lunedì 22 ottobre 2012

Quelli che...arrivano tardi: Curia di Milano e situazione politica


Lo affermo da cattolica. Credente.
E’ una “consuetudine” per la gerarchia ecclesiastica – con rarissime eccezioni quali il dono di Dio Carlo Maria Martini – arrivare in ritardo. Ma, soprattutto: predicare bene (manco sempre) e razzolare male (spesso e volentieri).
La gerarchia cattolica milanese – tanto più Angelo Scola, proveniente da quella setta cattolica trasformatasi, come logica di setta vuole, in lobby economico politica – dovrebbe chiedersi quali responsabilità ha avuto nel degrado totale e costante della politica lombarda. Perché nel caso Scola non se ne fosse accorto, il regime politico del ciellino Formigoni è andato di pari passo con quello di Berlusconi, il portatore e applicatore di un modello culturale-politico che si “discosta” dal pensiero e dalla vita di Cristo.

Ma quel che è peggio, è che dopo Formigoni rimarranno Cl e Compagnia delle Opere. Settarie. Che fanno gruppo a sé. Che usano le persone per i loro fini. Che sostengono e “raccomandano”, privilegiano, solo coloro che di quel gruppo fanno parte. Che “interpretano” il Vangelo, il catechismo, a modo loro convinti di essere portatori di verità perché il loro Dio è Don Giussani.

Ci saranno altri Formigoni. E’ inevitabile. E’ nella logica della natura settaria integralista. Nonché la conseguenza dell’ipocrisia, del ritardo cronico, della mancata assunzione di responsabilità da parte della gerarchia cattolica, salvo poi, dopo numerosi secoli fare ammenda pubblica.

Ovviamente, la Curia milanese si esprime in senso nazionale e non regionale ma, altrettanto ovviamente, le critiche ricomprendono l'operato della classe politica lombarda. Non foss'altro perchè la regione Lombardia ha superato i 13 indagati di qualche giorno fa. Siamo al record nazionale? 



La Curia di Milano sulla politica: «Grave crisi di sistema»
Una nota del vicario per la cultura e l’azione sociale suona come una nuova presa di distanze da Formigoni
di Andrea Tornielli

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni non è ovviamente mai citato, come non sono direttamente citate le inchieste che hanno travolto gli inquilini del Pirellone, ma il senso del messaggio è chiaro: si è passato ormai ogni limite. Corruzione, malaffare e infiltrazioni della criminalità rischiano di minare la credibilità stessa dei cristiani che si impegnano in politica.

È stata anticipata oggi una nota che sarà pubblicata domani su «Milano 7», l’inserto ambrosiano del quotidiano «Avvenire», a firma di monsignor Luca Bressan, vicario

dell’arcivescovo Angelo Scola per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale. Dopo aver giudicato importante e positivo il DDL anticorruzione, Bressan cita lo tsunami che ha sfaldato la politica italiana: «Senza volere anticipare giudizi e rispettando il giusto lavoro di indagine e di appuramento della verità che compete alla magistratura, gli scandali delle ultime settimane possono infatti essere interpretati come l’ennesimo segnale di una politica che ha smarrito la sua vocazione originaria: essere lo strumento che permette, attraverso il buon governo, la custodia e la difesa del bene comune, e soprattutto la tutela dei diritti dei più deboli».

«Il fenomeno di una corruzione sempre più dilagante come pure le tracce di infiltrazioni di una criminalità organizzata sempre più diffusa in tutta la nazione – continua la nota del vicario episcopale ambrosiano – vanno letti non soltanto come segni dell’indebolimento del codice di moralità di singoli attori della politica (segnale di un degrado morale da condannare e combattere), ma più profondamente come il campanello di allarme che annuncia il grave stato di crisi del sistema politico nel suo insieme (segnale di un degrado ancora più grave e sistemico)».

La Curia di Milano afferma che la scelta per qualche verso obbligata della politica come professione, e la coincidenza della sfera della politica con l’azione dei partiti, «hanno nei fatti innescato una spirale di delega di tutto ciò che è costruzione del legame sociale e cura del bene comune ad un settore autonomo, che si è via via costruito come un mondo a parte, autoreferenziale e sempre meno soggetto a regole e controlli».

«La nostra vita sociale quotidiana – continua Bressan – si è così vista privata di un bene essenziale: la capacità e la volontà da parte di ognuno di interessarsi del bene di tutti». A questo impoverimento di azione «è corrisposto un impoverimento di valori: del singolo individuo, sempre meno capace di riconoscere le sue responsabilità personali nella costruzione del tessuto sociale, e tentato di operare una lettura del legame sociale in termini di pura utilità e mero profitto; della classe politica, che ha via via interpretato il suo ruolo in termini corporativi, impegnata nella difesa dei diritti di alcuni gruppi sociali, e non più interessata a custodire, a sostenere e a trasmettere i valori che stanno alla base della nostra identità culturale e nazionale».

«In una parola – conclude la nota – si è persa la capacità di riconoscere il bene comune e i valori essenziali della persona umana come il fondamento e il collante del nostro vivere insieme; bene e valori da tutelare e sostenere con azioni politiche adeguate». Per questo la Chiesa ambrosiana «intende intensificare il suo sforzo educativo. Ogni cristiano, in un momento così delicato, deve essere educato a sentire in un modo ancora più forte la responsabilità che porta verso tutti gli uomini» e «ha il dovere di contribuire con le proprie energie alla costruzione di un’azione politica buona. I cristiani direttamente impegnati in politica, a maggior ragione». 

3 commenti:

  1. ..peronalmente..ho anche scritto alla curia di Milano, per chidere un loro intervento...ma..già da luglio 2012....
    L'oggetto della mail era: 450 licenziamenti all'Ospedale San Raffaele di Milano! E' una colpa lavorare al San Raffaele o ne dobbiamo pagare le colpe??
    Mai avuto risposta!

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  2. ciao...
    non risponderanno mai...ma di questo non ti devi stupire..

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  3. e poi..pretendono...di far la morale!

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