da: Agi
Ue:
ritardo pagamenti della P. A., procedura infrazione contro l'Italia
"L'Italia è il peggior pagatore
dell'Unione europea". Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione
europea, Antonio Tajani, annunciando di aver deciso di avviare le pratiche per
la procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per il mancato rispetto
della direttiva europea 211/7/Ue sui ritardi di pagamento. Violati, ha spiegato
Tajani in conferenza stampa, in particolare gli articoli 4 e 7 della direttiva.
"La prima lettera partira' oggi pomeriggio: l'Italia avrà cinque settimane
di tempo per dimostrare di non avere violato la normativa europea, altrimenti
partira' la lettera di messa in mora".
Il vicepresidente della Commissione
europea ha spiegato, nel corso della conferenza stampa tenuta con il presidente
dell'Ance, Paolo Buzzetti, che la decisione è stata presa a fronte dei dossier
consegnati dall'Ance e da Confartigianato, nonchè dalla denuncia di
Assobiomedica; i rapporti dimostrano che i ritardi nei pagamenti sono diffusi
su tutto il territorio nazionale. Il richiamo all'articolo 4, ha spiegato
Tajani, è perchè non sono rispettati i termini obbligatori di pagamento (30,
60 giorni); l'articolo 7 viene violato nel momento in cui l'amministrazione
pubblica chiede di adottare delle prassi inique, come la
postdatazione di una fattura. L'Italia ha recepito prima di altri Paesi la direttiva, ma non l'ha applicata e "in certi casi si è assistito a un peggioramento della situazione".
postdatazione di una fattura. L'Italia ha recepito prima di altri Paesi la direttiva, ma non l'ha applicata e "in certi casi si è assistito a un peggioramento della situazione".
"Ora - ha detto Tajani -
l'Italia rischia una sanzione pari a un anno di Imu" cioe' circa 3-4
miliardi". "Chiedo che in Italia ci sia veramente un'inversione di
tendenza - ha sottolineato - sono costretto ad avviare la pratica perchè non
possiamo avere un'amministrazione pubblica con una visione medievale".
"L'Italia - ha aggiunto - ha detto di aver pagato 25 miliardi ma questa
cifra rappresenta una minima parte di quanto si creda ammontino i debiti
pregressi, a cui si aggiungono i nuovi che bisogna pagare". "Se
l'Italia è in grado di smentire in cinque settimane le denunce, io non ho
alcun problema a chiudere la procedura, ma il mio dovere è far rispettare il
diritto comunitario".
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