da: La Stampa
Grillini,
veleni e accuse via email
Nel
mirino il ruolo di Casaleggio
I
dissidenti: ha troppo potere. E parlano di un nuovo gruppo
di Andrea
Malaguti
Domenica. Bar nel centro di Roma. Un
senatore Cinque Stelle mostra il velenoso carteggio via mail tra una serie di
colleghi e Claudio Messora, responsabile della Comunicazione del Movimento a
Palazzo Madama. Un compagno di viaggio fino a ieri. Il nemico oggi. Ma è
Messora l’obiettivo di questo nuovo melodramma di Palazzo, apparentemente
destinato a a chiudersi con una scissione subito dopo il V-Day («Lo so,
sembriamo Scelta Civica o il Pdl-Forza Italia, fa male ma è così»), o sono le
Guide Illuminate Grillo e Casaleggio? «L’obiettivo è evitare che il Movimento
si trasformi nell’ennesima esperienza autoritaria», dice il senatore, lasciando
cadere le braccia come se fossero improvvisamente attratte dal pavimento.
«Legga. Ci vogliono trasformare in un partito come gli altri. Anzi, peggio».
Beve un caffè d’orzo. Poi mostra le mail.
Qui non ci sono falchi e colombe.
Piuttosto vipere e manguste. Il linguaggio
informale e spietatamente franco della posta elettronica rivela le lacerazioni
di un universo terremotato. L’ultima scusa per azzuffarsi è la «piattaforma
web» alla quale affidare le proposte di legge immaginate dai cittadini. Uno
strumento che lo stesso Messora ha definito «poco più di un forum, un mezzo da
perfezionare, comunque il primo passo verso una rivoluzione». A chi gli
contesta che in questo modo Casaleggio parcellizza la partecipazione degli
elettori e controlla direttamente gli interventi sul blog, il Capo della
Comunicazione replica: «Le persone di cui voi senatori portate la voce sono
(come in ogni partito) i comparabili ai tesserati. La democrazia diretta la fai
con chi decide di partecipare attivamente».
Una risposta che scatena la bufera. «Questa
è l’idea di democrazia diretta a cui pensano Grillo, Casaleggio e il loro
caporale sul campo a spese degli italiani», si lamenta il senatore, mostrando
la mail della collega XXX che recita. «Quanti sono gli attivisti certificati?
Circa 400.000. Quanto sono gli elettori M5S? Circa 9 milioni. Quanti sono i
cittadini interessati dalle leggi proposte e approvate? Oltre 60 milioni».
Siamo un Movimento orizzontale o verticale? Immediata la risposta di Messora
(«XXX ti rendi conto che i dati sugli attivisti certificati risiedono sui
server della Casaleggio? Se non usi la piattaforma integrata come credi che una
vostra proposta possa trovare legittimazione?») che scatena l’ironia di un
altro dissidente. «XXX rassegnati, anche tu non emani la luce». Non è solo la
piattaforma ad alimentare il disagio. Anche la scelta di mandare in streaming
solo una parte delle riunioni dei cittadini-senatori non convince la minoranza
dissidente. «La diretta è Comunicazione, impatta sull’immagine complessiva del
Movimento, dunque ricade sotto la giurisdizione non dell’assemblea, ma di
Grillo /Casaleggio. Qui rappresentati da me», scrive Messora. Così una
senatrice, apparentemente in preda all’angoscia di chi è convinto che la notte
durerà per sempre, si ribella. «ALT!!! Leggo cose inaccettabili. GIURISDIZIONE?
Claudio sei sicuro di conoscere il significato dei termini che usi? Se sì, mi
giunge nuova la notizia di avere una giurisdizione da parte di Grillo
(Casaleggio?) o di chiunque su quello che facciamo». E quel Casaleggio tra
parentesi è l’emblema del collasso imminente. Inevitabili anche le accuse sul
denaro. Un dissidente si sfoga: «Claudio, del tuo trattamento economico e del
tuo comportamento parleremo con Casaleggio, complice di tutto ciò», Complice. E
un altro: «Ne parleremo anche con gli attivisti, che già si sono accorti delle
ingenti spese del gruppo per il tuo alloggio, oltre che della tua diaria e del
tuo compenso fuori dal codice di comportamento». Messora non ci sta. Attacca.
«Io non ho nulla che non sia trasparente (allega il link con la busta paga),
gli attivisti invece si sono accorti dei 1800 euro in un mese e mezzo per
abbigliamento e lavanderia e dei 1950 euro di abbigliamento e spese per la
campagna elettorale». Siamo agli stracci. C’è chi interviene in difesa del Capo
della Comunicazione. E del Guru milanese. «YYY per me stai delirando. Il nostro
problema è Messora? Per carità, torniamo in noi».
Troppo tardi. I dissidenti, che a pranzo
parlano apertamente di un nuovo gruppo, considerano gli ortodossi più estranei
dei pastori del Shael che almeno vedono nei documentari del National
Geographic. Ma è più facile rimanere affascinati dagli altri quando li vedi in
tv. O su un pc. La realtà è sempre un’altra cosa.
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