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Lettera 43
Mafia, le mani sulla Francia
L'ascesa dei corsi. E dei camorristi
italiani.
Marsiglia
come Milano. E Nizza come Reggio Calabria. Quasi senza accorgersene, la Francia
è diventata terra di criminalità organizzata.
Il
Sirasco, il dipartimento antimafia istituito Oltralpe nel 2009, ha stilato un
rapporto di 93 pagine che, basandosi sulle informazioni raccolte da polizia e
servizi segreti sull'intero territorio nazionale, ha lanciato l'allarme
sull'infiltrazione della criminalità organizzata nella République.
MAFIE
AUTOCTONE E DI IMPORTAZIONE. Il dossier traccia un intricato disegno di
rapporti tra mafie autoctone e di importazione. Un giro di affari di 2 miliardi
di euro per il solo commercio della droga. E una lista di quasi 29 mila reati
registrati nel 2011, tra violenze, traffico di stupefacenti, rapine a mano
armata e regolamenti di conti.
Una serie di episodi criminali che vedono protagonisti gli eredi del banditismo corso, come camorra e 'ndrangheta. Le famiglie criminali italiane dopo aver conquistato Lombardia, Piemonte e Liguria, hanno infatti oltrepassato il confine e colonizzato la riviera francese.
Una serie di episodi criminali che vedono protagonisti gli eredi del banditismo corso, come camorra e 'ndrangheta. Le famiglie criminali italiane dopo aver conquistato Lombardia, Piemonte e Liguria, hanno infatti oltrepassato il confine e colonizzato la riviera francese.
LA
COSTA AZZURRO-CALABRO. Le 'ndrine si sono ramificate lungo il litorale
baciato dal sole e fitto di palme, lungo la discesa del circuito di Montecarlo,
tra i casinò di Cannes e nei quartieri del porto di Marsiglia. E hanno fatto
della Cote d'Azur il lato dorato dell'Aspromonte.
In Corsica 15 omicidi in un anno, più
che nel resto d'Europa
La
nuova consapevolezza nasce da un susseguirsi di eventi allarmanti.
Recentemente, la Francia è stata costretta a un difficile esame di coscienza.
Il
22 ottobre il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha annunciato nuove misure
contro la criminalità organizzata corsa. Il 16 ottobre Antoine Sollacaro,
l'avvocato più famoso della Corsica, difensore di un 'eroe'della causa
indipendentista, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre andava in
auto in ufficio.
Con
il suo assassinio, il numero degli omicidi compiuti nell'isola nell'ultimo anno
è salito a 15. Una violenza pro capite superiore a qualsiasi altra regione
d'Europa. Dall'inizio del 2011 si contano infatti 37 uccisioni e 117 tentati
omicidi.
PARTNERSHIP
TRA PIOVRE. E così la stampa d'Oltralpe ha iniziato a interessarsi delle
grandi famiglie eredi del banditismo, di riciclaggio di denaro sporco e auto di
lusso. E ha poi allargato lo sguardo ai rapporti della mafia francese con i
potenti vicini italiani.
Secondo
il rapporto della polizia giudiziaria, infatti, la 'ndrangheta e la camorra
starebbero cercando di instaurare partnership stabili con la criminalità
locale. Cercando, insomma, di replicare la ricetta applicata nei comuni liguri
di confine.
Costa Azzurra, rifugio di camorristi e
'ndrine
La
denuncia non è nuova. L'aveva già lanciata il procuratore di Sanremo Roberto
Cavallone il 24 febbraio 2012: «La regione settentrionale di influenza della
'ndrangheta comprende Liguria, basso Piemonte e Costa Azzurra», aveva
dichiarato il magistrato.
I calabresi
hanno allungato le mani lungo tutta la fascia meridionale per gestire
estorsioni, movimento terra, traffico di droga e il contrabbando di merci
cinesi. Ma anche e soprattutto con l'obiettivo di riciclare il denaro sporco in
imprese legali.
Secondo
le inchieste francesi, infatti, clan calabresi e napoletani si stanno facendo
spazio nel settore immobiliare e nella ristorazione. Aprono locali, ristoranti,
gestiscono spiagge. E stringono alleanze con le famiglie locali.
IL
PATTO TRA CAMORRA E CORSI. Il clan camorristico Tagliamento, per esempio,
avrebbe intrecciato rapporti con la famiglia corsa Magnoli. Le forze
dell'ordine francesi hanno registrato le prime avvisaglie dell'alleanza nel
2009. Secondo le informazioni delle procure, il baricentro del nuovo abbraccio
criminale sarebbe la popolosa e febbricitante Marsiglia.
Molte
perle della Costa Azzurra, poi, sono passate dallo status di semplici filiali a
vere e proprie «colonie operative» autonome, nuclei di azione criminale
indipendente.
Da
una parte del confine c'è il clan Pellegrino di Bordighera e Ventimiglia, dove
le aziende partecipate e lo stesso Comune è stato commissariato per mafia.
Dall'altra «le onorevoli famiglie» insediate nel gioiellino di
Saint-Jean-Cap-Ferrat e di Menton.
La
dogana non ferma la più importante multinazionale italiana.
L'ARRESTO
DEL SUPERLATITANTE CIMA. I segnali erano del resto evidenti. Nel 2010 era
stato arrestato in Costa Azzurra il numero due di Cosa Nostra, Giuseppe
Falsone. E nel settembre dello stesso anno il super latitante di 'ndrangheta
Roberto Cima, inserito tra i 100 criminali più pericolosi, fu individuato dalla
polizia francese mentre portava a spasso il cane lungo la costa di Vallauris.
Oltralpe
ormai lo hanno capito: la Francia del Sud è diventata come il Nord Italia.
Anche se qualcuno continua a sostenere che la mafia neppure esiste.
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