giovedì 25 ottobre 2012

Silvio Berlusconi e il passo indietro (?) per salvare le sue aziende: che non risolverà il problema di Mediaset


Non mi convince la tesi dell’articolo di Repubblica (post: http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2012/10/il-passo-indietro-di-silvio-berlusconi.html)

E’ vero che Silvio Berlusconi presidente del consiglio è stato un affare per Mediaset. Ma non sono stati tutti pro.
Indubbiamente: Berlusconi presidente del consiglio, l'assunzione del potere per quasi vent'anni, sono stati un affare cospicuo perché gli introiti pubblicitari sono aumentati.
Nello stesso tempo – Fedele Confalonieri lo sa, ma non lo ammetterà mai (se lo facesse, crescerebbe il "debole" che ho per lui) – la sicurezza di maggiori entrate pubblicitarie garantita da Berlusconi capo del governo ha avuto un effetto negativo sul prodotto aziendale. 
Mediaset ha scordato (o no?..forse non è ne è stata mai capace) cosa significhi fare tv. Hanno tirato a campare con i soliti prodotti scadenti allontanando il target medio alto, non hanno saputo cogliere i cambiamenti del pubblico ormai spostato sul web.
Mediocre. Questo, in una parola è l’aggettivo che si confà ai piani industriali (?!) di Mediaset.
Certo. Le condizioni economiche generali pesano. Ma pesano ancor di più se non crei e vendi prodotti di qualità.

Finita l’era delle vacche grasse con Berlusconi capo del governo, il perdurare di una crisi economica che vede inevitabilmente diminuire e spese superflue aziendali (gli spot pubblicitari in tv servono sempre meno, si sposano sul web) a Mediaset si trovano a fare i conti con la diminuzione degli utili e con prospettive che non denotano una rapida contro tendenza.

Non c’è Silvio Berlusconi al governo o fuori dalle balle che possa rianimare Mediaset. Bisogna tornare o…iniziare a fare tv. Magari segando alcuni dirigenti e prime linee e assumendo gente che sa coniugare la gestione aziendale di un prodotto specifico (programmi tv e interazione con il web) con gli esecutori. I finalizzatori. Vale a dire: il programma in onda, con le sue facce, i suoi linguaggi.

E, mi permetto di aggiungere: non c’è nulla da inventare in tv. Non ci sono prodotti nuovi. Chi parla di nuovi format non sa che dice. Si può lavorare su alcune idee e modificarle. Si deve cogliere l’interazione con il web che non è solo: passare come sottotitoli dei cinguettii (twitter).
Bisogna abbandonare prodotti che subiscono un “deterioramento” veloce perché siamo nell’era del download da internet. Pensare di bloccare la pirateria è una coglionata. Bisogna trovare un accordo. Ma questa è roba che esula da Mediaset. Va gestita in altre sedi e ad altri livelli.
Nell’attesa, con qualche dirigente al posto giusto, a Cologno Monzese potrebbero capire come governare un’azienda mediatica.
Insomma: imparino da Monti. Lui governa in Italia e quando va a Bruxelles si prende i compitini da fare ma…si fa anche ascoltare. Detta qualche condizione.
Ce la farà Mediaset a passare dall’era di Berlusconi capo del governo a quella di Monti? Visione  interna, collegamenti esterni. Il mondo economico funziona così. A Mediaset non lo sanno, perché per troppi anni sono stati chiusi nel loro piccolo mondo che va da Cologno Monzese a Palazzo Grazioli a Roma.
E’ ora di espatriare. Mentalmente.

I concetti di cui sopra, soprattutto sul prodotto Mediaset li esprimo da anni. E c’è pure qualcuno in quell’azienda che legge. Evidentemente….abbiamo concezioni diverse.

Ci si ripiglia…Alla prossima semestrale…

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