mercoledì 13 novembre 2013

Telefonini: sicurezza e privacy a rischio con la pubblicità “d’assalto”

da: la Repubblica

Quando la pubblicità sui telefonini rischia di insidiare la nostra privacy
La percentuale di applicazioni “aggressive” capaci di carpire informazioni riservate sull’utente che gestiscono i banner pubblicitari, è in costante aumento.
Symantec: “ha superato il 23% nel primo semestre 2013
di Maria Luisa Romiti

Symantec ha appena pubblicato (ottobre 2013) il report “Mobile Adware and Malware Analysis” sui rischi per la sicurezza riscontrati nell’app store Android - Google Play nel primo semestre di quest'anno, riportando i trend del malware e madware (adware mobile super aggressivo) in riferimento alle librerie usate dalle applicazioni per gestire la pubblicità: in pratica software di terze parti inclusi nelle app al fine di visualizzare annunci e guadagnare soldi. Queste sono in grado di raccogliere informazioni sugli utenti da usare per la pubblicità mirata, ma alcune possono carpire informazioni personali o creare “problemi”, in quanto mostrano messaggi pubblicitari nella barra di notifica oppure creano icone pubblicitarie o modificano i segnalibri-preferiti del browser.

Ci sono 17 diversi gruppi di “comportamenti” associabili alle cosiddette ad libraries: oltre due terzi delle librerie raccoglie informazioni sul dispositivo (per esempio il suo numero IMEI o produttore e modello del telefono), ma questo è abbastanza “scontato”. Un terzo fa in modo che appaia un messaggio pubblicitario nella barra delle notifiche. E questo può essere fastidioso. Proprio per definire il loro grado di fastidio o di invasività-pericolosità, Symantec ha creato tre livelli di gravità nei comportamenti: basso, quando non c’è “sottrazione” di dati, ma vengono mostrati gli annunci nella finestra dell’applicazione, medio nel caso vengano raccolte alcune informazioni non sensibili (per esempio, la localizzazione o dati relativi alla rete mobile) ed alta. Qui si entra nel vero e proprio madware con comportamenti aggressivi, quali sottrazione di dati (numero di telefono, informazioni sull’account, cronologia delle chiamate e dei contatti), visualizzazione di annunci nella barra delle applicazioni o annuncio vocale mentre si effettua una telefonata). A metà di quest’anno si conoscevano 65 librerie di questo tipo e il 55 per cento sono state classificate come aggressive, vale a dire madware. La percentuale di applicazioni che le utilizzano è in aumento dal 2010, crescendo di anno in anno: nel 2012 la percentuale era del 15%, ma nel primo semestre del 2013 ha raggiunto il 23,8 per cento. La presenza di madware sugli app store di terze parti è superiore rispetto a quella su Google Play. Symantec ha messo a confronto il livello di rischio tra lo store di Google e gli store di terze parti che ospitano più di mille applicazioni gratuite: su un totale di 175 di questi “negozi” solo il 19% rispetta lo standard Google Play, a garanzia che la fonte sia attendibile. Il rischio in questi store è uguale o inferiore a quello di Google Play. L’utilizzo del madware differisce in base alle categorie di app (25 in totale), anche se in quasi tutte si è verificato un aumento. Il maggiore incremento è stato riscontrato nella categoria Personalizzazione, dove si trovano sfondi live e widget, mentre quella Librerie e demo – secondo posto - ha registrato un elevato aumento nel 2012 e un lieve decremento nel 2013. A seguire alcune tipologie nella categoria Giochi. Il pericolo maggiore: sottrazione di dati (numero di telefono, informazioni sull’account, cronologia delle chiamate e dei contatti).

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