da: La Stampa
“Apriti
sesamo”, Battiato torna alla creatività dei bei tempi
I
testi realizzati con la collaborazione del filosofo Manlio Sgalambro, in una
dicotomia riconoscibile,che spazia dalla metafisica alla favolistica, da Santa Teresa D’Avila
all’Inferno di Dante, dall’inglese al siciliano.
di Marinella
Venegoni
Apriti Sesamo è una sorta di riassunto
acuto e vivace della poetica di Franco Battiato. Un album pieno di fascinazioni
e provocazioni culturali e religiose, con cui il cantautore storico che più ha
mantenuto un profilo coerente nella vicenda artistica (non si è mai rintanato
nel silenzio, non si è riciclato) torna a mettersi in gioco. Con l’orecchio
alle proprie ispirazioni musicali dei 70, pesca appigli in un repertorio che va
dal secentesco Stefano Landi (nel singolo Passacaglia) alla Sherazade di
Rimsky-Korsakov che dà il titolo al primo lavoro di inediti da 6 anni.
I testi ripropongono la collaborazione con
il filosofo Manlio Sgalambro, in una dicotomia riconoscibile, che spazia dalla
metafisica alla favolistica, da Santa Teresa D’Avila all’Inferno di Dante,
dall’inglese al siciliano. Un robusto e tonico pastiche, che evoca certa
felicità creativa del Battiato Anni 80 ma anche l’intenso periodo mistico dei
‘90. Apriti Sesamo sopporta il presente proprio perché guarda in alto
o altrove, corroborato dalle atmosfere sonore e vocali. Il cantautore siciliano
confessa lo stesso ardore creativo dei tempi de La Cura: «Mi sono alzato
alle 3 per fissare Testamento»; Il brano torna su un soggetto che pare
stargli a cuore: «Cristo nei Vangeli parla di reincarnazione», canta.
Sorridendo, racconta
la reticenza in materia di alcuni personaggi della Chiesa:
«Ad un incontro con giovani sacerdoti cui ero stato invitato, si presentarono
anche tre monsignori. “Lo sapete che Cristo nei Vangeli ufficiali parla di
reincarnazione?” chiesi. E loro: “Sono cose delicate”. Anche un cardinale con
cui viaggiavo in aereo mi commentò “È vero, ma son cose allegoriche”. In realtà
Cristo dice “Rinascerete nel ventre di una donna”. È allegoria, questa?». Si
toglie altri sassolini: «Sgalambro interviene in libertà come filosofo nei
testi, e io ho messo i miei incisi. Si crede un ateo, ma mi sento più vicino a
lui che a certi cattolici».
«Quand’ero giovane» ripercorre i suoi ‘60
passati a suonare nelle balere, fra operai e cameriere che danzavano, e fuori
in fila i primi transessuali. Per concludere: «Viva la Gioventù, che
fortunatamente passa». Fra le allusioni al presente, il verso «Il denaro
strisciava come il serpente», nella metafisica Il serpente. «Faccio una
vita al di sopra delle mie possibilità - riflette - e pago fior di tasse ma se
ne dovrebbero pagare di più. È inaccettabile vedere gente soffrire per mancanza
di mezzi». Ultima frecciata, ai politici: «Quelli che rubano soldi nelle banche
sono più divertenti, e difficilmente con una rapina si può raggiungere una
cifra come quella che si è preso Lusi».
I testi ripropongono la
collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro, in una dicotomia
riconoscibile, che spazia dalla metafisica alla favolistica, da Santa Teresa
D’Avila all’Inferno di Dante, dall’inglese al siciliano. Un robusto e tonico
pastiche, che evoca certa felicità creativa del Battiato Anni 80 ma anche
l’intenso periodo mistico dei ‘90. Apriti Sesamo sopporta
il presente proprio perché guarda in alto o altrove, corroborato dalle
atmosfere sonore e vocali. Il cantautore siciliano confessa lo stesso ardore
creativo dei tempi de La Cura: «Mi sono alzato alle 3 per fissare Testamento»;
Il brano torna su un soggetto che pare stargli a cuore: «Cristo nei Vangeli
parla di reincarnazione», canta. Sorridendo, racconta la reticenza in materia
di alcuni personaggi della Chiesa: «Ad un incontro con giovani sacerdoti cui
ero stato invitato, si presentarono anche tre monsignori. “Lo sapete che Cristo
nei Vangeli ufficiali parla di reincarnazione?” chiesi. E loro: “Sono cose
delicate”. Anche un cardinale con cui viaggiavo in aereo mi commentò “È vero,
ma son cose allegoriche”. In realtà Cristo dice “Rinascerete nel ventre di una
donna”. È allegoria, questa?». Si toglie altri sassolini: «Sgalambro interviene
in libertà come filosofo nei testi, e io ho messo i miei incisi. Si crede un
ateo, ma mi sento più vicino a lui che a certi cattolici».
«Quand’ero giovane»
ripercorre i suoi ‘60 passati a suonare nelle balere, fra operai e cameriere
che danzavano, e fuori in fila i primi transessuali. Per concludere: «Viva la
Gioventù, che fortunatamente passa». Fra le allusioni al presente, il verso «Il
denaro strisciava come il serpente», nella metafisica Il serpente.
«Faccio una vita al di sopra delle mie possibilità - riflette - e pago fior di
tasse ma se ne dovrebbero pagare di più. È inaccettabile vedere gente soffrire
per mancanza di mezzi». Ultima frecciata, ai politici: «Quelli che rubano soldi
nelle banche sono più divertenti, e difficilmente con una rapina si può
raggiungere una cifra come quella che si è preso Lusi».
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