da: Il
Fatto Quotidiano
Lo smog di serie B dimenticato dal Comune di Milano
di Davide D’Antoni
Come andare in apnea.
Prendere una grossa boccata d’ossigeno e poi andar giù negli abissi della città
di Milano fino alla banchina della metropolitana. Pochi metri di profondità e
si trova l’aria più inquinata d’Italia. I numeri sono impressionanti e sono
stati certificati
dall’Arpa Lombardia in uno studio pubblicato 1 anno fa (complimenti ai ricercatori dell’Arpa per l’accuratezza
dei risultati e la vasta campionatura adottata).
Ecco i risultati. Nel periodo 23 marzo – 2 aprile la media
del pm10 rilevata in superficie (centralina Verziere) è stata di 38
microgrammi per metro cubo, nelle banchine delle fermate Piola 187, Cadorna
105, Duomo (linea rossa) 182, Porta Venezia 108, Duomo (linea gialla) 264,
Crocetta 283. Proprio quest’ultima è la stazione dove si trovano gli accumuli
più alti con punte di 327 microgrammi, 10 volte in più dell’esterno. Ruote,
freni e binari contribuiscono a produrre fino al 73% del pm10 accumulato.
All’esterno il vento e la pioggia disperdono gli inquinanti, nell’ambiente
chiuso delle metropolitane no.
Il dossier riposa impolverato su un tavolo del
Comune di Milano. Abbiamo chiesto all’Assessorato ai Trasporti e alla
Mobilità quale politica abbia messo in campo, ma non è arrivata nessuna
risposta. Tutto tace. Vorremmo capire le ragioni di questa inazione. Con Area c, piste ciclabili, domeniche a
spasso, bike e car sharing, il Comune ha preso incisive scelte di mobilità
sostenibile, si sottovaluta invece il cosiddetto inquinamento indoor? I
pendolari che rinunciano all’auto, e dunque non inquinano, sono per assurdo i
più esposti a questi livelli record di smog. Questa contraddizione va sanata. I
pendolari vanno tutelati, anche nell’aria che respirano.
Una soluzione c’è.
Molti occidentali che lavorano a Pechino,
una delle città più inquinate al mondo, hanno installato nei loro appartamenti depuratori che ripuliscono
l’aria dalle sostanze inquinanti. Si tratta di macchine mangia smog che
aspirano l’aria inquinata e la trasformano in pulita. Questa tecnologia si
chiama APA (air pollution abatement) e l’ha brevettata una azienda italiana “Is
TECH” che è arrivata prima nella categoria “Start up” al concorso “Premio
Sviluppo Sostenibile 2013″. In pratica l’aria viene
risucchiata dall’impianto che la lava con getti d’acqua all’interno. L’acqua sporca, mista a polveri sottili,
viene rimossa e gettata nel depuratore municipale. Gli impianti possono essere
alimentati con energia prodotta da fonti rinnovabili e abbattono fino all’80%
tutte le polveri sottili.
Per ripulire dallo smog una stazione
metropolitana servirebbero 2 impianti, uno in coda e l’altro in testa alla
banchina. A Milano ci sono 101 stazioni, ma l’intervento andrebbe ipotizzato
per le sole 83 sotterranee. Calcolatrice alla mano, l’investimento complessivo
sarebbe inferiore ai 2 milioni di euro. Il Comune e ATM non hanno i soldi?
Bene, li invitiamo a partecipare a questo bando europeo appena pubblicato che finanzia
interventi che riducono lo smog nelle nostre città. L’obiettivo dichiarato è quello di evitare 58mila
decessi prematuri e abbattere i costi sanitari derivanti dalle malattie causate
all’inquinamento. Ecco l’Unione Europea che ci piace.
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