da: Lettera 43
Whatsapp,
le alternative all'app di Facebook che tutelano la privacy
Ceduta
a Zuckerberg è finita offline. E temendo gli hacker, gli utenti sono scappati.
Scegliendo altre chat. Come Telegram.
Rivali di Whatsapp crescono. All'indomani
dell'acquisto del servizio di messaggi da parte di Facebook e del pesante
blackout del 22 e 23 febbraio, altre piattaforme di comunicazione hanno
iniziato a minare il 'monopolio' della messaggeria istantanea made in Usa.
Per esempio molti utenti hanno deciso di
utilizzare Telegram Messenger, app che permette di scambiarsi messaggi criptati
e che si autodistruggono dopo un determinato periodo di tempo.
LA SCALATA DI TELEGRAM. Con lo scandalo
Datagate che ha allarmato tutti gli utenti di smartphone e web e in una società
costretta a vivere con la paura costante di essere spiati, Telegram Messenger
in poco tempo ha scalato le classifiche delle app più scaricate. Tanto che se
Jan Koum, l'amministratore delegato di Whatsup, ha spiegato che la sua creatura
continua a macinare nuovi utenti (ha parlato di 15 milioni di nuovi clienti
dopo la cessione a Facebook), in
appena 18 ore (quelle del famoso blackout)
Telegram Messenger è stata scaricata da 4 milioni di persone.
CONVERSAZIONI IN CODICE. Ma quali sono le
novità offerte? In pratica il servizio consente di scambiare conversazioni in
codice, mettendosi al riparo degli hacker.
Ironia della sorte, a inventare l'app sono
stati due fratelli russi, Nikolai e Pavel Durov, cittadini di quel Paese che
certo non brilla per le libertà personali, ma che ha sfidato gli Usa proprio
offrendo asilo politico a Edward Snowden, colui che ha legato il suo nome al
Datagate e alle soffiate di come Washington tenga sotto controllo milioni di
utenti.
Per evitare di finire nel mirino degli
hacker, gli ideatori di Telegram Messenger non hanno fatto altro che
sparpagliare i loro server nel mondo, così che i messaggi inviati dagli
utilizzatori dell'app siano custoditi in diversi Paesi.
L'APP RESTERÀ GRATUITA. Oltre a essere
gratuita (non è previsto possa diventare a pagamento), e a criptare i messaggi,
Telegram Messanger addirittura consente di far sparire (questo sì per sempre)
le conversazioni dopo un periodo di tempo.
Insomma, se qualcuno volesse scambiare
informazioni con altri utenti, ma volesse tenersi al riparo dai ficcanaso, ha
trovato la sua soluzione. Ovvio che oltre agli aspiranti fedifraghi, l'app
potrebbe far gola pure a chi gestisce attività criminali.
Anche se c'è chi sostiene che hacker davvero
esperti possano riuscire ugualmente a impossessarsi di ogni messaggio scambiato
via etere.
DAL GIAPPONE ARRIVA LINE. Problemi di
privacy a parte, non sono stati solo i due fratelli russi a brindare al
blackout di Whatsapp.
La schiera di app alternative a quella su
cui ha messo le mani Facebook, infatti, è ben nutrita e la concorrenza è
destinata ad agguerrirsi, soprattutto dopo l'annuncio di Mark Zuckerberg di
offrire oltre ai messaggi pure telefonate gratuite, tramite internet.
Per esempio c'è la giapponese Line che ha
affermato di aver aggiunto 2 milioni di iscritti - fra Europa e Usa - mentre il
suo principale competitor era offline.
LA SFIDA DELLE TELEFONATE. Oltre a Skype,
di Microsoft, e Viber, appena acquistata dal colosso giapponese dell'e-commerce
Rakuten, è dall'Asia che arriva la vera sfida a Whatsapp con Line in testa, ma
ci sono anche la coreana Kakao Talk e la cinese WeChat.
L'app giapponese, oltre a essere fortemente
competitiva in patria è un buon concorrente in particolare a Taiwan e in
Thailandia, e ha comunicato di avere oltre 350 milioni di utenti registrati. Un
discreto risultato se si considera che Whatsapp ha 450 milioni di utenti attivi
mensili. Almeno fino all'arrivo delle nuove app che ne vogliono minare il
successo.
Nessun commento:
Posta un commento