannica Hbg, entrambe interessate a rilevare Bplus ma ferme in attesa del condono.

Così Bplus torna appetibile agli occhi degli acquirenti
Il giochino che favorisce il figlio del boss, ai domiciliari per prestiti irregolari nel caso Bpm (società coinvolta nelle inchieste toscane su Protezione civile e appalti), è semplicissimo. Bplus si ripulirà del debito col fisco con appena 211 milioni e sarà quindi più appetibile per gli acquirenti, che la valutano attorno ai 500 milioni.
115 MILIONI NASCOSTI AL FISCO.Codere e Hbg a loro volta reperiranno il denaro necessario all'operazione in parte grazie ai regali di Enrico Letta e del ministro Saccomanni: gli spagnoli, che al Fisco italiano hanno nascosto 115 milioni di euro, se la caveranno con appena 28,7 di condono, mentre gli inglese pagheranno all'erario la miseria di 50 milioni di euro invece dei 200 dovuti.
La differenza andrà nelle tasche di Corallo, il quale alla fine della fiera avrà risparmiato un bel po' di milioni di tasse e venderà la sua creatura a chi avrà fatto cassa frodando il fisco italiano. Il tutto grazie al condono tombale di Letta e Saccomanni.
LO STATO PERDE QUASI 2 MILIARDI. In sostanza, il regalo che il governo di larghe intese fa ai gestori delle slot machine fantasma è pari a quasi 2 miliardi, ovvero la differenza tra i 2,5 miliardi dovuti e gli appena 600 che verranno pagati: per coprire questo mancato incasso, Letta ha già spiegato che verranno effettuati tagli alle forze di polizia, ai vigili del fuoco e alla lotta all'evasione fiscale, perché alla caccia agli evasori si è nei fatti preferito il condono tombale.

Gli evasori e l''amicizia' con il Partito democratico

Sono anche altri i beneficiari della benevolenza di Letta (la quale si tradurrà in pesanti tagli ai servizi per i cittadini). A partire dalla Cirsa (spagnola, che paga 30 milioni invece di 120): si tratta di una società amica del Pd italiano, il quale le ha affidato i banchetti della tombola durante alcune feste dell'Unità. Poi c'è la Gtech di Antonio Porsia, un faccendiere al quale la guardia di finanza ha sequestrato quest'anno beni mobili e immobili (in parte intestati a soci) per 14 milioni di euro, frutto di una “fuga” fiscale in Lussemburgo.
Porsia, specialista di queste situazioniborderline, pagherà appena 25 milioni contro i 100 dovuti dalla Gtech al Fisco.
UN RETICOLO DI SOCIETÀ CON SEDE IN SVIZZERA. Ancora, a godere del regalo di Enrico Letta saranno il gigante delle scommesse Sisal, che pagherà 61 milioni contro i 245 dovuti, la Gmatica (37 milioni contro 150), ben nascosta in un reticolo di società con sede in Svizzera, la Snai di Andrea Bonomi (azionista della Popolare di Milano), che dovrà versare 52 milioni invece di 210, e la Cogetech, sempre controllata dalla famiglia Bonomi, che si ripulirà versando solamente 63 milioni e spiccioli al posto del 250 dovuti secondo la Corte dei conti.
E, infine, tra i salvati c'è la Gamenet, controllata dal banchiere Vittorio Pignati, anch'esso vicino al Pd per essere stato consulente del cosiddetto “capitalista democratico” Roberto Colaninno (padre del parlamentare Matteo, Pd) quando quest'ultimo prese il controllo di Telecom Italia. 

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