martedì 4 febbraio 2014

Primati italiani nell’Unione Europea: infrazione per ritardo pagamenti verso le imprese

da: Agi

Ue: ritardo pagamenti della P. A., procedura infrazione contro l'Italia

"L'Italia è il peggior pagatore dell'Unione europea". Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, annunciando di aver deciso di avviare le pratiche per la procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per il mancato rispetto della direttiva europea 211/7/Ue sui ritardi di pagamento. Violati, ha spiegato Tajani in conferenza stampa, in particolare gli articoli 4 e 7 della direttiva. "La prima lettera partira' oggi pomeriggio: l'Italia avrà cinque settimane di tempo per dimostrare di non avere violato la normativa europea, altrimenti partira' la lettera di messa in mora".
Il vicepresidente della Commissione europea ha spiegato, nel corso della conferenza stampa tenuta con il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, che la decisione è stata presa a fronte dei dossier consegnati dall'Ance e da Confartigianato, nonchè dalla denuncia di Assobiomedica; i rapporti dimostrano che i ritardi nei pagamenti sono diffusi su tutto il territorio nazionale. Il richiamo all'articolo 4, ha spiegato Tajani, è perchè non sono rispettati i termini obbligatori di pagamento (30, 60 giorni); l'articolo 7 viene violato nel momento in cui l'amministrazione pubblica chiede di adottare delle prassi inique, come la
postdatazione di una fattura. L'Italia ha recepito prima di altri Paesi la direttiva, ma non l'ha applicata e "in certi casi si è assistito a un peggioramento della situazione".
"Ora - ha detto Tajani - l'Italia rischia una sanzione pari a un anno di Imu" cioe' circa 3-4 miliardi". "Chiedo che in Italia ci sia veramente un'inversione di tendenza - ha sottolineato - sono costretto ad avviare la pratica perchè non possiamo avere un'amministrazione pubblica con una visione medievale". "L'Italia - ha aggiunto - ha detto di aver pagato 25 miliardi ma questa cifra rappresenta una minima parte di quanto si creda ammontino i debiti pregressi, a cui si aggiungono i nuovi che bisogna pagare". "Se l'Italia è in grado di smentire in cinque settimane le denunce, io non ho alcun problema a chiudere la procedura, ma il mio dovere è far rispettare il diritto comunitario". 

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