La “storia” recente della politica insegna
che…certi parenti possono farti “evaporare” politicamente
da: Il Fatto Quotidiano
I
conflitti d’interesse di Renzi, tra amici, aziende e famiglia
di Marco
Lillo e Sara Frangini
Matteo
Renzi ha un cognato. Si chiama Andrea Conticini, agente di commercio per i clienti (non
istituzionali, tiene a precisare lui) della Dot Media, società che da un lato prende appalti dal Comune e dalle sue municipalizzate e
dall’altro cura la campagna per le
primarie del sindaco. Il cognato è agente
anche della società della famiglia Renzi, la Eventi6 Srl, che ha fatturato quasi 4 milioni di euro nel 2011
curando anche la distribuzione e lo strillonaggio dei quotidiani a Firenze.
Eventi6 è la società erede della storica
Chil Srl, fondata da papà Tiziano Renzi, della quale Matteo Renzi è stato a
lungo dirigente e socio fino al 2003. Eventi6 ha rilevato l’azienda della Chil
nel 2010 e ha sede a Rignano sull’Arno, dove risiede la famiglia di origine di
Matteo Renzi e anche Andrea Conticini, 31 anni, bolognese laureato in teologia,
che non è solo il marito di Matilde Renzi, socia e consigliere delegato della
Eventi6, ma anche il fratello di Alessandro Conticini, socio sia della Dot
Media sia della Eventi 6 con una quota del 20 per cento.
Il Fatto si è già occupato del fratello
maggiore, 36anni, “l’unico socio di Eventi6 a non essere parente del sindaco”,
avevamo scritto l’8 ottobre scorso. E invece l’ex direttore dell’Unicef di
Addis Abeba, tuttora residente in Africa dove dirige
un istituto che lavora
nello stesso settore, è il fratello del cognato del sindaco. Ecco spiegata la
sua presenza con una quota del 20% nella Eventi 6 accanto alla mamma di Renzi,
Laura Bovoli, che possiede una quota dell’8% e alle due sorelle del sindaco,
Matilde e Benedetta, con il 36% ciascuna.
Matteo Renzi replica: L’azienda della mia
famiglia non ha più ricevuto un centesimo dal pubblico dal momento in cui ho
iniziato a far politica. Se il fratello del marito di una delle mie sorelle
acquista il 20% di una società che lavora con il pubblico non vedo come possa
essere un problema per me. Assicuro sulla correttezza delle procedure del
Comune.
IMBARAZZI
BEN NASCOSTI
Più imbarazzante per Renzi è la partecipazione del 20 per cento di
Conticini in Dot Media, fornitore
del Comune di Firenze, pagato con due fatture del 2012. Matteo Renzi, nel
pieno della sua corsa verso la leadership del centrosinistra, si ritrova così a
dover fare i conti (o meglio, i Conticini) con questa storia di conflitti di
interessi tra aziende private, soldi pubblici, parenti, amici e affini. Al
centro di tutto c’è la Dot Media, una società nata nel maggio 2008 e che – nel suo primo anno di vita, quando Renzi era
presidente della Provincia – fatturava solo
9 mila euro all’anno. Nel 2009 lavora
alla campagna per l’elezione di Renzi a sindaco, forgiando uno spot che
sembra un mix tra quello del Cavaliere del 1994 e quello dell’8 per mille della
Chiesa cattolica: panoramica dal cielo sull’Arno con la voce impostata dello
speaker che “immagina una città in cui
nessuno si senta escluso”.
A quell’elezione ha contribuito anche la
Eventi6 della famiglia Renzi: sul sito si vede il furgoncino retrò
Iveco-Pavesi, intestato alla società, con sopra verniciato volto e slogan del
futuro sindaco: “Firenze prima di tutto”. Nel 2009 Renzi vince e Dot Media
fattura 137 mila euro, che diventano 214mila
nel 2010, fino al boom dei 401 mila euro
nel 2011. Il 10 febbraio del 2011 il fratello
del cognato di Renzi, entra in Dot Media comprando il 20% del capitale (ma
accetta di concorrere all’utile solo per l’uno per cento) da Patrizio Donnini,
padrone e amministratore della società Web&Press, divenuta famosa nel
maggio scorso quando si è scoperto che aveva ricevuto 36 mila e 800 euro da
Luigi Lusi, in qualità di tesoriere della Margherita, nel 2009. Il socio forte
di Dot Media è Lilian Mammoliti che
è socio e amministratore della Quality
Press, una terza società, dove è entrato, da poco più di un mese, il solito
Alessandro Conticini, come socio al 30 per cento. Dot Media, dopo l’ingresso di
Conticini, ha incassato 16 mila e 800 euro nel 2012 dal Comune di Firenze. La
circostanza è emersa quando i consiglieri di opposizione Tommaso Grassi di Sel e
Ornella De Zordo hanno presentato un’interrogazione sulle commesse elargite a Dot Media.
