venerdì 28 febbraio 2014

Mostre, Palazzo dei Diamanti a Ferrara: Henri Matisse

da: Lettera 43

Henri Matisse in mostra a Ferrara
Ha cambiato il corso dell’arte del Novecento. Con la vitalità dei suoi colori. E l’ossessione per la figura femminile. Ora Palazzo dei Diamanti ne celebra il genio. Fino al 15 giugno.



Gustave Moreau disse un giorno al giovane Henri Matisse, allora studente alla Scuola di Arti decorative di Parigi: «Voi riuscirete a semplificare la pittura».
Il tempo avrebbe dato ragione al maestro, che ebbe il merito di indirizzare l’allievo allo studio dei classici, pur lasciandolo libero di seguire la sua indole.
Innamorato del colore, rivoluzionario nella rappresentazione dei piani e delle superfici, Matisse mise al centro della sua arte la rappresentazione della figura, quella femminile in primis, a cui dedicò tutta la vita, in una sperimentazione incessante attraverso tecniche diverse. I punti cardine della sua arte sono al centro della mostra Matisse, la figura. La forza della linea, l’emozione del colore, a Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 22 febbraio al 15 giugno (tutti i giorni, compresi festivi: 9-19. Per info: http://www.palazzodiamanti.it/1203).

PITTORE, SCULTORE, DISEGNATORE. L’esposizione, curata dalla studiosa Isabelle Monod-Fontaine e promossa dalla Fondazione Ferarra Arte, restituisce un ritratto a tutto tondo dell’artista, evocando il suo percorso creativo attraverso le strette relazioni tra la sua produzione pittorica, scultorea e disegnativa.
Alla base di tutto, il più classico dei temi, quello della figura, ma sovvertito rispetto alla sua rappresentazione tradizionale, nell’incessante ricerca di un ideale pittorico che era soltanto suo, affinato nell’arco di una vita intera. Ad aprire la mostra un magnetico Autoritratto, realizzato nel 1900, insieme ad alcune prove giovanili di studio su modello.
IL FAUVE MATISSE. Si entra poi nel vivo della stagione del Fauvismo. Nel 1898, dopo la morte del maestro Moreau, Matisse scoprì infatti l’Impressionismo e il Neo-Impressionismo, compì un viaggio a Londra per conoscere Turner, affascinato dall’intensità della sua pittura, e trascorse un anno tra la Corsica e Tolosa, riportando il caldo sole meridionale nei suoi paesaggi. Una pittura fatta di colori esaltanti e vivacissimi, in cui erano racchiuse tutte le premesse del movimento pittorico di cui Matisse fu protagonista e indiscusso caposcuola. Il Ritratto di André Derain, il bronzo Nudo disteso e la tela Nudo in piedi, tra i capolavori più importanti all’esposizione ferrarese, incarnano in modo esemplare il credo del fauve di Matisse: «Dei begli azzurri, dei bei rossi, dei bei gialli, delle materie che scuotano il fondo sensuale degli uomini, questo è il punto di partenza del Fauvismo, il semplice coraggio di ritrovare la purezza dei mezzi».

Corpi morbidi e fluttuanti
Il Fauvismo ebbe però vita breve perché non era sostenuto da principi teorici, ma nasceva dalla necessità di rompere con tutti i conformismi e i tradizionali mezzi di rappresentazione.
Così nel 1907 si sciolse, mentre un altro movimento, il Cubismo, capeggiato da un altro fauve, Braque, e da Picasso, si addossò il compito di rompere con gli schemi del passato. Matisse proseguì per la propria strada da solo, mentre la sua arte continuava a evolvere, accompagnata da un successo crescente. Tra gli esempi di questa maturità artistica esposti a Ferrara, il bronzo La serpentina, la tela Nudo con sciarpa bianca, entrambi provenienti dallo Statens Museum for Kunst di Copenhagen, e la Bagnante del MoMA. Tre opere che rappresentano l’apice della sua carriera artistica, sempre più proiettata vero una rappresentazione fluttuante e morbida dei corpi, che arriveranno quasi a fondersi con l’ambiente che li circonda.
L’OSSESSIONE PER LA FIGURA FEMMINILE. Sono opere che rivelano la necessità di raffigurare le suggestioni provenienti dall’osservazione della realtà, sempre sensuale in Matisse, e sempre filtrata dalla fantasia. Nelle tele il colore esplode come non mai prima d’ora, gli interni traboccano di fiori e di tessuti caldi dai toni vivaci, avvolti in una luce solare che sprigiona tutta la gioia di vivere dell’artista che finalmente, nel 1917, aveva realizzato il suo sogno di trasferirsi nei dintorni di Nizza, dove la sua natura solare e mediterranea si sentiva completamente a casa. Al centro di questa vitalità, la figura femminile, che negli anni della Prima guerra mondiale diventa per Matisse quasi un’ossessione, motivata dalla volontà di cogliere l’essenza più profonda delle donne rappresentate. Lo dimostrano i 25 ritratti femminili con il volto di Laurette, la modella italiana dal fascino misterioso dipinta ne Le due sorelle e Nudo seduto di spalle.
IL FASCINO CALDO DEL SUD. Le opere del Dopoguerra parlano ancora di Costa Azzurra e ne riflettono l’incantesimo che questa terra ebbe su Matisse, anche grazie alla riscoperta di Ingres e Renoir. L’artista gioca con i riflessi di luce sulla figura della modella e sugli arredi esotici di cui la circonda, come mostrano due opere straordinarie come il bronzo Grande nudo seduto, in cui la figura, maestosa, dispiega le sue forme nello spazio, o l’Odalisca con i pantaloni grigi, in cui il soggetto è immerso in un sontuoso mosaico di motivi decorativi. Si tratta però di un ritorno fugace alle suggestioni naturali. Gli anni della piena maturità furono infatti caratterizzati da un linguaggio sempre più essenziale, messo a punto grazie a una semplificazione graduale ma inesorabile verso uno stile rigoroso, ottenuto grazie alla restrizione della gamma dei colori, pur senza mai rinunciare alla loro seduzione.
IL SENSO DI ARMONIA. Chiudono la mostra le testimonianze della stupefacente vitalità e dell’inesauribile forza d’immaginazione dell’anziano maestro: gli interni d’atelier pulsanti di toni vivi di Giovane donna in bianco su sfondo rosso, del 1946, Interno blu con due ragazze, dipinto nel 1947, e la serie degli Acrobati, del 1952.
Queste creazioni incarnano l’essenza dell’arte di Matisse, capace con pochi segni di toccare le corde più profonde dell’animo e di infondere un senso di perfetta armonia, che esercitò una straordinaria influenza sugli artisti del suo tempo e sulle generazioni a venire.

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