da: Lettera 43
Henri
Matisse in mostra a Ferrara
Ha
cambiato il corso dell’arte del Novecento. Con la vitalità dei suoi colori. E
l’ossessione per la figura femminile. Ora Palazzo dei Diamanti ne celebra il
genio. Fino al 15 giugno.
Gustave Moreau disse un giorno al giovane
Henri Matisse, allora studente alla Scuola di Arti decorative di Parigi: «Voi
riuscirete a semplificare la pittura».
Il tempo avrebbe dato ragione al maestro,
che ebbe il merito di indirizzare l’allievo allo studio dei classici, pur
lasciandolo libero di seguire la sua indole.
Innamorato del colore, rivoluzionario nella
rappresentazione dei piani e delle superfici, Matisse mise al centro della sua
arte la rappresentazione della figura, quella femminile in primis, a cui dedicò
tutta la vita, in una sperimentazione incessante attraverso tecniche diverse. I
punti cardine della sua arte sono al centro della mostra Matisse, la figura. La
forza della linea, l’emozione del colore, a Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal
22 febbraio al 15 giugno (tutti i giorni, compresi festivi: 9-19. Per info:
http://www.palazzodiamanti.it/1203).
PITTORE, SCULTORE, DISEGNATORE.
L’esposizione, curata dalla studiosa Isabelle Monod-Fontaine e promossa dalla Fondazione
Ferarra Arte, restituisce un ritratto a tutto tondo dell’artista, evocando il
suo percorso creativo attraverso le strette relazioni tra la sua produzione
pittorica, scultorea e disegnativa.
Alla base di tutto, il più classico dei
temi, quello della figura, ma sovvertito rispetto alla sua rappresentazione
tradizionale, nell’incessante ricerca di un ideale pittorico che era soltanto
suo, affinato nell’arco di una vita intera. Ad aprire la mostra un magnetico
Autoritratto, realizzato nel 1900, insieme ad alcune prove giovanili di studio
su modello.
IL FAUVE MATISSE. Si entra poi nel vivo
della stagione del Fauvismo. Nel 1898, dopo la morte del maestro Moreau,
Matisse scoprì infatti l’Impressionismo e il Neo-Impressionismo, compì un
viaggio a Londra per conoscere Turner, affascinato dall’intensità della sua
pittura, e trascorse un anno tra la Corsica e Tolosa, riportando il caldo sole
meridionale nei suoi paesaggi. Una pittura fatta di colori esaltanti e
vivacissimi, in cui erano racchiuse tutte le premesse del movimento pittorico
di cui Matisse fu protagonista e indiscusso caposcuola. Il Ritratto di André
Derain, il bronzo Nudo disteso e la tela Nudo in piedi, tra i capolavori più
importanti all’esposizione ferrarese, incarnano in modo esemplare il credo del
fauve di Matisse: «Dei begli azzurri, dei bei rossi, dei bei gialli, delle
materie che scuotano il fondo sensuale degli uomini, questo è il punto di
partenza del Fauvismo, il semplice coraggio di ritrovare la purezza dei mezzi».
Corpi
morbidi e fluttuanti
Il Fauvismo ebbe però vita breve perché non
era sostenuto da principi teorici, ma nasceva dalla necessità di rompere con
tutti i conformismi e i tradizionali mezzi di rappresentazione.
Così nel 1907 si sciolse, mentre un altro
movimento, il Cubismo, capeggiato da un altro fauve, Braque, e da Picasso, si
addossò il compito di rompere con gli schemi del passato. Matisse proseguì per
la propria strada da solo, mentre la sua arte continuava a evolvere,
accompagnata da un successo crescente. Tra gli esempi di questa maturità
artistica esposti a Ferrara, il bronzo La serpentina, la tela Nudo con sciarpa
bianca, entrambi provenienti dallo Statens Museum for Kunst di Copenhagen, e la
Bagnante del MoMA. Tre opere che rappresentano l’apice della sua carriera artistica,
sempre più proiettata vero una rappresentazione fluttuante e morbida dei corpi,
che arriveranno quasi a fondersi con l’ambiente che li circonda.
L’OSSESSIONE PER LA FIGURA FEMMINILE. Sono
opere che rivelano la necessità di raffigurare le suggestioni provenienti
dall’osservazione della realtà, sempre sensuale in Matisse, e sempre filtrata
dalla fantasia. Nelle tele il colore esplode come non mai prima d’ora, gli
interni traboccano di fiori e di tessuti caldi dai toni vivaci, avvolti in una
luce solare che sprigiona tutta la gioia di vivere dell’artista che finalmente,
nel 1917, aveva realizzato il suo sogno di trasferirsi nei dintorni di Nizza,
dove la sua natura solare e mediterranea si sentiva completamente a casa. Al
centro di questa vitalità, la figura femminile, che negli anni della Prima
guerra mondiale diventa per Matisse quasi un’ossessione, motivata dalla volontà
di cogliere l’essenza più profonda delle donne rappresentate. Lo dimostrano i
25 ritratti femminili con il volto di Laurette, la modella italiana dal fascino
misterioso dipinta ne Le due sorelle e Nudo seduto di spalle.
IL FASCINO CALDO DEL SUD. Le opere del
Dopoguerra parlano ancora di Costa Azzurra e ne riflettono l’incantesimo che
questa terra ebbe su Matisse, anche grazie alla riscoperta di Ingres e Renoir.
L’artista gioca con i riflessi di luce sulla figura della modella e sugli
arredi esotici di cui la circonda, come mostrano due opere straordinarie come
il bronzo Grande nudo seduto, in cui la figura, maestosa, dispiega le sue forme
nello spazio, o l’Odalisca con i pantaloni grigi, in cui il soggetto è immerso
in un sontuoso mosaico di motivi decorativi. Si tratta però di un ritorno
fugace alle suggestioni naturali. Gli anni della piena maturità furono infatti
caratterizzati da un linguaggio sempre più essenziale, messo a punto grazie a
una semplificazione graduale ma inesorabile verso uno stile rigoroso, ottenuto
grazie alla restrizione della gamma dei colori, pur senza mai rinunciare alla
loro seduzione.
IL SENSO DI ARMONIA. Chiudono la mostra le
testimonianze della stupefacente vitalità e dell’inesauribile forza
d’immaginazione dell’anziano maestro: gli interni d’atelier pulsanti di toni
vivi di Giovane donna in bianco su sfondo rosso, del 1946, Interno blu con due
ragazze, dipinto nel 1947, e la serie degli Acrobati, del 1952.
Queste creazioni incarnano l’essenza
dell’arte di Matisse, capace con pochi segni di toccare le corde più profonde
dell’animo e di infondere un senso di perfetta armonia, che esercitò una
straordinaria influenza sugli artisti del suo tempo e sulle generazioni a
venire.
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