Non sarebbe difficile (anzi…è facile) per
un buon autore televisivo, capace di prendere spunti ma non scopiazzare, prendere
questo format e introdurre delle varianti per crearne un altro con la stessa idea
di base. Un format più coinvolgente e interattivo.
Ovviamente…mi guarderò bene dallo scrivere
che tipo di varianti si potrebbero apportare…
da:
Avvenire
Rai5, la famiglia gioca al
passato
di
Mirella Poggiolini
Costruito senza dispendio sulla scia di
molti programmi di cui si alimentano pay-tv e canali del digitale, Electric Dream – tre puntate in
onda da mercoledì sera su Rai5 – è una
sorta di ritorno agli Anni ’70 che,
immagina una famiglia inglese pronta a
sbarazzarsi dei vantaggi recati dalla tecnologia negli ultimi quarant’anni
per dimostrare quanto l’elettronica
abbia distolto da una vita semplice e sana giovani e meno giovani. Ecco
quindi che, in una sorta di “Extreme makeover home”, la casa ritorna com’era
allora: il telefonto è uno solo, fisso e in corridoio, il riscaldamento è
centralizzato viene spento, computer e altri aggeggi attuali spariscono, il
congelatore non è stato ancora diffuso, la tv è a due canali, la musica arriva
dal grammofono, e le tappezzerie e gli arredi riassumono il colore forte e i
grandi disegni che hanno caratterizzato il decennio.
Se per un verso notiamo, con qualche
compiacimento, che 40 anni fa la casa media in Inghilterra era meno comoda di
quanto fossero le nostre, pensiamo con nostalgia al tempo andato, il che sembra
inevitabile nei frangenti attuali: e le risatine e gli urletti di marca
anglosassone, con cui i personaggi del film accolgono i cambiamenti, fanno da sottofondo a una
ricognizione in cui è facile per ognuno ripescare qualche ricordo. Una sceneggiatura
più densa e attori meno spaesati avrebbero forse interessante l’esperimento, che riconduce a una rivalutazione della vita
semplice e la famiglia appare più coesa e meno distratta da apparecchi che
tendono a isolare, davanti a schermi sempre accesi. E se lavare i piatti non è
una gran conquista, come nota la massaia, e la lavatrice è ora un’abitudine
necessaria, resta,di positivo, l’immagine forse ingenua ma cattivante di una
famiglia che gioca al passato e intanto si diverte a ricreare il suo piccolo
mondo giocoso, in un impossibile, e divertente, recupero del tempo andato.
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