giovedì 5 settembre 2013

Fisco: reddittometro in funzione


Dal 19 agosto è in attivazione il reddittometro.

Criterio di rilevazione  
I primi redditi sui quali si “accendono i riflettori” sono quelli del 2009, dichiarati nel 2010. Il sistema in questione dovrebbe ricostruire per ciascun contribuente le spese effettuate desunte dalle banche dati collegate all’Agenzia. Tali movimenti sono messi a confronto con il reddito dichiarato dal contribuente per quell’anno. Nel caso in cui la differenza tra costi ed entrate superi il 20% il “riflettore” si accende e scatta l’accertamento. Inizialmente, i controlli saranno effettuati sugli scostamenti più eclatanti.

Conseguenze degli accertamenti  
In caso di accertamento di uno scostamento superiore al 20% tra spese effettuate e reddito percepito - considerando come tale il reddito familiare complessivo - il contribuente sarà inviato a presentari all’Agenzia delle
Entrate per dare spiegazioni. Dovrà essere in grado di dimostrare come ha potuto sostenere una spesa non coerente con il reddito percepito (es. donazione, utilizzo di risparmi). Se le spiegazioni saranno accettate, non scatterà nessun contenzioso tra Fisco e contribuente.
Se, viceversa, il Fisco non dovesse ritenere consone le motivazioni addotte, scatterebbe una seconda fase di accertamenti più approfonditi nella quale il contribuente potrà oppore motivazioni logiche (non necessariamente prove documentali). Se anche al termine di questa fase il Fisco ritenesse ingiustificabili le spiegazioni fornite, si passerà alla terza fase: quella di accertamento formale.
L’Agenzia delle Entrate quantificherà il maggior reddito accertabile, stabilirà la maggiore imposta da pagare e chiederà al contribuente di aderire al pagamento delle somme richieste. Il contribuente dovrà pagare entro quindici giorni per avere le sanzioni ridotte, oppure avviare un contenzioso, ricorrendo alla giustizia tributaria.

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