martedì 18 febbraio 2014

Noemi, tempo di Festival e di ‘Made in London’: “mi sono sempre sentita fuori dal gruppo”


Noemi: “Mi sono sempre sentita fuori dal gruppo”        
La cantante si presenta al festival con due canzoni lontane dai “canoni sanremesi”, ma è soddisfatta: “Sono brani a mia immagine e somiglianza”. E qui si racconta, dal “delirio” post X Factor al trasferimento a Londra 
di Maria Laura Giovagnini

E al terzo (Sanremo), canterà il gallo? Riuscirà Noemi - che è stata all'Ariston nel 2010 e nel 2012 - ad aggiudicarsi la kitschissima statuetta con il leone e la palma? Di sicuro, è data fra i possibili vincitori, a pari merito con Francesco Renga. 

Lei che si aspetta?
Sono già contenta così. Ero sicura che non avrebbero accettato i pezzi perché sono molto diversi dai “canoni sanremesi”. Da parte mia è un atto di coraggio presentarmi con brani da outsider... Del resto, mi sono sempre sentita fuori dal gruppo. Spero che siano capiti ma, se non succedesse, lo accetterei con tranquillità: ho dato il massimo. 


Cosa hanno di particolare le due canzoni? 
Un sound internazionale, moderno: mi sono persino trasferita a vivere a Londra per una crescita artistica (l'album, in uscita il 20 febbraio, si intitola appunto Made in London,ndr). Per quanto riguarda i testi, le ho scritte un po' come un viaggio verso me stessa. Un uomo è un albero racconta il tipo di persona che mi piacerebbe essere: forte, con radici profonde, che supera qualsiasi avversità (neve, pioggia, grandine) e tende verso l'alto... Quella della pianta è una bella immagine per descrivere un essere umano di quelli supercompleti. Bagnati dal sole , invece, parla di un momento preciso della vita: quando - dopo tante paure - accetti tutto quello che sei, tutto quello che fai e ti senti come sommersa dalla sensazione di calore, benessere, serenità, tranquillità. 

Quando si è sentita “bagnata dal sole”?
Quando ho finito questo album, di cui curo anche la produzione artistica: fare un disco a propria immagine e somiglianza è stato importante. Sono stata coerente con me stessa, mentre mi ero un po’ persa nei quattro anni che ho vissuto dopo X Factor (arrivò quinta nel 2009, ndr): mi lasciavo portare dal destino: mi capitava quello e lo facevo, mi capitava quell'altro e lo facevo... Stavolta ho voluto che niente succedesse per caso.

Un Sanremo che le è rimasto nella memoria? 
Giorgia che cantava E poi... Avrò avuto 10-12 anni e ricordo d'essermi chiesta: che cos'è questa voce? Assolutamente fuori dal coro per quel periodo storico, poi l'hanno copiata tutte… Il mio primissimo Sanremo è stato bello, anche se mi sentivo tesa come una corda di violino. Prima di cantare tiro sempre un sospiro profondissimo, e il microfono lo amplificò: sembrò il grugnito di uno gnu...

Stavolta come si prepara a gestire lo stress? 
In realtà sono serena: le canzoni mi rappresentano, mi piacciono, ora sta al giudizio degli altri. Per natura sono abbastanza rilassata di mio.

Ha qualche rito portafortuna?
Non sono per nulla scaramantica: non sopporto d'essere rinchiusa dentro gesti, consuetudini.

Ci anticipi il suo look. 
Moderno e al tempo stesso con un sapore vintage: abiti di vari stilisti semplici, alcuni colorati, ma sempre divertenti. 

Fra i campioni siete solo quattro donne: c'è un soffitto di cristallo pure a Sanremo? 
Nooo! Anzi, ultimamente emergono solo donne (Malika, Arisa…), sono i maschi che faticano un po' . L'ambiente della musica - è vero - resta un po' maschilista, però non tanto per gli interpreti ma là dove ci si occupa di produzioni, un uomo al comando è più frequente da vedere.

Qualche rivalità?
Forse noi quattro in questo sanremo siamo come quattro angoli di un quadrato: non c'è rivalità perché siamo l'una molto diversa dall'altra. A volte le donne sanno essere terrificanti, Madonna, ma non credo che sia il nostro caso.

Qualche consiglio per i giovani? In fondo lei è anche la coach del talent The Voice.
Prima di tutto: amare la musica. Mi sembra che molti amino di più apparire: hanno questi look devastanti poi non sanno chi è il Duca Bianco (David Bowie, ndr)! Poi è importante studiare uno strumento (Noemi ha iniziato a 7 con il pianoforte e a 11 con la chitarra, ndr), avere una band, ascoltare una marea di dischi. Essere teenager sfigati, di quelli che nessuno si fila e si rifugiano nella musica: è un ottimo modo per diventare grandi artisti.

I talent sono una buona scorciatoia?
Per alcuni versi sì: è l'unico modo per farsi ascoltare da più gente possibile. Però aggiungerei: non iscrivetevi a 16 anni con la speranza di essere capiti in tre mesi. Iscrivetevi quando avete un progetto e quindi una piattaforma salda. Non ci si può inserire troppo giovani in un contesto così duro come quello della tv e della musica. Uno può obbiettare: Michael Jackson aveva cinque anni. Sì, ma era Michael Jackson. E, comunque, dopo un po' di problemi ce l'ha avuti pure lui…

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