da: La Stampa
“Viva
l’Italia”, Bruno racconta la volgarità dei nostri politici
Giovedì
nelle sale la commedia con Placido, Bova, Gassman e Ambra
Corruzione,
raccomandazioni, mancanza di moralità, Massimiliano Bruno torna al cinema con
il suo secondo film da regista “Viva l’Italia” e dopo il successo di “Nessuno
mi può giudicare”, parodia della società e del mondo delle escort, stavolta fa
una fotografia divertente ma amara della nostra classe politica.
Con questo film, da
giovedì nelle sale in oltre 500 copie, «ho voluto raccontare la volgarità
estrema della classe dirigente che governa il Paese -ha detto il regista alla
presentazione del film - sottolineare i problemi con la commedia, facendo fare
una risata al pubblico che però diventa amara, nello stile della grandi
commedie come “Il sorpasso” e “La grande guerra”».
“Viva l’Italia” è la
storia di Michele Spagnolo (Michele Placido), politico all’apice della carriera
che per anni ha sempre anteposto a tutto i suoi interessi personali,
dimenticandosi della famiglia, dei valori e dell’onestà, senza guardare in
faccia a nessuno. Mentre si trova a letto con una ragazza a cui ha promesso di
diventare
showgirl in tv si sente male, si salva ma viene colto da una forma di
demenza fronto-parietale che gli fa perdere i freni inibitori e dire solo la
verità, a tutti. Rivelando truffe, inganni e vicende scomode, il partito lo
caccia via e i figli che ha sempre trascurato sono costretti a prendersi di
lui.
Susanna (Ambra Angiolini),
attrice incapace che parla con la zeppola e ha sempre lavorato solo grazie al
suo cognome, si trova in difficoltà. Valerio (Alessandro Gassman), buonannulla
laureato con raccomandazione e con un posto di prestigio in un’azienda, deve
crescere e fare i conti con il suo essere “bamoboccione”. E Riccardo
(interpretato da Raoul Bova), l’unico dei tre che da giovane ha voltato le
spalle al padre e ai suoi mezzi per fare carriera, medico onesto e volenteroso,
all’improvviso è costretto a riavvicinarsi alla famiglia. La verità, scomoda
per tutti, farà confrontare i fratelli con se stessi, lasciando una piccola
speranza di cambiamento pur nel fallimento .
«Se si dà solo una
fotografia marcia di un Paese marcio non si dice nulla, così come fanno i
politici di oggi che criticano senza fare proposte - ha detto Massimiliano
Bruno alla presentazione - qualcosa bisogna dire e suggerire e noi con la
commedia abbiamo voluto dare una speranza, una piccola possibilità di
cambiamento, soprattutto ora che si avvicinano le elezioni. Nel mio film tutti
sono condannati e colpevoli, anche se il politico alla fine si redime è sotto
gli occhi di tutti la situazione in cui siamo, un Paese in cui non c’è lavoro
per i giovani, i meritevoli devono andare all’estero per emergere e la
meritocrazia è superata da tempo» ha aggiunto.
Michele Placido, il
politico corrotto che alla fine dice di essere “guarito”, aver chiuso con la
politica e di essere pronto a mettersi a disposizione della magistratura per
raccontare come per anni ha governato l’Italia, ha dichiarato: «Facendo questo
ruolo ho pensato a tutti. Mi sono anche spaventato, non credo di salvi nessuno
al giorno d’oggi, all’inizio mi sono anche chiesto: non avremmo osato troppo
facendo questo film?». E alla fine della pellicola il suo personaggio parla
agli italiani, sollecitandoli ad aprire gli occhi e a guardare il “grande
inciucio” che per un’altra volta la classe dirigente gli sta proponendo e a cui
ci si dovrebbe ribellare.
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