“Internazionale” è la parola che ricorre di
più alla presentazione del nuovo album di Noemi, “Made in London”, in
uscita il 20 febbraio, in contemporanea alla partecipazione al Festival di
Sanremo (dove sarà in gara con “Bagnati dal sole” e “Un uomo è un
albero”).
Che la cantante avesse cambiato suono e impostazione lo si era capito
dall'anteprima delle canzoni sanremesi - l’ascolto di “Made in London” conferma
quella prima impressione: Il disco ha un suono che gioca molto su campioni,
percussioni e ritmi elettronici, su cui entra la voce di Noemi. L’album è stato
registrato nella capitale inglese, come è chiaro fin dal titolo. “Mi ci sono
proprio trasferita ed è stato un bel bagno di umiltà.”, ha spiegato la cantante
alla stampa, radunata oggi in uno studio di registrazione milanese. Corona in
testa da piccola principessa (come sulla copertina del disco - il gadget è stato
distribuito alla stampa, nell’amichevole tentativo di farle perdere quel poco
di dignità che le rimane...), Noemi ha raccontato con entusiasmo la lavorazione
del disco. “Io con questo terzo album volevo cambiare le carte in tavola.
Finora sono conosciuta come la ‘brava cantante’ - ma per me andare a Londra ha
avuto un significato forte: la mia voce, che consideravo inutile da quelle
parti,
invece è piaciuta anche lì e sono nate delle belle cose. Sembra una
delle città più fredde del mondo, ma c’è un bellissimo mood per la creatività e
per la collaborazione. La domanda era se potevo fare un disco internazionale ma
senza perdere la mia identità italiana”, racconta con trasporto.
Lunga la lista dei collaboratori
internazionali (sotto l’egida dell’italiano di nascita ma internazionale per
vocazione Charlie Rapino: “E stato un tassello importante: facendomi incontrare
molte persone mi ha alzato molte palle,spero di averle schiacciate”): alla
produzione Steve Brown (collaboratore di Laura Mvula) e autori come Paul O’
Duffy (co-autore di Amy Winehouse), Paul Stathatm, Dmitri Tvokoi (dei Placebo)
e Shelly Poole, assieme a nomi italiani come Diego Mancino, Luca Chiaravalli e
Daniele Magro (ex di X Factor, come Noemi). Noemi canta anche in inglese, come
in “Passenger”: “Un testo bellissimo, scritto da Jamie Hartman, l’autore di
‘You’re beautiful’ di James Blunt. Abbiamo provato a tradurlo, ma mi piaceva
così com’era, mi piace il messaggio: siamo tutti passeggeri, alla fine”. Noemi
ha scritto in larga parte i testi delle canzoni: “C’è una musica di un certo
tipo, con l’amore per il ritmo, per la modernità per la melodia.... E’ un disco
con due facce: alcuni testi più pesanti e altri più leggeri ma spero mai
banali”, spiega
Di Sanremo, Noemi dice: "Ho avuto la possibilità di portare due canzoni che descrivono il mio album, che non sono state scritte per l’occasione. Credo tantissimo in questo disco: la produzione, la scrittura - ho seguito quasi tutto io assieme ad una squadra bellissima - e volevo dargli la giusta vetrina”.
Dopo Sanremo, partirà The Voice - di cui Noemi è nuovamente giudice, e che è già in fase di produzione. E poi ci sarà un tour, prodotto da Massimo Levantini per Live Nation, con inizio il 17 aprile agli Arcimboldi di Milano, chiusura il 23 maggio a Roma, all’Auditorium della Conciliazione: “Sarò il direttore musicale anche del tour. Quello del disco è un suono molto elettronico, cercherò di incastrare la mia band all’interno della sequenze: sarà una bella sfida. Sarà comunque un concerto suonato, in posti pettinati come i teatri, e cercheremo di spettinarli”.
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