Nel p.s, Travaglio commenta la “reazione” grillina verso una giornalista del quotidiano accusata di falsità scrivendo: “(vera, e per nulla scandalosa) la richiesta
di un contributo ai parlamentari per autofinanziare il prossimo V-Day”.
Dissento sul “per
nulla scandalosa”. Travaglio dovrebbe ben sapere che è “scandalosa” nella concezione
grillina per cui non si chiedono finanziamenti, sovvenzioni, rimborsi e via
dicendo. Da qui, Travaglio lo sa benissimo, la “reazione scomposta” all’interno
di un gruppo con parecchi ignoranti, alcuni saccenti, alcuni piegati alle
“veline” di Casaleggio e Grillo e pochissimi rari casi di parlamentari.
da: Il
Fatto Quotidiano
Dunque, ricapitolando.
Il vero scandalo del caso Cancellieri è che la stampa abbia pubblicato le sue
telefonate con i Ligresto’s. E il vero scandalo del caso Vendola è che i
giornali abbiano riportato la sua chiacchierata ridanciana con Archinà, il
faccendiere dei Riva. Lo sostiene una multiforme e trasversale combriccola di
politicanti, che naturalmente ha deciso di lasciare la Cancellieri e il Vendola
ai loro posti. Per la Cancellieri, la scusa è che non è indagata. Per Vendola
non si può, perché è indagato sia sul caso Ilva (concussione) sia sulla
malasanità pugliese (un paio di abusi d’ufficio), e allora la scusa è che non è
stato condannato.
I fatti emersi dalle
stesse parole dei due protagonisti, con tutta la loro dirompente rilevanza
morale e politica, non contano: infatti l’unica preoccupazione è che siano
venuti fuori e che l’opinione pubblica ne sia stata informata. Come sempre,
indichi la luna e tutti guardano il dito. Anzi tentano di mozzartelo. Ieri, a
SkyNews24, il noto Nitto Palma e l’ignoto Danilo Leva – inopinatamente
responsabile giustizia del Pd – cinguettavano amorevolmente sullo scandalo
della stampa che pubblica intercettazioni, mentre i loro partiti in Parlamento
facevano scudo alla ministra dei Ligresto’s, che Letta Nipote si era caricato
sulle spalle come fosse la sua pròtesi.
Così ha deciso il
presidente della Repubblica, capo del governo e segretario del Pd: Giorgio
Napolitano. In effetti, se i giornali non uscissero, o non pubblicassero
notizie, o si limitassero alle pagine degli spettacoli, dei necrologi e della
gastronomia, nessuno saprebbe nulla della ministra Cancellieri-Fonsai. Ci vuole
una riforma. Potrebbe scriverla Brunetta, che alla Camera ha dato prova di
saperla lunga: a suo dire, il caso Cancellieri non esiste, se non per “la
macchina del fango messa in moto da Repubblica e dal Fatto Quotidiano, dotati
di intercettazioni e tabulati che non si capisce come siano finiti dalle
procure a loro”.
Se volesse capire come
sono finiti a noi, glielo spieghiamo volentieri: sono atti pubblici, in quanto depositati
agli avvocati e agli imputati dell’inchiesta ormai chiusa sulla spoliazione di
Fonsai, perforata con un buco di
quasi 1 miliardo dalla famiglia Ligresti che lui dovrebbe conoscere bene, visto che gentilmente l’ha ospitato
per anni nella reggia Fonsai di via Tre Madonne, quartiere Parioli, Roma.
Anche la senatrice
Finocchiaro potrebbe dare una mano: l’altro giorno la cosiddetta presidente
della commissione Affari Costituzionali si è molto doluta con il presidente ridens del Senato, Piero
Grasso, perché i giornali hanno pubblicato le sue telefonate con la compagna
Maria Rita Lorenzetti, già governatrice dell’Umbria e poi presidente di
Italferr (gruppo Fs), purtroppo arrestata per corruzione.
Bisogna assolutamente
fare qualcosa: per esempio abolire la
cronaca giudiziaria, così la gente non
saprebbe nemmeno che il marito della Finocchiaro, Melchiorre Fidelbo, è sotto processo per abuso d’ufficio e truffa
su un appalto senza gara da 1,7 milioni di euro. Quindi facciamo così: una bella legge-silenziatore firmata da Brunetta, Cancellieri,
Finocchiaro, e magari pure da
Vendola. Il quale, davanti al consiglio regionale pugliese, anziché
dimettersi per l’indegna telefonata con Archinà, ha accusato il Fatto di averla
manipolata. Forse gli sarebbe piaciuto: manipolandola, gli avremmo fatto un
favore. La tragedia (sua) è che l’abbiamo pubblicata integrale.
Ps. Ieri i 5Stelle hanno fatto un figurone
con la mozione di sfiducia alla Cancellieri e le proteste in aula per
l’inaudito salvataggio. Infatti, come
sempre in questi casi, hanno deciso di sputtanarsi con un inverecondo commento sul blog di Grillo che
accusa la nostra Paola Zanca di avere “mentito sapendo di mentire” sulla
notizia (vera, e per nulla scandalosa) della richiesta di un contributo ai
parlamentari per autofinanziare il prossimo V-Day. Complimenti vivissimi: ogni volta che si differenziano dai partiti,
fanno di tutto per scimmiottare i partiti.
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