mercoledì 24 ottobre 2012

Sentenza tribunale dell’Aquila: si dimette Luciano Maiani, presidente Commissioni Grandi rischi



da: la Repubblica

Grandi rischi, si è dimesso ufficio presidenza
Allarme Protezione civile: "Vicini a paralisi"
La decisione arriva il giorno dopo la sentenza del tribunale dell'Aquila che ha condannato sette membri dell'organismo. Il presidente Maiani: "Impossibile offrire pareri di alta consulenza scientifica allo Stato". Secondo il Dipartimento ora finirà per bloccarsi tutta l'attività di previsione e prevenzione

L'attività di previsione e prevenzione dei grandi rischi è a un passo dalla paralisi. La denuncia arriva dal Dipartimento della protezione civile dopo che il presidente della Commissione Grandi rischi, il fisico Luciamo Maiani, ha annunciato le sue dimissioni come conseguenza della sentenza del tribunale dell'Aquila 1. Si arriverà alla paralisi, nota il Dipartimento, "poiché è facile immaginare l'impatto di questa vicenda su tutti coloro che sono chiamati ad assumersi delle responsabilità in questi settori considerati i pilastri di una moderna Protezione civile".
Il rischio, si sottolinea ancora, "è che si regredisca a oltre vent'anni fa, quando la Protezione civile era solo soccorso e assistenza a emergenza avvenuta. Oppure che chi è incaricato di valutare finisca per alzare l'allerta al massimo livello ogni qualvolta i modelli previsionali forniscano scenari diversificati, generando una crescita esponenziale di allarmi che provocheranno assoluta sfiducia nei confronti di chi li emette o situazioni di panico diffuso tra la popolazione". "In entrambi i casi - prosegue la Protezione civile - le Istituzioni, primi fra tutti i sindaci, che per legge hanno l'obbligo di pianificare e prendere decisioni a tutela dei propri cittadini, lo dovranno fare senza il fondamentale supporto di coloro che fino a ieri, avendo le necessarie competenze ed esperienze, fornivano valutazioni e interpretazioni sui
molteplici rischi che interessano il territorio italiano e che da oggi non si sentono più tutelati dal Paese per cui prestano servizio”.
"Non vedo le condizioni per lavorare serenamente", ha spiegato Maiani annunciando il suo passo indietro. "Va chiarito che le nostre consulenze sono gratuite - ha detto ancora Maiani - Il governo - ha aggiunto il fisico ed ex presidente del Cnr ed ex Dg del Cern - dovrà ora affrontare il problema dell'allontanamento degli scienziati dalle istituzioni pubbliche". Poi ha concluso: "Al momento non conosciamo le motivazioni della sentenza né il percorso concettuale del giudice, però conosciamo quello del pm e da qui non vedo le condizioni necessarie per continuare".

Dopo di lui si è dimesso l'intero ufficio di presidenza della Commissione nazionale, composto oltre che dal presidente Maiani, dal presidente emerito Giuseppe Zamberletti e dal vicepresidente, Mauro Rosi. Le dimissioni, si legge in una nota del Dipartimento della Protezione Civile, sono state rassegnate questa mattina al presidente del Consiglio dei ministri.

''Il nostro gesto è a difesa della comunità scientifica e delle garanzie per il modo della ricerca'', ha detto Giuseppe Zamberletti, 'padre' della Protezione civile italiana. ''Il rischio - spiega il presidente emerito della commissione Grandi Rischi- è che gli scienziati non se la sentano più di esprimere liberamente il risultato delle proprie conoscenze. Che garanzie hanno che gli studi fatti non possano diventare oggetto di una responsabilità penale? Questo non avviene in nessuna parte del mondo...Il problema -ha rimarcato Zamberletti - è riuscire a dare una normativa che, salvo i casi di dolo o di grave negligenza o colpa, tuteli la ricerca. Adesso si è creato il terrore: se gli esperti esprimono un parere e c'è la minaccia di un procedimento penale, si perde serenità nel giudizio. Ci sono restrizioni che possono frenare la libera ricerca''.

E, dopo le dimissioni dei vertici, lasciano altri membri della commissione Grandi Rischi. Fra i primi ad averle rassegnate c'è Roberto Vinci, direttore dell'Istituto per le tecnologie della costruzione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che oggi ha scritto al presidente del Consiglio, Mario Monti. ''Al momento - ha detto Vinci - alcuni membri si sono dimessi, mentre altri si vogliono autosospendere''. La decisione di dimettersi, ha detto Vinci, si devono a due motivi: il primo, spiega, è una sorta di ''autodifesa'': ''ho visto che cosa è successo e ho pensato alla mia famiglia, conosco le persone condannate e sono persone per bene. Scatta l'autodifesa quando si è sotto attacco per un fraintendimento totale delle responsabilità. Il tipo di accusa e di pena mi hanno fatto pensare ai tempi dei Giacobini''. Il secondo motivo delle dimissioni è voler ''dare un segnale, per quanto valga in questo Paese, di un appoggio al persone che, forse per aver agito con una certa ingenuità e certamente sotto il peso di una grande pressione , sono state accusate di omicidio multiplo''.

Il Dipartimento, inoltre, ha informato che il professor Mauro Dolce ha presentato le sue dimissioni da direttore dell'Ufficio III - Rischio sismico e vulcanico. 


L’opinione di Mario Tozzi: http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2012/10/mario-tozzi-terremoti-sara-sempre.html

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