venerdì 26 ottobre 2012

Incontri nel web: “Economisti prezzolati”


Capita – sempre più raramente – di fare “incontri” casuali e interessanti nel web.
Incontro, riporto, condivido.



Economisti prezzolati
by Ars Longa

Mario Monti ritiene che essere stati sul libro paga delle grandi banche internazionali sia un titolo di merito. In altre parole l’economista “fa curriculum”, diventa competente e questo è un dato importante per tutti noi.
In Francia la pensano diversamente. Qualcuno si è accorto che un economista pagato da una banca fa gli interessi della banca stessa. Bella scoperta direte voi. Però bisognava dirlo. Tutto è successo perché Le Monde Diplomatique del marzo 2012 ha denunciato che i principali economisti francesi (guarda caso tutti neoliberisti) percepivano lauti guadagni dalle istituzioni finanziarie e bancarie. A rincarare la dose è arrivato un documentario intitolato Les nouveaux chiens de garde (I nuovi cani da guardia) di François Ruffin, poi un libro di Laurent Maudit: “Les imposteurs de l’economie” (Gli impostori dell’economia).
Tra il 6 e l’8 luglio di quest’anno ad Aix-en-Provence c’è stato un dibattito sull’argomento ai “Rencontres Economiques”.
Gli americani ci avevano pensato sei mesi fa, i francesi arrivano adesso e si parla di contrasto alla corruzione intellettuale L’Osservatorio francese per le
congiunture economiche (Ofce) ha adottato una carta che impone ai collaboratori di rivelare i loro agganci nel settore privato. Stessa cosa ha fatto l’Ecole d’Economie di Toulouse seguita a ruota da quella di Parigi.
In Italia invece tutto tace. Non sappiamo nulla degli interessi dei giornalisti economici e dei loro contatti con le banche e le industrie che, dalle pagine dei loro giornali, lodano più o meno scopertamente. Non sappiamo nulla degli interessi dei professori universitari che arrivano in televisione a spiegarci l’economia in salsa neoliberista.
Addirittura il tanto sbandierato partito dei giovani leoni di NoiseFromAmerika capitanato dal “giornalista” di Radio24 Oscar Giannino non ci pensa neanche a far sapere ai possibili elettori se e in che misura i suoi aderenti (firmatari? simpatizzanti? Come si chiameranno tra loro?) hanno collegamenti d’affari con banche e istituzioni finanziarie. Il vizietto di moralizzare il prossimo e farsi gli affari propri è una costante dell’italiano medio che sia residente nel Belpaese oppure sia emigrato in cerca di fortuna.
Mesi fa avevo scritto un post a proposito di Luca Cordero di Montemezolo e della sua gran voglia di farsi un partito dei padroni. Mesi dopo anche il comico Crozza aveva scoperto il personaggio e ne aveva immortalato le velleità con l’ormai famosa “gag” dell’”Italia dei Carini”. Adesso Montezemolo cinguetta con Giannino e con i giovanotti di NoiseFromAmerika. Tutto quadra.
Qualcuno potrebbe dirmi: “non sei un po’ troppo preoccupato? Non credi che i veri problemi siano altrove, Beppe Grillo ad esempio?”.
Chiariamoci: non sono preoccupato. Oscar Giannino non mi preoccupa perché è un fenomeno mediatico che sta in piedi finché ha qualche trombetta a cui dar fiato. Ogni tanto suona la trombetta neopopulista del “meno Stato e più mercato” tra gli sbadigli generali, ogni tanto dà fiato al trombone dei presunti imprenditori italiani che potrebbero cambiare il mondo (e tutti sanno che in Italia l’imprenditoria non esiste). Non mi preoccupa Montezemolo che, al di là dell’immagine non ha mai prodotto nulla di concreto e non sa articolare alcuna proposta sensata. Non mi preoccupano quelli di NoiseFromAmerika perché il soi disant partitucolo che dovrebbe formarsi intorno al manifesto “Fermare il declino”. In primo luogo perché il manifesto è una ridicola accozzaglia di idee rifritte e stantie, in secondo luogo perché gettare la maschera e sperare di rientrare a casa attraverso la politica (loro che dicevano che la politica mai l’avrebbero fatta) li qualifica come parte integrante del mediocrismo italiano e del voltagabbanismo familistico tanto caro alle nostre tradizioni.
Non è tempo di partitini, ci ha provato Rutelli sgomitando al centro e non c’è riuscito, figuriamoci Giannino e soci.
Non sono preoccupato di questo. Constato soltanto il pessimo stato di forma etica degli economisti italiani. Non è una novità. Li vedo tutti i giorni e so benissimo che la cattedra serve soltanto a stipulare interessanti collaborazioni con imprese e banche. Interessanti sotto il profilo dei soldini.
Constato che una intera categoria, quella degli economisti si sta avviando come nella leggenda dei lemming verso il precipizio. Non solo in Italia. In Italia però anche le tragedie hanno il tono della farsa. E questa – credetemi – è esattamente una tragica farsa. 

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