giovedì 25 ottobre 2012

Francia: Mafia? Oui, même ici


da: Lettera 43

Mafia, le mani sulla Francia
L'ascesa dei corsi. E dei camorristi italiani.

Marsiglia come Milano. E Nizza come Reggio Calabria. Quasi senza accorgersene, la Francia è diventata terra di criminalità organizzata.
Il Sirasco, il dipartimento antimafia istituito Oltralpe nel 2009, ha stilato un rapporto di 93 pagine che, basandosi sulle informazioni raccolte da polizia e servizi segreti sull'intero territorio nazionale, ha lanciato l'allarme sull'infiltrazione della criminalità organizzata nella République.
MAFIE AUTOCTONE E DI IMPORTAZIONE. Il dossier traccia un intricato disegno di rapporti tra mafie autoctone e di importazione. Un giro di affari di 2 miliardi di euro per il solo commercio della droga. E una lista di quasi 29 mila reati registrati nel 2011, tra violenze, traffico di stupefacenti, rapine a mano armata e regolamenti di conti.
Una serie di episodi criminali che vedono protagonisti gli eredi del banditismo corso, come camorra e 'ndrangheta. Le famiglie criminali italiane dopo aver conquistato Lombardia, Piemonte e Liguria, hanno infatti oltrepassato il confine e colonizzato la riviera francese.
LA COSTA AZZURRO-CALABRO. Le 'ndrine si sono ramificate lungo il litorale baciato dal sole e fitto di palme, lungo la discesa del circuito di Montecarlo, tra i casinò di Cannes e nei quartieri del porto di Marsiglia. E hanno fatto della Cote d'Azur il lato dorato dell'Aspromonte.

In Corsica 15 omicidi in un anno, più che nel resto d'Europa

La nuova consapevolezza nasce da un susseguirsi di eventi allarmanti. Recentemente, la Francia è stata costretta a un difficile esame di coscienza.

Il 22 ottobre il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha annunciato nuove misure contro la criminalità organizzata corsa. Il 16 ottobre Antoine Sollacaro, l'avvocato più famoso della Corsica, difensore di un 'eroe'della causa indipendentista, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre andava in auto in ufficio.
Con il suo assassinio, il numero degli omicidi compiuti nell'isola nell'ultimo anno è salito a 15. Una violenza pro capite superiore a qualsiasi altra regione d'Europa. Dall'inizio del 2011 si contano infatti 37 uccisioni e 117 tentati omicidi.
PARTNERSHIP TRA PIOVRE. E così la stampa d'Oltralpe ha iniziato a interessarsi delle grandi famiglie eredi del banditismo, di riciclaggio di denaro sporco e auto di lusso. E ha poi allargato lo sguardo ai rapporti della mafia francese con i potenti vicini italiani.
Secondo il rapporto della polizia giudiziaria, infatti, la 'ndrangheta e la camorra starebbero cercando di instaurare partnership stabili con la criminalità locale. Cercando, insomma, di replicare la ricetta applicata nei comuni liguri di confine.

Costa Azzurra, rifugio di camorristi e 'ndrine

La denuncia non è nuova. L'aveva già lanciata il procuratore di Sanremo Roberto Cavallone il 24 febbraio 2012: «La regione settentrionale di influenza della 'ndrangheta comprende Liguria, basso Piemonte e Costa Azzurra», aveva dichiarato il magistrato.
I calabresi hanno allungato le mani lungo tutta la fascia meridionale per gestire estorsioni, movimento terra, traffico di droga e il contrabbando di merci cinesi. Ma anche e soprattutto con l'obiettivo di riciclare il denaro sporco in imprese legali.
Secondo le inchieste francesi, infatti, clan calabresi e napoletani si stanno facendo spazio nel settore immobiliare e nella ristorazione. Aprono locali, ristoranti, gestiscono spiagge. E stringono alleanze con le famiglie locali.
IL PATTO TRA CAMORRA E CORSI. Il clan camorristico Tagliamento, per esempio, avrebbe intrecciato rapporti con la famiglia corsa Magnoli. Le forze dell'ordine francesi hanno registrato le prime avvisaglie dell'alleanza nel 2009. Secondo le informazioni delle procure, il baricentro del nuovo abbraccio criminale sarebbe la popolosa e febbricitante Marsiglia.
Molte perle della Costa Azzurra, poi, sono passate dallo status di semplici filiali a vere e proprie «colonie operative» autonome, nuclei di azione criminale indipendente.
Da una parte del confine c'è il clan Pellegrino di Bordighera e Ventimiglia, dove le aziende partecipate e lo stesso Comune è stato commissariato per mafia. Dall'altra «le onorevoli famiglie» insediate nel gioiellino di Saint-Jean-Cap-Ferrat e di Menton.
La dogana non ferma la più importante multinazionale italiana.
L'ARRESTO DEL SUPERLATITANTE CIMA. I segnali erano del resto evidenti. Nel 2010 era stato arrestato in Costa Azzurra il numero due di Cosa Nostra, Giuseppe Falsone. E nel settembre dello stesso anno il super latitante di 'ndrangheta Roberto Cima, inserito tra i 100 criminali più pericolosi, fu individuato dalla polizia francese mentre portava a spasso il cane lungo la costa di Vallauris.
Oltralpe ormai lo hanno capito: la Francia del Sud è diventata come il Nord Italia. Anche se qualcuno continua a sostenere che la mafia neppure esiste.

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