lunedì 22 ottobre 2012

Pensioni, meno 35% rispetto al 2011: ma non è l’effetto riforma Fornero


da: la Repubblica

Crollo delle nuove pensioni
Meno 35% rispetto al 2011
nei primi nove mesi dell'anno gli assegni liquidati dall'Inps sono calati sotto le 200mila unità. Non si tratta però delle conseguenze della riforma Fornero, ma della finestra mobile e dello scalino scattati nel 2011. La flessione nel settore privato è stata del 37,4%

Crollo delle nuove pensioni nei primi nove mesi del 2012: gli assegni liquidati dall'Inps, compresi quelli dell'ex Inpdap, sono stati 199.555 con un calo del 35,5% rispetto ai 309.468 dello stesso periodo del 2011. Il dato è l'effetto della finestra mobile e dello scalino scattati nel 2011 mentre la riforma Fornero ha effetti dal 2013.
Il dato che tiene conto delle pensioni Inpdap, dal 2012 incorporato nell'Inps, è il risultato soprattutto dell'introduzione nel 2011 della finestra mobile (12 mesi di attesa per i dipendenti, 18 per gli autonomi una volta raggiunti i requisiti) e dello "scalino" previsto dalla riforma Damiano sempre per il 2011 per la pensione di anzianità con le quote (da 59 a 60 anni l'età minima a fronte di almeno 36 anni di contributi). Gli effetti della riforma Fornero invece si avvertiranno dal 2013 quando si esauriranno la gran parte delle uscite con le vecchie regole (chi ha raggiunto i requisiti entro il 2011 e poi ha atteso le finestre).
Nei primi nove mesi dell'anno, secondo i dati anticipati dall'Ansa, l'Inps ha liquidato 140.616 pensioni nel settore privato (-37,4% rispetto alle 224.869 erogate nello stesso periodo del 2011) e 58.939 nel settore pubblico, quello finora gestito dall'Inpdap, ora incorporato nell'Inps (-22,2% rispetto alle 84.599 erogate
nello stesso periodo del 2011). Nel complesso i nuovi assegni liquidati sono stati 110mila in meno rispetto a quelli liquidati nei primi nove mesi dell'anno scorso dai due enti.
L'età media di uscita dal lavoro nel settore privato è cresciuta di un anno (da 60,3 anni a 61,3 anni) mentre nel settore pubblico si è passati da 60,8 anni a 61,2 anni.
Il calo più consistente è stato registrato per le pensioni di anzianità nel privato (-44,1%) passate da 127.855 dei primi 9 mesi del 2011 a 71.491 dei primi nove mesi del 2012. Le pensioni di vecchiaia, sempre nel privato, sono diminuite del 28,7% passando da 97.014 a 69.125.
Sono diminuiti soprattutto i nuovi assegni per i lavoratori autonomi mentre per i dipendenti (sempre del privato) il calo è stato del 21,69% (da 132.801 nuove pensioni liquidate tra vecchiaia e anzianità nei primi nove mesi del 2011 a 103.996).
Per i coltivatori diretti il calo nel periodo è stato del 67,6% da 20.526 a 6.637 mentre per gli artigiani si è avuto un crollo del 59,6% (da 38.567 assegni a 15.580). Per i commercianti si è passati da 32.975 assegni liquidati a 14.403 (-56,3%). Nel complesso del settore privato (140.616 nuovi assegni) il risultato delle nuove pensioni è stato migliore anche rispetto al previsto (148.948 assegni per i primi 9 mesi). E' probabile, visto quanto accaduto nel 2011, che la percentuale di calo complessiva si rafforzi per la fine dell'anno.
Dall'anno prossimo si esauriranno le uscite di coloro che possono andare in pensione con le vecchie regole e si comincerà ad uscire con le regole previste dalla riforma Fornero. Per le donne dipendenti del settore privato bisognerà avere compiuto almeno 62 anni e tre mesi nel 2013 (o 62 anni nel 2012 ma a quel punto si poteva uscire con le regole precedenti avendone 61 nel 2011 e avendo quindi anche scavallato la finestra mobile).

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