Notizie,
pippe e ipocrisia
‘Spunta
il manuale delle baby squillo’, titola in prima – e a tutta pagina – il Tempo
di Roma.
di Alessandro
Gilioli
È il peggiore di tutti, ma ci danno dentro anche gli altri, seppure in posizioni più defilate.
Il barbatrucco
editoriale è vecchio, lo insegnava già Edilio Rusconi quando era direttore
di ‘Gente’: prendere una storia torbida
ed esasperarla in tutti i suoi più intimi dettagli, aggiungendovi però un tono
di sdegno moralista, un apparente distacco che salvi il decoro di facciata.
Il lettore – di ‘Gente’ ieri, del ‘Tempo’ oggi – intanto si gode lo
spettacolino morboso e si fa le sue
brave pippe.
Su questa cosa delle baby squillo ormai
sappiamo molto più del necessario e molto più della cronaca. Intercettazioni
comprese: e curiosamente non risulta
alcuna alzata di scudi in difesa della privacy
violata come quando si pubblicano le frasi dei politici, che pure qualche
interesse pubblico in più ce l’avrebbero se li si becca a dire in privato il
contrario di quel che dichiarano ai pastoni dei tg.
Per queste ragazze e le loro famiglie,
invece, ciccia. Tutto in piazza, compresa la marca del profumo e la durata
degli amplessi. E accanto, l’editoriale ipocrita e severo ‘Quei padri troppo
assenti’.
Certo, i padri saranno pure stati assenti. Noi giornalisti, invece, schifosamente presenti.
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