da:
la Repubblica
Montezemolo le banche e i conflitti di
interesse
di Roberto Mania
Da
candidato politico del centro moderato a manager-imprenditore pigliatutto.
Anche troppo, forse. È stato un repentino ritorno all’antico quello di Luca
Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari, ex presidente della Fiat e
della Confindustria. In poche settimane ha abbandonato tutte le sue personali
ambizioni politiche: resterà «l’allenatore» della lista Italia Futura, che
vorrebbe come goleador Mario Monti, ma non andrà in campo a cercare i voti
nella prossima imprevedibile campagna elettorale. Così si è ributtato nel
business, Ferrari, l’Orient-Express (con l’amico Tata ha lanciato un’opa ostile
da 1,9 miliardi dollari per conquistare la catena di alberghi, resort e treni
con base alle Bermunde) ma anche finanza. La scorsa settimana, infatti, è stato
nominato vicepresidente di Unicredit in rappresentanza del fondo Aabar di Abu
Dhabi. Il fatto che abbia accettato l’incarico va letto come una conferma
implicita del suo passo indietro sul fronte dell’impegno politico. Certo
sarebbe stato difficile candidarsi a Palazzo Chigi con un carico così pesante
di interessi. E di probabili conflitti. Resta tuttavia l’anomalia, tipica del
nostro sistema di capitalismo relazionale: è normale che il vicepresidente di Unicredit abbia come socio in una sua iniziativa imprenditoriale (i treni di Ntv) Intesa San paolo, il gruppo bancario concorrente?
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