“Attila” Rotelli: dove passa lui, non crescono posti di lavoro

Dopo il clamore suscitato dallo scoprire l’”allegra gestione” di Don Verzè, il suo delirio di onnipotenza, il suicidio di Mario Cal, suo braccio destro, ecco calare il silenzio sull’Ospedale San Raffaele.

Come sempre succede in Italia, gli errori manageriali (?) ricadono sui dipendenti. Come sempre succede in Italia, chi subentra, acquistando un’azienda in crisi o presunta tale, come primo atto decide la cosiddetta ristrutturazione aziendale. Dove ‘ristrutturazione’ significa: licenziamenti, cassa integrazione.

Nella consueta “tradizione imprenditoriale italiana”, dove più che capaci manager ci sono faccendieri, biscazzieri ed evasori fiscali, nonché gente di cui non sappiamo l’origine di tanta “fortuna” economica, ecco che stanno per arrivare 450 licenziamenti per i dipendenti (medici esclusi) dell’Ospedale San Raffaele di Milano. 

Saranno i lavoratori a pagare gli effetti del delirio d’onnipotenza di Don Verzè e il passaggio dell’istituto nelle mani di un nuovo potente nello scenario economico-politico italiano: Giuseppe Rotelli.

Il quale, non solo è entrato al San Raffaele, ma siede anche nel consiglio d’amministrazione (cda) del Corriere della Sera (del resto…si sa, per riuscire a essere un imprenditore nel settore sanitario devi avere un quotidiano). Ed è dell’altro ieri la notizia che in Rcs ci sono 500 posti a rischio  

Insomma, Rotelli è il nuovo Attila. Dove passava il barbaro non cresceva più l’erba. Idem con Rotelli: dove passa lui non cresce un posto di lavoro. Anzi: ne spariscono parecchi…

Nel post successivo (immediatamente sopra), un articolo dell’Espresso su Giuseppe Rotelli.