giovedì 13 febbraio 2014

Da Baffino (D’Alema) a Berluschino (Matteo Renzi) che fa il golpino: fatto fuori Letta




Nell’ex Pci, poi diventato DS, Pds, Pd (l’ordine non me lo ricordo ma, tant’è, invertendo l’ordine il partito non cambia) c’era una volta….Baffino. Al secolo: Massimo D’Alema. Che, un bel (?!) giorno – con il “supporto” – dello schizofrenico Cossiga, fece fuori Romano Prodi e prese il suo posto diventando presidente del consiglio.

C’era una volta baffino…oggi abbiamo: Berluschino, al secolo Matteo Renzi, dall’8 dicembre padrone unico del Pd, dopo aver vinto le primarie con tre milioni di voti. Dicasi: tre. Non trenta.

Per la serie: ‘un culo, una sedia’, il padrone unico del Pd, nonché sindaco di Firenze, vuole diventare anche presidente del consiglio. Come Berlusconi – l’originale che gli rimane superiore in tutto e per tutto – ha cambiato idea e obiettivo nel giro di pochi giorni.
Una settimana fa aveva preparato una proposta di riforma elettorale per riesumare la mummia Silvio Berlusconi. Che, ovviamente, l’ha talmente apprezzata da appropriarsene dichiarando: “queste non sono le riforme di Renzi bensì le nostre volute fin dalla mia discesa in campo”.
Questa proposta sfornata e concordata in pochi giorni – fatto indubbiamente inusuale nel panorama politico italiano – doveva diventare la riforma elettorale con cui votare tra un anno.
Perché Renzi ha voluto riesumare lo “statista” Berlusconi servendogli una riforma elettorale che avvantaggia le aggregazioni nel centro destra. E’ un pazzo? In un certo senso…è un megalomane. Berluschino si era convinto di poter battere Silvio nelle urne pur con quello schema elettorale.

Sennonché, tra un talk e un altro, tra un giro in smart e uno in bicicletta, tra un’inaugurazione di un giardino pubblico a Firenze e una mangiata con Oscar Farinetti, ha pensato che no, lasciare Letta nel suo governo del rimando e con una riforma elettorale creata su misura per il centro destra, battere nelle urne Berlusconi è un’impresa a dir poco improbabile.
Berluschino Renzi avrà anche avuto qualche attimo di “esitazione”, risolto velocemente grazie al sostegno della Finanza amica - quella buona, perché quella cattiva sta tutta con D’Alema e con la vecchia dirigenza –, ed ecco che è arrivata la decisione: io so fare meglio di Letta. Io prendo il suo posto.
Certo, mi serve qualche anno. Uno non basta. Qualche anno, nei quali, magari, può arrivare anche una piccolissima ripresa economica. E se i Mercati credessero in me, come credevano nel 2008 in Silvio Berlusconi – non c’è schema elettorale che tenga: vinco anche con il proporzionale.
Quindi: governerò io nei prossimi anni e farò meglio di Enrico Letta. Parola di Berluschino.
Ecco quindi com’è ”maturato” il benservito a Enrico Letta. Che domani presenterà le sue dimissioni. Inizia l’era del Berluschino.

Vi avverto. Non so come ho potuto resistere a vent’anni di Silvio Berlusconi; ma ancor più: come posso ancora resistere al modello berlusconismo che rimane e imperversa. Non sono in grado di reggere vent’anni di renzismo. Penso che mi trasferirò alle Cayman.
Bisogna pur imparare qualcosa dalla vita….e…dalla politica italiana.

2 commenti:

  1. L’Utopia che vorrei
    Semplice licenzierei tutti i Parlamentari onorevoli e senatori compresi i partiti che li rappresentano
    Io paragonerei L’Italia ad una grossa azienda che non ha bisogno di partiti per essere amministrata
    Ma di un Amministratore Delegato (Eletto dal Popolo)con l'obbligo di stipulare una assicurazione di tasca sua( Con durata quinquennale ) se i conti annuali risulteranno in regola. gli verrà rimborsata.
    Se i conti non tornano ? chi ha sbagliato pagherà i danni creati e il costo delle elezioni di tasca sua
    Il tutto vale anche per i presidenti Regionali e i Sindaci anche loro Eletti dal Popolo
    ( le provincie le abolirei)
    Comuni e Regioni sceglierebbero un rappresentante ciascuno che andrebbero a far parte del consiglio di Amministrazione alle dipendenze de l’Amministratore Delegato
    Che gestirà solo le spese per le Opere pubbliche d’interesse Nazionale facenti parte il programma quinquennale Votato da gli Elettori .
    Scartando le spese non facenti parte i programmi non votati dal Popolo delle singole Regioni
    Avranno priorità assoluta solo le spese dovute a calamità Naturali.
    Con l’obbligo ogni fine anno di presentare la nota delle spese sostenute dalle Regioni
    I Sindaci le spese Annuali le presenteranno alla loro Regione ha sua volta ogni singola Regione dovrà presentare la nota delle spese annuali A l’Amministratore delegato
    Con questa doppia documentazione si terranno d’occhio l’uno con l’altro.
    Provate ha fare i conti sul risparmio che ci sarebbe di tempo e di Danaro col tempo annulleremo il debito Pubblico riattivando L’Economia per dare quel Futuro che oggi non c’è ai Giovani. VITTORIO

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