da:
La Stampa
Denzel Washington: anche un drogato
può fare l’eroe
L’attore in “Flight”, pilota
cocainomane che salva i suoi passeggeri
“Zemeckis è davvero bravo, non
ti impone la morale della storia”
di Lorenzo Soria
Immaginate
un aereo di linea, un 737 per esempio, in volo con 96 passeggeri e sei membri
dell’equipaggio che di colpo non risponde più ai comandi. Ci sono problemi
meccanici, sta andando in picchiata e fuori controllo. Ma il pilota riesce a
capovolgere il velivolo sottosopra e a farlo planare, poi lo raddrizza un’altra
volta giusto in tempo per atterrare in un campo e alla fine il bilancio è di
soli sei morti e 96 sopravvissuti. Un miracolo. E il pilota verrebbe salutato
come un eroe. Ma se venisse fuori che è un alcolizzato? Anzi, che proprio
quella mattina prima di prendere i comandi aveva bevuto e già che c’era si era
fatto anche di erba e poi di cocaina per «tirarsi su»?
E‘
questo il dilemma morale di Flight, un film che segna il ritorno
all’azione «dal vivo» di Robert Zemeckis, dopo oltre dieci anni dedicati a film
girati con la tecnica del motion capturing. E che vede nella parte del
pilota che nega a se stesso
e al mondo i suoi problemi e che alla fine si
confronta con i suoi demoni Denzel Washington, un attore che ha quasi sempre
interpretato personaggi positivi (da Grida di libertà a Il
rapporto Pelican, da Il sapore della vittoria a Unstoppable-
Fuori controllo) ma il cui Oscar come migliore attore, per ironia, è arrivato
quando in Training Day ha recitato la parte di un poliziotto corrotto
e, come il pilota di Flight, drogato e alcolizzato. Ma ecco l’attore
afro-americano, che ha collezionato una seconda statuetta come non protagonista
con Glory. E’ più loquace del solito e sempre pronto alla battuta. Indossa
un paio di pantaloni neri e una camicia scura a quadretti.
Denzel, come si è preparato per questa
parte?
«Mi
creda, non vuole saperlo davvero! No, scherzo, in realtà più che a cosa
significa essere un alcolizzato ho pensato ai comportamenti di un uomo che nega
l’evidenza fino ad arrivare al punto di rottura. E a capire che cosa significa
voler iniziare una nuova vita».
Guardando il film a un certo punto
viene da chiedersi se in condizioni di sobrietà il suo capitano avrebbe avuto
la fantasia e il coraggio per eseguire la manovra che ha salvato
l’aereo.
«E’
uno dei dilemmi del film, e in questo Zemeckis è stato davvero bravo. Non ti
impone la morale della storia, non ti dice quello che devi provare, non
giudica».
Denzel, lei sembra sempre così
perfetto ma anche lei avrà o avrà avuto dei vizi….
«Io?
Diciamo che abbiamo tutti delle difficoltà nella vita. Ho visto coi miei occhi
molti attori che bevono prima di salire sul palco o nei set prima delle
riprese. Prima o poi abbiamo tutti i nostri demoni e le nostre battaglie per
combatterli».
Per questo film si è preparato come
pilota?
«Ho
passato vari giorni con un simulatore di un Md-80. Ti dà la sensazione che stai
volando davvero, senti la velocità, vedi l’orizzonte. Non è come volare un
aereo vero, ma mi è bastato per apparire sul set come uno che ci sa
fare».
Un pilota deve essere freddo.
Lei?
«Un
pilota deve addestrarsi e poi addestrarsi e poi addestrarsi ancora. Per noi
attori forse vale di più l’esperienza. Quando ero più giovane ero sempre molto
ansioso, ora non più».
Ci sono persone che la
intimidiscono?
«Nessuno.
Non vorrei sembrare arrogante, ma è così. Non penso in questi termini. Semmai
ci sono persone che mi eccita poter incontrare. Per esempio mi ecciterebbe un
giorno poter lavorare con Meryl Streep. O con Daniel Day Lewis. Ma non sarei
intimidito, forse un po’ nervoso».
Daniel Day-Lewis ha appena
fatto Lincoln, con Spielberg. Le piacerebbe recitare la parte di
Obama?
«Lincoln
è morto nel 1865, credo che certi ruoli richiedono la distanza del tempo,
specie se si tratta di una personaggio che la gente conosce. O crede di
conoscere».
Appoggia Obama?
«Non
lo vedo da un anno»
Oggi c’è l’ultimo dibattito. Li
segue?
«Certo,
li sto seguendo con grande attenzione. Il resto delle campagna è fatto dai soliti
sospetti che ripetono le stesse cose, ma i dibattiti sono diversi: i candidati
sono faccia a faccia».
Due mesi fa è morto Tony Scott, con
cui lei ha girato cinque film. Come lo ricorda?
«Ci
eravamo parlati al telefono pochi giorni prima e mi era apparso il Tony di
sempre: entusiasta e dolce. Ma non sai mai che cosa passa davvero per la testa
della gente. Mi manca».
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