venerdì 19 ottobre 2012

Il paese reale, lavoro: Ospedale San Raffaele di Milano, i dipendenti in sciopero il 24 ottobre 2012


Premesso che, il post: ‘“Attila” Rotelli: dove passa lui, non crescono posti di lavoro’ è stato uno dei più letti in settimana, riporto dai commenti:     

Contro Attila-Rotelli, contro l'attacco portato ai lavoratori dell'Ospedale San Raffaele di Milano, contro l'attacco alla qualità dell'assistenza, contro l'attacco agli utenti, ma soprattutto contro la volontà di speculare sulla pelle dei cittadini e dei dipendenti: Mercoledi 24 ottobre 2012 sciopero dei dipendenti dell'Ospedale San Raffaele di Milano, concentramento ore 8.30 sulla spianata dell'Ospedale.

Appello a tutti coloro che hanno a cuore questi temi.



2 commenti:

  1. Grazie!
    Certe cose...riusciamo a saperle....sicuramente non da RCS, dove il Signor Rotelli ha evidenti interessi a non farle pubblicare e..non vengono pubblicate!
    Era evidente che le cose che prima pubblicavano sull'Ospedale San Raffaele, venivano pubblicate perchè avevano interesse ...non a fare notizia..ma a ..svalutare ed allontanare il più possibile potenziali partecipanti alla gara per l'acquisto, vi faccio solo notare la campagna che è stata fatta nel momento in cui lo IOR ( Vaticano) era stato scelto/preferito da Don Verzè ....una campagna fatta ad arte !!
    Rotelle e De Bortoli smentiscano!

    I cittadini, l'utenza e tutta l'opinione pubblica devono sapere chi è il Signor Rotelli e cosa sta facendo all'Ospedale San Raffaele: Licenziamenti e profitti sulla pelle dei malati e dei dipendenti!

    Vi aspettiamo il 24 ottobre ore 8.30 sulla spianata dell'Ospedale

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  2. Di facciata e tardiva la nota che della Curia di Milano , già nel passato personalmente avevo richiesto un intervento in merito alla nostra vicenda con questa motivazione "Lavorare all'Ospedale San Raffaele è una colpa?. Appello per evitare i 450 licenziamenti" E' proprio vero...si è oltrepassato ogni limite e la Chiesa ambrosiana...continua in questo solco!

    http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/milano-chiesa-politica-19070/

    ... È stata anticipata oggi una nota che sarà pubblicata domani su «Milano 7», l’inserto ambrosiano del quotidiano «Avvenire», a firma di monsignor Luca Bressan, vicario dell’arcivescovo Angelo Scola per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale. Dopo aver giudicato importante e positivo il DDL anticorruzione, Bressan cita lo tsunami che ha sfaldato la politica italiana: «Senza volere anticipare giudizi e rispettando il giusto lavoro di indagine e di appuramento della verità che compete alla magistratura, gli scandali delle ultime settimane possono infatti essere interpretati come l’ennesimo segnale di una politica che ha smarrito la sua vocazione originaria: essere lo strumento che permette, attraverso il buon governo, la custodia e la difesa del bene comune, e soprattutto la tutela dei diritti dei più deboli».



    «Il fenomeno di una corruzione sempre più dilagante come pure le tracce di infiltrazioni di una criminalità organizzata sempre più diffusa in tutta la nazione – continua la nota del vicario episcopale ambrosiano – vanno letti non soltanto come segni dell’indebolimento del codice di moralità di singoli attori della politica (segnale di un degrado morale da condannare e combattere), ma più profondamente come il campanello di allarme che annuncia il grave stato di crisi del sistema politico nel suo insieme (segnale di un degrado ancora più grave e sistemico)».



    La Curia di Milano afferma che la scelta per qualche verso obbligata della politica come professione, e la coincidenza della sfera della politica con l’azione dei partiti, «hanno nei fatti innescato una spirale di delega di tutto ciò che è costruzione del legame sociale e cura del bene comune ad un settore autonomo, che si è via via costruito come un mondo a parte, autoreferenziale e sempre meno soggetto a regole e controlli».



    «La nostra vita sociale quotidiana – continua Bressan – si è così vista privata di un bene essenziale: la capacità e la volontà da parte di ognuno di interessarsi del bene di tutti». A questo impoverimento di azione «è corrisposto un impoverimento di valori: del singolo individuo, sempre meno capace di riconoscere le sue responsabilità personali nella costruzione del tessuto sociale, e tentato di operare una lettura del legame sociale in termini di pura utilità e mero profitto; della classe politica, che ha via via interpretato il suo ruolo in termini corporativi, impegnata nella difesa dei diritti di alcuni gruppi sociali, e non più interessata a custodire, a sostenere e a trasmettere i valori che stanno alla base della nostra identità culturale e nazionale».





    «In una parola – conclude la nota – si è persa la capacità di riconoscere il bene comune e i valori essenziali della persona umana come il fondamento e il collante del nostro vivere insieme; bene e valori da tutelare e sostenere con azioni politiche adeguate». Per questo la Chiesa ambrosiana «intende intensificare il suo sforzo educativo. Ogni cristiano, in un momento così delicato, deve essere educato a sentire in un modo ancora più forte la responsabilità che porta verso tutti gli uomini» e «ha il dovere di contribuire con le proprie energie alla costruzione di un’azione politica buona. I cristiani direttamente impegnati in politica, a maggior ragione».





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