Si è scoperto così che la società nella quale è socio Alessandro Conticini ha
ottenuto 13 mila e 226 euro il 20 aprile del 2012, per la comunicazione di due
progetti: “Coltiviamo la riduzione dei rifiuti” e “Fontanelli: un buon
bicchiere d’acqua senza plastica durante l’iniziativa Natale in San Lorenzo”.
La seconda fattura è stata pagata due mesi fa ed è pari a 3mila e 630 euro per
“progettazione mappe d’Oltrarno”.
LE
MUNICIPALIZZATE
Le municipalizzate hanno garantito a Dot Media 215 mila euro dal 2010 al 2012, che aggiunti
a quelli pagati dal Comune, fanno 232 mila euro. Publiacqua ha pagato 82.325 euro dal 2010 al 2012. Mukki, la centrale del latte di
Firenze, ha pagato a Dot Media 99 mila e 500 euro nel 2011, dei quali 69 mila e
300 euro per la campagna pubblicitaria “Latte Toscano”. Mentre l’azienda dei
trasporti, l’Ataf, ha pagato 15.800
euro dei quali poco meno della metà per il servizio rassegna stampa web.
Firenze
Parcheggi guidata da Marco Carrai, collaboratore storico del
sindaco Renzi, che guida il suo comitato elettorale, ha pagato 21 mila e 100
euro nel 2011 per campagne pubblicitarie come “C’è un posto per te”,
“Motorini”, “Parcheggi Point”. Quasi sempre le municipalizzate hanno affidato gli incarichi a Dot Media senza
una vera gara. Solo per la campagna “Latte toscano”, ha riferito in Consiglio
comunale l’assessore Rosa Maria Di Giorgi, c’è stato “un confronto con le
offerte di altre due società”. Tra i criteri adottati era fondamentale però la
creatività, “sulla quale è determinante il giudizio del nostro ufficio
marketing”.
Come se non bastasse il ruolo dei fratelli
Conticini, Dot Media vanta un secondo socio scomodo per Renzi: Matteo Spanò. Scout e residente a
Pontassieve come l’amico fraterno Matteo; di più, presidente nazionale dell’Agesci (l’associazione degli scout
cattolici), e recentemente nominato presidente della Banca di credito
cooperativo di Pontassieve, Spanò è stato direttore eventi di Florence Multimedia, società di
comunicazione creata dall’allora presidente della Provincia nel 2005, per promuovere
anche la sua immagine, ora finita nel mirino della Corte dei Conti. Arteventi
di Matteo Spanò, ha fatturato a Florence Multimedia 58 mila e 400 euro nel
biennio 2006-2007, altri 66 mila nel 2008 e ancora 62 mila e 900 euro nel 2009.
“Tuttora lavoro per Florence Multimedia e la mia impresa individuale fattura
alla società della Provincia circa 35 mila euro all’anno perché – spiega Matteo
Spanò – non ho mai avuto un contratto di dirigente e quindi quelle fatture
rappresentano i miei compensi”.
Matteo Renzi replica: Spanò è una delle persone più competenti nel settore della
comunicazione. Sotto la sua gestione del Museo dei ragazzi, che ha accettato di
presiedere gratuitamente, la presenza dei bimbi in Palazzo Vecchio è aumentata,
così come gli accessi complessivi (da 380mila a 510), con un rilevante guadagno
per le casse comunali.
Spanò non è l’unico amico di Renzi
coinvolto nell’avventura di Florence Multimedia. Anche Luigi De Siervo – figlio
dell’ ex presidente della Consulta, Ugo, e fratello del capo di gabinetto del
sindaco, Lucia, nonché cognato di Filippo Vannoni, sindaco supplente di
Florence Multimedia, e manager di Rai Trade – propose all’amico presidente
della Provincia un progetto per sviluppare un canale tv. Subito approvato.
Florence tv tramonta presto ma lascia traccia sul bilancio di Florence
Multimedia nel 2007: 192 mila euro di soldi pubblici che – grazie a De Siervo –
almeno vanno alla Rai.
E
ADESSO LE PRIMARIE
Se Luigi
De Siervo è un supporter morale di Renzi alle primarie, Dot Media ha messo a disposizione il
suo “social media team” composto da
4 persone. Alberto Bianchi, tesoriere della campagna di Renzi, ha dichiarato a
Repubblica: “Dot Media riceverà 10mila euro dal Comitato di Matteo Renzi e avrà
una cifra tra i 50 e i 60mila euro dalla Fondazione Big Bang per operazioni
comunque non attinenti alle primarie”. E il consigliere comunale Tommaso Grassi
nota: “Il prezzo di 10 mi-la euro per la campagna alle primarie mi sembra poco,
se penso che Dot Media si fa pagare da Publiacqua ben 6mila euro, lo scorso
aprile, solo per fare ‘sopralluoghi e rilevazioni assistenza montatori
fontanelli’”.
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