da: Il Fatto Quotidiano
A dar retta agli “esperti”, da quando sono entrati in Parlamento i 5Stelle non ne hanno azzeccata una. Dunque il Movimento
dovrebbe veleggiare intorno allo zero per cento nei sondaggi e i suoi
parlamentari cercare affannosamente ospitalità nei vecchi partiti o nel gruppo
misto, avverando così l’eterna profezia della stampa sull’imminente fuga di
massa del poderoso esercito dei “dissidenti”.
Purtroppo i sondaggi del M5S vanno a gonfie vele, i fuoriusciti restano i
quattro gatti di un anno fa e i dissidenti altrettanti, poco a che vedere con
Sacharov e Solgenitsin e molto con i due professionisti del finto suicidio sul
cornicione del teatro Ariston. Del resto nel 2011-2012 gli “esperti” salutavano Monti salvatore della Patria e
la fine del berlusconismo; un anno fa annunciavano il trionfo del Pd di Bersani
e di Scelta civica, la fine del berlusconismo e i 5Stelle relegati al 15-18%; nove mesi fa turibolavano Letta nipote
e la “rivoluzione dei quarantenni”; e tre
mesi fa, con la decadenza di B. e la spaccatura del Pdl, oracolavano la
nascita di “un governo più forte” e la solita fine del berlusconismo
soppiantato dall’irresistibile Ncd di Alfano & C. Ne avessero mai azzeccata
una. Il guaio degli “esperti” è che sono
tutti imbullonati alle redazioni e non hanno la più pallida idea di quel
che accade fuori. Rieccoli dunque, pensosi e un po’ spettinati, a domandarsi
chi abbia vinto la partita in streaming fra Renzi e Grillo. Tralasciamo la
risposta dei maestri di cerimonie e dei liberi docenti di bon ton (ha vinto il
ragazzo bene educato e ha perso il vecchio teppista), e concentriamoci sulla
domanda: ma che senso ha?
Renzi
non ha perduto la calma e ha infilato due o tre buone
battute, dunque ha vinto davanti al suo pubblico: l’elettorato del Pd e dei
partiti, che vede in lui l’ultima speranza di un’uscita normale e tradizionale
dalla crisi. Grillo ha vomitato tutto il
suo repertorio come fosse in piazza, ma è stato anche attento a distinguere
fra la persona del suo giovane interlocutore (“buono”) e il sistema retrostante
(“marcio”), e ha vinto davanti al suo pubblico: l’elettorato dei 5Stelle e
degli scontenti dei vecchi partiti, che non si fida più di nessuno e non crede
più alla parodia che chiamiamo “democrazia” (di qui l’“io con te non sono
democratico” grillesco).
Con buona
pace degli esperti che passano il tempo a spiegargli cosa vogliono i suoi
elettori, Grillo lo sa benissimo da
sé. Così come lo sa Renzi, giustamente poco preoccupato
dall’applausometro post-streaming e molto dai ministri e dal programma del
suo governo. Alla frottola della
democrazia in pericolo perché Grillo
non fa parlare Renzi credono soltanto gli esperti nei loro circuiti onanistici
(dove poi non si fa un plissè dinanzi
alle ghigliottine boldrinesche, alle
crisi extraparlamentari, alle riforme piduiste della Costituzione, ai
governi e ai presidenti fabbricati nelle segrete stanze contro il volere degli
elettori).
Quella dell’altroieri non era la partita (che comincia ora), ma solo il “selfie” delle due Italie irriducibili, incomunicabili, inconciliabili. Ma davvero qualcuno può pensare che gli elettori, quando saranno chiamati alle urne, voteranno Pd o M5S in base a quei 9 minuti di streaming? L’elettorato, per quanto idiota possano considerarlo i suoi esegeti e aruspici, è sempre un filo più intelligente di loro. E vota sempre senz’ascoltare i loro preziosi e sapienti consigli: con una mano sul cuore (sempre più incazzato) e l’altra sul portafogli (sempre più vuoto). La percezione di affidabilità dei leader e dei partiti è senz’altro alterata dallo specchio deformante della tv (il conflitto d’interessi: do you remember?). Ma non cambia in due ore di talk o qualche minuto di streaming. Cambierà se oggi Renzi leggerà una lista di nomi presentabili, competenti e nuovi rispetto alla solita sbobba, e se questi riusciranno a combinare qualcosa.
Quella dell’altroieri non era la partita (che comincia ora), ma solo il “selfie” delle due Italie irriducibili, incomunicabili, inconciliabili. Ma davvero qualcuno può pensare che gli elettori, quando saranno chiamati alle urne, voteranno Pd o M5S in base a quei 9 minuti di streaming? L’elettorato, per quanto idiota possano considerarlo i suoi esegeti e aruspici, è sempre un filo più intelligente di loro. E vota sempre senz’ascoltare i loro preziosi e sapienti consigli: con una mano sul cuore (sempre più incazzato) e l’altra sul portafogli (sempre più vuoto). La percezione di affidabilità dei leader e dei partiti è senz’altro alterata dallo specchio deformante della tv (il conflitto d’interessi: do you remember?). Ma non cambia in due ore di talk o qualche minuto di streaming. Cambierà se oggi Renzi leggerà una lista di nomi presentabili, competenti e nuovi rispetto alla solita sbobba, e se questi riusciranno a combinare qualcosa.
Certo, la
sfilata di anime morte e vecchie pantegane che entra ed esce dalle
consultazioni è un gigantesco spot per Grillo. Ma la speranza è l’ultima a
morire. Anzi, è sempre la penultima.
non sono daccordo: secondo me i risultati delle prossime europee saranno per il m5s significativamente peggiori dei numeri delle scorse politiche.
RispondiEliminaE questo sarà solo l'inizio chè alle successive (penso altrettanto vicine) nazionali, la debacle dei 'cittadini' sarà ancora maggiore.
In caso avessi ragione mi aspetto mi venga offerto un caffè...
a completamento aggiungo di non sentirmi un amante delle pantegane in quanto, pur vecchio, non ho mai votato per questi 'onorevoli'
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