da: Il Fatto Quotidiano
Che differenza c’è tra Alfano, Schifani,
Cicchitto, Formigoni, Quagliariello, Giovanardi, Lupi & C., insomma il
“Nuovo Centro-Destra” (Ncd) e Sergio De Gregorio? Una sola: quelli hanno
tradito gli elettori del Pdl (che votano Berlusconi, non certo loro) non per soldi
ma per poltrone, mentre questo tradì Di Pietro e il centrosinistra per soldi e
per poltrone. Che differenza c’è fra l’allegra brigata Ncd e
Razzi&Scilipoti? Nessuna. Niente. Nisba. Nada. Razzi&Scilipoti, eletti
nel 2008 con l’Idv (centrosinistra) per fare opposizione al governo Berlusconi,
passarono col Pdl nel novembre del 2010 per fare da stampelle alla maggioranza
divenuta minoranza dopo la defezione dei finiani.
Alfano, Schifani & C. sono stati eletti
nel Pdl per contrapporsi al Pd di Bersani. Poi, insieme a Berlusconi, hanno
tradito una prima volta il mandato elettorale andando al governo con il Pd (che
a sua volta ha tradito il mandato elettorale andando al governo con il Pdl). E
ora hanno tradito una seconda volta il mandato elettorale, staccandosi dal Pdl
dopo aver capito che le loro posizioni inciuciste erano minoritarie in
Consiglio nazionale. Naturalmente l’ultimo che può scandalizzarsene è proprio
Berlusconi: chi di tradimenti ferisce, di tradimenti perisce.
L’unico leader di questo ventennio che non
può essere accusato di aver cercato ribaltoni è Romano Prodi, che anzi ne subì
due, entrambe le volte in cui andò al governo: ed entrambe le volte rifiutò di
raccattare voti qua e là per tirare a campare, andando alla conta in Parlamento
a costo di farsi sfiduciare e di andare subito a casa, secondo una prassi mai
seguita da alcuno e sgradita al Quirinale (Napolitano ha così tanto rispetto
del Parlamento da patrocinare regolarmente crisi extraparlamentari e da aver
accettato le dimissioni di due governi, il Berlusconi-3 e il Monti, mai
sfiduciati dalle Camere).
Qui naturalmente non si tratta di stabilire
chi sia peggio fra B. e i suoi ex complici divenuti nemici: è una bella gara da
cui è meglio astenersi. Si tratta però di alzare lo sguardo dalle contingenze
quotidiane, per capire quali conseguenze avrà lo strappo nel Pdl sulla politica
italiana. A leggere la grande stampa, Alfano è una sorta di nuovo De Gasperi
che ci regalerà un centrodestra normale, moderato, liberale, europeo. Per non
parlare di Schifani, cui già quand’era presidente del Senato furono eretti
memorabili monumenti di saliva. Tutti hanno già dimenticato che questi due
signori hanno prestato il loro nome e la loro eventuale faccia a tre leggi, o
“lodi”, poi dichiarate incostituzionali dalla Consulta: il lodo Schifani per
impunità delle cinque alte cariche dello Stato (cioè di B.), il lodo Alfano per
l’impunità delle quattro alte cariche dello Stato (cioè di B.), il legittimo
impedimento Alfano per l’impunità del premier e dei suoi ministri (cioè di B.).
Ora questi due impuniti vengono a
raccontarci che B. deve scindere le sorti dei suoi processi da quelle del
governo. E trovano pure qualcuno che li prende sul serio, anziché risate e
pernacchie. Sul Corriere si legge che Alfano parla ogni giorno al telefono con
Napolitano. E tutti sanno che a incoraggiare questi conigli travestiti da
colombe a rompere con B. sono stati Letta e Napolitano: anche e soprattutto con
la garanzia che per un bel po’ non si andrà a votare. Altrimenti gli elettori
li asfalterebbero, visto che senza B. non prendono un voto nemmeno nelle
rispettive famiglie.
Quel che accadrà nei prossimi mesi è un
film già visto nell’anno di Monti: B. passerà all’opposizione di un governo
immobile (altro che stabile) che non fa nulla o, se fa qualcosa, è per imporre
nuove tasse e sacrifici. Uno spot permanente per B., che è già in campagna
elettorale contro il governo delle tasse e dell’euro. Così, quando finalmente
si voterà, B. risorgerà un’altra volta grazie a quelli che pensavano di averlo
ucciso. E la speranza di un centrodestra normale, anziché più vicina, sarà più
lontana. Ringraziamo anticipatamente i grandi strateghi per questo bel regalo.
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