giovedì 25 ottobre 2012

Cinema: intervista a Denzel Washington, protagonista di “Flight”


da: La Stampa

Denzel Washington: anche un drogato può fare l’eroe
L’attore in “Flight”, pilota cocainomane che salva i suoi passeggeri 
“Zemeckis è davvero bravo, non ti impone la morale della storia”
di Lorenzo Soria

Immaginate un aereo di linea, un 737 per esempio, in volo con 96 passeggeri e sei membri dell’equipaggio che di colpo non risponde più ai comandi. Ci sono problemi meccanici, sta andando in picchiata e fuori controllo. Ma il pilota riesce a capovolgere il velivolo sottosopra e a farlo planare, poi lo raddrizza un’altra volta giusto in tempo per atterrare in un campo e alla fine il bilancio è di soli sei morti e 96 sopravvissuti. Un miracolo. E il pilota verrebbe salutato come un eroe. Ma se venisse fuori che è un alcolizzato? Anzi, che proprio quella mattina prima di prendere i comandi aveva bevuto e già che c’era si era fatto anche di erba e poi di cocaina per «tirarsi su»? 


E‘ questo il dilemma morale di Flight, un film che segna il ritorno all’azione «dal vivo» di Robert Zemeckis, dopo oltre dieci anni dedicati a film girati con la tecnica del motion capturing. E che vede nella parte del pilota che nega a se stesso
e al mondo i suoi problemi e che alla fine si confronta con i suoi demoni Denzel Washington, un attore che ha quasi sempre interpretato personaggi positivi (da Grida di libertà a Il rapporto Pelican, da Il sapore della vittoria a Unstoppable- Fuori controllo) ma il cui Oscar come migliore attore, per ironia, è arrivato quando in Training Day ha recitato la parte di un poliziotto corrotto e, come il pilota di Flight, drogato e alcolizzato. Ma ecco l’attore afro-americano, che ha collezionato una seconda statuetta come non protagonista con Glory. E’ più loquace del solito e sempre pronto alla battuta. Indossa un paio di pantaloni neri e una camicia scura a quadretti.

Denzel, come si è preparato per questa parte?  
«Mi creda, non vuole saperlo davvero! No, scherzo, in realtà più che a cosa significa essere un alcolizzato ho pensato ai comportamenti di un uomo che nega l’evidenza fino ad arrivare al punto di rottura. E a capire che cosa significa voler iniziare una nuova vita». 

Guardando il film a un certo punto viene da chiedersi se in condizioni di sobrietà il suo capitano avrebbe avuto la fantasia e il coraggio per eseguire la manovra che ha salvato l’aereo.  
«E’ uno dei dilemmi del film, e in questo Zemeckis è stato davvero bravo. Non ti impone la morale della storia, non ti dice quello che devi provare, non giudica». 

Denzel, lei sembra sempre così perfetto ma anche lei avrà o avrà avuto dei vizi….  
«Io? Diciamo che abbiamo tutti delle difficoltà nella vita. Ho visto coi miei occhi molti attori che bevono prima di salire sul palco o nei set prima delle riprese. Prima o poi abbiamo tutti i nostri demoni e le nostre battaglie per combatterli». 

Per questo film si è preparato come pilota?  
«Ho passato vari giorni con un simulatore di un Md-80. Ti dà la sensazione che stai volando davvero, senti la velocità, vedi l’orizzonte. Non è come volare un aereo vero, ma mi è bastato per apparire sul set come uno che ci sa fare». 

Un pilota deve essere freddo. Lei?  
«Un pilota deve addestrarsi e poi addestrarsi e poi addestrarsi ancora. Per noi attori forse vale di più l’esperienza. Quando ero più giovane ero sempre molto ansioso, ora non più». 

Ci sono persone che la intimidiscono?  
«Nessuno. Non vorrei sembrare arrogante, ma è così. Non penso in questi termini. Semmai ci sono persone che mi eccita poter incontrare. Per esempio mi ecciterebbe un giorno poter lavorare con Meryl Streep. O con Daniel Day Lewis. Ma non sarei intimidito, forse un po’ nervoso». 

Daniel Day-Lewis ha appena fatto Lincoln, con Spielberg. Le piacerebbe recitare la parte di Obama?  
«Lincoln è morto nel 1865, credo che certi ruoli richiedono la distanza del tempo, specie se si tratta di una personaggio che la gente conosce. O crede di conoscere». 

Appoggia Obama?  
«Non lo vedo da un anno» 

Oggi c’è l’ultimo dibattito. Li segue?  
«Certo, li sto seguendo con grande attenzione. Il resto delle campagna è fatto dai soliti sospetti che ripetono le stesse cose, ma i dibattiti sono diversi: i candidati sono faccia a faccia». 

Due mesi fa è morto Tony Scott, con cui lei ha girato cinque film. Come lo ricorda?  
«Ci eravamo parlati al telefono pochi giorni prima e mi era apparso il Tony di sempre: entusiasta e dolce. Ma non sai mai che cosa passa davvero per la testa della gente. Mi manca». 

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