giovedì 21 novembre 2013

L’Amaca di Michele Serra

da: la Repubblica

La modesta caratura culturale di parecchi eletti delle Cinque Stelle può essere giudicata con indulgenza (sono attenuanti la giovane età e il reclutamento “dal basso”) fino a che non diventa oltraggiosa. È il caso della richiesta, inoltrata alla Commissione cultura della Camera, di cancellare l’attributo “socialista” per Giacomo Matteotti e Giuseppe Di Vagno, entrambi assassinati dai fascisti; rimpiazzando la parola “socialismo” con la ridicola perifrasi “cultura sociale, economica, ambientale”.
Immagino che l’incauto ideatore di questa scemenza censoria creda che “socialista” voglia dire “ladro”, come nelle battute di Grillo, e niente sappia della potenza liberatoria che quella parola e quel movimento hanno avuto per generazioni di povera gente. Per saperlo, del resto, bisogna avere letto un paio di libri e avere curiosità del passato, magari sollevando la testa dalla ininterrotta ciancia internautica che alla lunga inebetisce e inganna. Sarebbe molto bello che il M5S, in qualcuna delle sue misteriose forme di comunicazione verso il resto del mondo, chiedesse scusa per una così imbarazzante sortita. Distinguendosi così da un Razzi qualunque.

1 commento:

  1. La vicenda è un po’ diversa da come la racconta Serra.Innanzitutto perchè Giacomo Matteotti non c’entra nulla. Giuseppe Di Vagno fu il primo parlamentare italiano vittima del fascismo. E’ stato un politico socialista che aveva conquistato il seggio parlamentare nel nome dei ‘pezzenti e diseredati’ del Sud per i quali si batteva. Una sera del 1921 subì l’agguato di un gruppo di squadristi fascisti. Gli assassini, individuati e processati che non subirono alcuna condanna in seguito all’amnistia voluta da Mussolini.
    A Coversano (BA) ha sede una fondazione che porta il suo nome .La Fondazione Giuseppe Di Vagno riceve ogni anno 25 mila euro in contributi pubblici. E’ in discussione in commissione Cultura una Proposta di Legge, sostenuta da parlamentari di destra e di sinistra con la quale si propone un aumento di risorse per la fondazione di 100 mila euro una tantum e di 40 mila per il Premio biennale di ricerca.
    Tra gli obiettivi della fondazione Di Vagno c’è anche quella di organizzare iniziative culturali. Nel 2010 si ricorda un convegno dal titolo “Bettino Craxi – L’Italia che cambia”, tra gli ospiti Gianni De Michelis e Fabrizio Cicchitto (che è uno dei primi firmatari della proposta di legge).
    Il MoVimento 5 Stelle si è opposto alla proposta di legge ritenendola clientelare e ha presentato una settantina di emendamenti, alcuni meramente ostruzionistici, con l’evidente scopo di impedirne l’approvazione.
    Si può non essere d’accordo con la posizione del M5S,ma dare la notizia in questo modo non mi pare molto corretto.

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