Umberto
Ambrosoli – che avrei voluto si candidasse a sindaco di Milano – ha rifiutato
la candidatura alla presidenza della regione Lombardia.
Ha
spiegato la sua rinuncia con la mancanza di tempo per costruire un progetto,
un programma e la squadra.
Questo
dimostra, ancora una volta, la serietà di Ambrosoli. Evidentemente, è una
caratteristica di famiglia. Perché Umberto è il figlio di quel Giorgio
Ambrosoli , commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, ucciso su
ordine del banchiere Michele Sindona l’11 luglio 1979.
Chi
decide di fare politica attiva e di candidarsi ad una carica deve avere non
solo idee concrete ma una squadra con la quale lavorare, non tanto e non solo
per la campagna elettorale, quanto per il dopo elezioni qualora riesca a
vincere la competizione. Umberto Ambrosoli ha giustamente ritenuto che questo
richiede un tempo congruo per dare agli elettori una risposta adeguata alla
delega che gli avrebbero conferito.
Sarebbe auspicabile che in futuro, i notabili del centro-sinistra ricorrano a Umberto Ambrosoli in tempo utile. E sarebbe auspisabile che Umberto Ambrosoli provi a pensare a un ruolo politicamente attivo. ll che significa, inizare a creare un'aggregazione. Ovviamente, se Umberto Ambrosoli accarezza l'idea di un ruolo politico.
Altrimenti, il centro-sinistra pensi ad altri e lasci perdere il suo nome.
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