Noemi:
“Mi sono sempre sentita fuori dal gruppo”
La
cantante si presenta al festival con due canzoni lontane dai “canoni
sanremesi”, ma è soddisfatta: “Sono brani a mia immagine e somiglianza”. E qui
si racconta, dal “delirio” post X Factor al trasferimento a Londra
di Maria
Laura Giovagnini
E al terzo (Sanremo), canterà il gallo?
Riuscirà Noemi - che è stata all'Ariston nel 2010 e nel 2012 - ad aggiudicarsi
la kitschissima statuetta con il leone e la palma? Di sicuro, è data fra i
possibili vincitori, a pari merito con Francesco Renga.
Lei che si aspetta?
Sono già contenta così. Ero sicura che non
avrebbero accettato i pezzi perché sono molto diversi dai “canoni sanremesi”.
Da parte mia è un atto di coraggio presentarmi con brani da outsider... Del
resto, mi sono sempre sentita fuori dal gruppo. Spero che siano capiti ma, se
non succedesse, lo accetterei con tranquillità: ho dato il massimo.
Cosa hanno di particolare le due canzoni?
Un sound internazionale, moderno: mi sono
persino trasferita a vivere a Londra per una crescita artistica (l'album, in
uscita il 20 febbraio, si intitola appunto Made in London,ndr). Per quanto
riguarda i testi, le ho scritte un po' come un viaggio verso me stessa. Un
uomo è un albero racconta il tipo di persona che mi piacerebbe essere:
forte, con radici profonde, che supera qualsiasi avversità (neve, pioggia,
grandine) e tende verso l'alto... Quella della pianta è una bella immagine per
descrivere un essere umano di quelli supercompleti. Bagnati dal sole , invece, parla di un momento preciso della
vita: quando - dopo tante paure - accetti tutto quello che sei, tutto quello
che fai e ti senti come sommersa dalla sensazione di calore, benessere,
serenità, tranquillità.
Quando si è sentita “bagnata dal sole”?
Quando ho finito questo album, di cui curo
anche la produzione artistica: fare un disco a propria immagine e somiglianza è
stato importante. Sono stata coerente con me stessa, mentre mi ero un po’ persa
nei quattro anni che ho vissuto dopo X Factor (arrivò quinta nel 2009, ndr):
mi lasciavo portare dal destino: mi capitava quello e lo facevo, mi capitava
quell'altro e lo facevo... Stavolta ho voluto che niente succedesse per caso.
Un Sanremo che le è rimasto nella memoria?
Un Sanremo che le è rimasto nella memoria?
Giorgia che cantava E poi... Avrò
avuto 10-12 anni e ricordo d'essermi chiesta: che cos'è questa voce?
Assolutamente fuori dal coro per quel periodo storico, poi l'hanno copiata
tutte… Il mio primissimo Sanremo è stato bello, anche se mi sentivo tesa come
una corda di violino. Prima di cantare tiro sempre un sospiro profondissimo, e
il microfono lo amplificò: sembrò il grugnito di uno gnu...
Stavolta
come si prepara a gestire lo stress?
In realtà sono serena: le canzoni mi
rappresentano, mi piacciono, ora sta al giudizio degli altri. Per natura sono
abbastanza rilassata di mio.
Ha qualche rito portafortuna?
Non sono per nulla scaramantica: non
sopporto d'essere rinchiusa dentro gesti, consuetudini.
Ci anticipi il suo look.
Ci anticipi il suo look.
Moderno e al tempo stesso con un sapore
vintage: abiti di vari stilisti semplici, alcuni colorati, ma sempre
divertenti.
Fra i campioni siete solo quattro donne: c'è un soffitto di cristallo pure a Sanremo?
Nooo! Anzi, ultimamente emergono solo donne
(Malika, Arisa…), sono i maschi che faticano un po' . L'ambiente della musica -
è vero - resta un po' maschilista, però non tanto per gli interpreti ma là dove
ci si occupa di produzioni, un uomo al comando è più frequente da vedere.
Qualche rivalità?
Forse noi quattro in questo sanremo siamo
come quattro angoli di un quadrato: non c'è rivalità perché siamo l'una molto
diversa dall'altra. A volte le donne sanno essere terrificanti, Madonna, ma non
credo che sia il nostro caso.
Qualche consiglio per i giovani? In fondo lei è anche la coach del talent The Voice.
Prima di tutto: amare la musica. Mi sembra
che molti amino di più apparire: hanno questi look devastanti poi non sanno chi
è il Duca Bianco (David Bowie, ndr)! Poi è importante studiare uno
strumento (Noemi ha iniziato a 7 con il pianoforte e a 11 con la chitarra, ndr),
avere una band, ascoltare una marea di dischi. Essere teenager sfigati, di
quelli che nessuno si fila e si rifugiano nella musica: è un ottimo modo per
diventare grandi artisti.
I talent sono una buona scorciatoia?
I talent sono una buona scorciatoia?
Per alcuni versi sì: è l'unico modo per
farsi ascoltare da più gente possibile. Però aggiungerei: non iscrivetevi a 16
anni con la speranza di essere capiti in tre mesi. Iscrivetevi quando avete un
progetto e quindi una piattaforma salda. Non ci si può inserire troppo giovani
in un contesto così duro come quello della tv e della musica. Uno può
obbiettare: Michael Jackson aveva cinque anni. Sì, ma era Michael Jackson. E,
comunque, dopo un po' di problemi ce l'ha avuti pure lui…
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