da: Mymovies
Film
di Silvio Soldini. Con Valerio
Mastandrea, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Claudia Gerini,
Luca Zingaretti, Maria Paiato, Michele Maganza, Shi Yang, Luca Dirodi, Serena
Pinto, Giselda Volodi, Giuseppe Cederana, Fausto Russo Alesi
Leo
Buonvento è padre premuroso di due adolescenti e vedovo di una consorte in
bikini con cui si intrattiene in dialoghi immaginari. Idraulico efficiente,
come le caldaie dei suoi clienti la sua vita fa acqua (fredda) da tutte le
parti. Diana è una giovane donna insicura col talento dell'arte e la mancanza
di 'talenti'. Incalzata da un singolare padrone di casa, cerca i soldi per
l'affitto, un committente illuminato e le parole per dire i suoi diritti.
Amanzio, sensibilizzatore urbano col vizio dell'esproprio proletario e della
merce scaduta, ha lasciato dieci anni prima il lavoro e adesso vive di
espedienti, aforismi e affitto, quello sofferto da Diana. Elia, figlio di Leo,
è un adolescente introverso, perso dietro domande esistenziali e una cicogna
capricciosa in volo su Torino. E a Torino si incroceranno vite e affanni dei
protagonisti, commentati dall'alto dal rammarico di Garibaldi, dalla
riprovazione di Leonardo, dalle note di Verdi e dalle rime di Leopardi.
Se
l'Italia di Marco Bellocchio è profondamente 'addormentata' e in attesa di un
risveglio, quella di Silvio Soldini è liricamente 'perduta' come nel libretto
di Solera e nella musica di Verdi, che accompagnano il peregrinare fiaccato di
cittadini tristemente incantati su se stessi.
Inseguendo il grottesco romantico
di Pane e tulipani, Soldini converte ancora
una volta il caso in occasione e lascia interagire spazi urbani e corpi
attoriali in carne e bronzo. Perché attore è pure la statua equestre di
Garibaldi sfidata dal marmo inquinato (e poi decollato) del cavalier Cazzaniga,
'incarnazione' del disagio della nazionalità, della decostruzione ideologica e
del vizio a trasformare la storia del passato in politica del presente. Sospeso
tra realtà e caroselli fiabeschi, Il comandante e la cicogna prova a ricomporre
le due anime di un autore che ha merito di (di)versificare lo stile,
raccontando di fenomenologie del disagio e praticando la leggerezza e il
sorriso. Impossibile sembra invece a Soldini la ricomposizione delle due anime
nazionali, quella che coltiva la cultura della memoria alla maniera del padre
di Valerio Mastandrea, che elabora e supera il lutto della consorte
mantenendone acceso il ricordo su cui fonda la consapevolezza dell'unità
familiare, e quella che ne fa scempio come l'avvocato Malaffano di Luca
Zingaretti, spia imparruccata di una deficienza costituzionale congenita della
cultura politica italiana. E tra i buoni e i cattivi padri della nazione,
Soldini inserisce i miti politici (e culturali) collettivi senza i quali non
può esserci quell'identità storica che fa dell'appartenenza nazionale una
scelta democratica quotidiana, la stessa su cui si arrovella il bronzo di
Garibaldi tuonando con la voce di Pierfrancesco Favino. "Membranza cara e
fatal", canta a mezza voce il monumento di Verdi a cui, rivolto alla
"graziosa luna", replica il busto di Leopardi noverando le
"passate cose" che consentono all'uomo continuità e immaginazione. E
a chi vuole delegittimare il passato sulla base delle proprie necessità
politiche, il fato recide la testa ricorrendo a oggetti magici (il gancio di un
braccio meccanico) che all'occorrenza applicano la giustizia o provocano
incontri (un polpo in lana cotta, una scatola di rane surgelate). Attraverso
uno stile consapevolmente naïf e amabilmente posticcio, dichiarato dalla
parrucca nera di Alba Rohrwacher e dal ciglio bianco di Mastandrea, la fiaba di
Soldini si perde e si ritrova, mirata dalla cicogna del titolo. Pietosa
osservatrice e catalizzatrice di relazioni affettive, Agostina si eleva sopra
Torino, agli uomini di bronzo esemplari e a quelli di carne immobili. A volare
alto poi è Mastandrea, icona di un borgatarismo astratto anche quando recita
con inflessione napoletana. In una manciata di minuti, interpretando sensi e
segni annidati negli ideogrammi di un nome cinese, si guadagna il Paradiso del
cinema italiano.
il
trailer del film
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