da:
la Repubblica
Grandi rischi, si è dimesso ufficio
presidenza
Allarme Protezione civile:
"Vicini a paralisi"
La decisione arriva il giorno dopo la
sentenza del tribunale dell'Aquila che ha condannato sette membri
dell'organismo. Il presidente Maiani: "Impossibile offrire pareri di alta
consulenza scientifica allo Stato". Secondo il Dipartimento ora finirà per
bloccarsi tutta l'attività di previsione e prevenzione
L'attività
di previsione e prevenzione dei grandi rischi è a un passo dalla paralisi. La
denuncia arriva dal Dipartimento della protezione civile dopo che il presidente
della Commissione Grandi rischi, il fisico Luciamo Maiani, ha annunciato le sue
dimissioni come conseguenza della
sentenza del tribunale dell'Aquila 1. Si arriverà alla
paralisi, nota il Dipartimento, "poiché è facile immaginare l'impatto di
questa vicenda su tutti coloro che sono chiamati ad assumersi delle
responsabilità in questi settori considerati i pilastri di una moderna
Protezione civile".
Il
rischio, si sottolinea ancora, "è che si regredisca a oltre vent'anni fa,
quando la Protezione civile era solo soccorso e assistenza a emergenza
avvenuta. Oppure che chi è incaricato di valutare finisca per alzare l'allerta
al massimo livello ogni qualvolta i modelli previsionali forniscano scenari
diversificati, generando una crescita esponenziale di allarmi che provocheranno
assoluta sfiducia nei confronti di chi li emette o situazioni di panico diffuso
tra la popolazione". "In entrambi i casi - prosegue la Protezione
civile - le Istituzioni, primi fra tutti i sindaci, che per legge hanno l'obbligo
di pianificare e prendere decisioni a tutela dei propri cittadini, lo dovranno
fare senza il fondamentale supporto di coloro che fino a ieri, avendo le
necessarie competenze ed esperienze, fornivano valutazioni e interpretazioni
sui
molteplici rischi che interessano il territorio italiano e che da oggi non
si sentono più tutelati dal Paese per cui prestano servizio”.
"Non
vedo le condizioni per lavorare serenamente", ha spiegato Maiani
annunciando il suo passo indietro. "Va chiarito che le nostre consulenze
sono gratuite - ha detto ancora Maiani - Il governo - ha aggiunto il fisico ed
ex presidente del Cnr ed ex Dg del Cern - dovrà ora affrontare il problema
dell'allontanamento degli scienziati dalle istituzioni pubbliche". Poi ha
concluso: "Al momento non conosciamo le motivazioni della sentenza né il
percorso concettuale del giudice, però conosciamo quello del pm e da qui non
vedo le condizioni necessarie per continuare".
Dopo di lui si è dimesso l'intero ufficio di presidenza della Commissione nazionale, composto oltre che dal presidente Maiani, dal presidente emerito Giuseppe Zamberletti e dal vicepresidente, Mauro Rosi. Le dimissioni, si legge in una nota del Dipartimento della Protezione Civile, sono state rassegnate questa mattina al presidente del Consiglio dei ministri.
Dopo di lui si è dimesso l'intero ufficio di presidenza della Commissione nazionale, composto oltre che dal presidente Maiani, dal presidente emerito Giuseppe Zamberletti e dal vicepresidente, Mauro Rosi. Le dimissioni, si legge in una nota del Dipartimento della Protezione Civile, sono state rassegnate questa mattina al presidente del Consiglio dei ministri.
''Il
nostro gesto è a difesa della comunità scientifica e delle garanzie per il modo
della ricerca'', ha detto Giuseppe Zamberletti, 'padre' della Protezione civile
italiana. ''Il rischio - spiega il presidente emerito della commissione Grandi
Rischi- è che gli scienziati non se la sentano più di esprimere liberamente il
risultato delle proprie conoscenze. Che garanzie hanno che gli studi fatti non
possano diventare oggetto di una responsabilità penale? Questo non avviene in
nessuna parte del mondo...Il problema -ha rimarcato Zamberletti - è riuscire a
dare una normativa che, salvo i casi di dolo o di grave negligenza o colpa,
tuteli la ricerca. Adesso si è creato il terrore: se gli esperti esprimono un
parere e c'è la minaccia di un procedimento penale, si perde serenità nel
giudizio. Ci sono restrizioni che possono frenare la libera ricerca''.
E,
dopo le dimissioni dei vertici, lasciano altri membri della commissione Grandi
Rischi. Fra i primi ad averle rassegnate c'è Roberto Vinci, direttore
dell'Istituto per le tecnologie della costruzione del Consiglio nazionale delle
ricerche (Cnr), che oggi ha scritto al presidente del Consiglio, Mario Monti.
''Al momento - ha detto Vinci - alcuni membri si sono dimessi, mentre altri si
vogliono autosospendere''. La decisione di dimettersi, ha detto Vinci, si
devono a due motivi: il primo, spiega, è una sorta di ''autodifesa'': ''ho
visto che cosa è successo e ho pensato alla mia famiglia, conosco le persone
condannate e sono persone per bene. Scatta l'autodifesa quando si è sotto
attacco per un fraintendimento totale delle responsabilità. Il tipo di accusa e
di pena mi hanno fatto pensare ai tempi dei Giacobini''. Il secondo motivo
delle dimissioni è voler ''dare un segnale, per quanto valga in questo Paese,
di un appoggio al persone che, forse per aver agito con una certa ingenuità e
certamente sotto il peso di una grande pressione , sono state accusate di
omicidio multiplo''.
L’opinione di Mario Tozzi: http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2012/10/mario-tozzi-terremoti-sara-sempre.html
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