lunedì 24 febbraio 2014

L’Amaca di Michele Serra

da: la Repubblica

Se fossi consulente all’immagine di Matteo Renzi gli suggerirei di sorridere un poco meno e gongolare solo a tratti, perché la sua troppo evidente contentezza di governare rischia di urtare lo stato d’animo prevalente nel Paese: che non è di letizia. Per giunta, nel continuo sfoggio di se stesso cui è costretto un uomo pubblico, abusare di sorrisi, battutine e piacionerie conduce inevitabilmente al paragone con il più inesausto piacione di tutti i tempi, che è Berlusconi. Paragone del tutto infausto per almeno i due terzi dell’elettorato di Renzi, ai quali il solo sospetto che il renzismo possa essere un derivato del berlusconismo mette i brividi.
Si intende che l’ottimismo, specie di questi tempi, è un bene prezioso; che un’espressione lugubre, un sembiante depresso non sono opportuni, specie in una persona chiamata ad incarnare istituzionalmente le buone intenzioni: ma troppo smalto stona perfino sulle unghie. Usciamo da un ventennio al tempo stesso ingenuo e burino, dove mostrare la dentiera alle telecamere e dire «guardate quanto sono figo» pareva l’essenza stessa della politica. Visto che lei parla sempre di futuro ci aiuti, gentile Matteo, a uscire dal passato. 

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