lunedì 29 ottobre 2012

Tv, ex “piccole” emittenti: milioni di spettatori


da: Il Fatto Quotidiano

Milioni di spettatori per gli ex “piccoli”
di Carlo Tecce

Ah, che ridere. Ecco, guarda la professionista che spennella mascara e cipria di marche pregiate oppure, per risparmiare, prepara un intruglio fatto in casa e forma donne sformate. Ecco, guarda le vetrine di Kleinfeld Bridal, il negozio di abiti più grande per le taglie più grandi: esclusivo ritrovo, o rifugio o supplizio, per le spose di misura XXL per un matrimonio infinito. Molta stoffa, molto tessuto. Ecco, guarda Alessandro Borghese, Riccardo Vanetti e Chiara Tonelli che preparano la cena, intrattengono gli ospiti, distribuiscono colori e sapori per quelle serate che non dimentichi perché non conosci. Peccato, la fortuna o la sfortuna si nascondono dietro le telecamere. E noi le guardiamo. Ah, che ridere. Real Time offre schifezze, sconcezze e buffonate che appassionano un pubblico che si specchia, non riflette l’immagine, però si diverte. E non molla il canale che svetta tra i nanetti all’ombra di Mediaset, Rai. La7 e Sky.

Cifre non pazzesche, ma curiose, e tanto curiose: 1,5 punti di share e 156 mila telespettatori in media, e oltre 6 milioni di contatti. Avanti, pensate: io seguo Real Time, un mio amico, un mio parente, un mio simile, umano? Forse sì, forse no. Non avrete un pensiero avvolgente. Non è la stessa cosa. Non è il telegiornale istituzionale né la serie televisiva incartapecorita. Rum per lo stomaco vuoto: puntate di “malattie imbarazzanti” o “non sapevo di essere incinta”. E pluff, il pargolo sbuca in bagno o in salotto, e la mamma non sospettava di nulla. Sempre il podio, secondo posto, c’è il fratello Dmax per uomini che sgranocchiano patatine e
ingoiano birra mentre la natura scatena il male, tornado, alluvioni, tifoni. E motori, marmitte, olio denso e mani ruvide. Dmax è il piccino di famiglia, possiede metà patrimonio di Real Time. Ma l’americana Discovery può esultare per i successi italiani. Medaglia di bronzo per Giallo. Che non richiede spiegazioni: è giovane, qualche mese di esperienza, due milioni di contatti, e le migliori teche per gli appassionati di inseguimenti, processi irrisolti, assassini introvabili.
L’editore di chiama Switchover Media, società tricolore che, tra i primi trenta nanetti, piazza i cartoni animati di Frisbee e K2 Kids più di documentari di Focus. Attenzione, però: in quarta fila, per i bambini, Cartoonito di Boing è un classico, un’apripista, anzi un totem.

Più giù, le cifre si fanno minuscole, insensibili per gli investitori pubblicitari. In coda, scopriamo Sportitalia e le prime emittenti locali come Telelombardia e Telenorba, abbastanza distanti da Italia 7 Gold che rumina calcio con l’interista Elio Corno e il milanista Tiziano Crudeli. Parlano tanto. A Tv2000 pregano. E’ il mezzo televisivo dei Vescovi italiani, e l’Auditel confessa che sì, funziona. Appena fuori i trenta nanetti, in potenziale ascesa, scalpita Padre Pio Tv con 8 mila utenti in media. La musica, certo: Radio Italia, Rtl television. E la moda lascia un segnetto: la casa di produzione Magnolia tenta l’impresa con Poker Italia 24. Osservare chi gioca a carte è un contrappasso storico. La tradizione paesana che viene irradiata in televisione. In provincia, capannelli di giovani e anziani assistono palpitanti a interminabili tressette o briscole, qui girano soldi e assi. Ora va a cercare una definizione per il pubblico che diserta, spesso e sempre, le facili attrazioni di Mediaset, Rai, La7 e Sky. Facile perché più prevedibile. Se non proprio italiana, almeno italoamericana. I nanetti, furbi, servono piatti a volte assurdi a volte geniali. Creano nicchie, e desiderano abitudini. L’Auditel è una variabile violenta per chi professa un televisione romantica. Non gentile, ma d’impatto. Voi avete mai immaginato che si può partorire senza saperlo? Ah, che ridere.

Nessun commento:

Posta un commento