venerdì 26 ottobre 2012

Irene Grandi & Stefano Bollani: album in uscita



"Irene Grandi & Stefano Bollani" di Irene Grandi e Stefano Bollani
Esce l’atteso album del duo, uno dei progetti più attesi dell’autunno 2012
di Claudia Cefalo



In un tempo molto difficile per la discografia, ecco spuntare da un pianoforte e da una voce un barlume di speranza. Si tratta di Irene Grandi & Stefano Bollani, amici da una vita e ora protagonisti di un gustosissimo, omonimo, album che esce oggi, il 23 ottobre, per Carosello Records.
Assomigliano a una serie di piccoli atti unici queste tredici tracce registrate in appena dieci giorni. Tredici piccoli capolavori, di cui undici cover e due inediti, da “buona la prima” che ripercorrono la storia di un’amicizia, che poco ha a che fare con i meccanismi dello show business. Metti l’estro di un musicista straordinario come Bollani e la voce calda e graffiante di Irene Grandi, finalmente convertita a un genere che sicuramente più la valorizza, e otterrai un prodotto di qualità, come ne mancavano da un po’ nel mercato discografico.
Con un’introduzione quasi “cinematografica”, il disco si apre con una insolita, quanto inaspettata, Viva la pappa col pomodoro arrangiata ironicamente a metà strada tra la canzone patriottica e il café chantant. Impregnano il disco anche
profumi brasiliani, emanati da Olhos nos olhos di Chico Buarque, per la prima volta tradotta in italiano, solo nella seconda parte e con ottimi risultati; da Roda viva, omaggio a Elis Regina e Tom Jobin e alla loro Agua de março; e dalla splendida e sospesa Medo de amar di Vinicius de Moraes.
Fanno parte del disco alcuni celebri standard come Dream a little dream of me, che viene sussurrata come un segreto, a fior di labbra, come in un night di New York. Altra piccola meraviglia è la cover di Costruire, che viene spogliata, conservandone la bellezza e la profondità del testo di Niccolò Fabi. Degno di nota l’inedito Come non mi hai visto mai, scritto da Cristina Donà e Saverio Lanza. L’album fa risplendere tanto il garbo lirico di Bollani, quanto l’anima “blue” di Irene Grandi, come nella cover di A me me piace ‘o blues di Pino Daniele, che riporta i due artisti alle origini, ai tempi de “La Forma”, il gruppo nel quale suonavano soul e pop negli anni ’90, o come in No surprises dei Radiohead, nella quale la voce di Irene Grandi si dispiega in un canto leggero e, al tempo stesso quasi sofferto, risultato – si sente – di un gran lavoro sulla vocalità.
Tutti gli arrangiamenti condividono un intuito e una padronanza delle possibilità espressive del mezzo musicale davvero lodevoli, che mai trasfigurano gli originali, piuttosto conferendo loro una sorta di valore aggiunto. Voto 10.

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