da: la
Repubblica
Cancellieri-Ligresti, un’altra telefonata. E ora spuntano
i colloqui del marito
La
conversazione tra il ministro e Antonino Ligresti è del 21 agosto, il giorno
prima dell'interrogatorio. Diversi contatti tra Sebastiano Peluso e la famiglia
di Salvatore
di Paolo Griseri
C’è un tabulato che
scotta nei cassetti di Torino. Un tabulato pieno di numeri di telefono, orari
di chiamata e durata dei contatti. È la radiografia impietosa di giornate
concitate. La radiografia, non la fotografia. L’immagine restituisce la
chiarezza di un volto, come le intercettazioni telefoniche con le loro
virgolette, le pause, gli stati d’animo dei protagonisti.
Il tabulato invece è
arido, essenziale, una lunga teoria di numeri. È l’hardware dell’agitarsi
preoccupato, non il software dell’imbarazzo. In quell’hardware scarno, spuntano
nuove verità. C’è una nuova telefonata
tra Annamaria Cancellieri e Antonino Ligresti. Una telefonata fatta poche ore prima dell’interrogatorio con i
pm torinesi che hanno sentito il ministro come teste. E poi, sempre
nell’hardware, ci sono numerose telefonate tra
Sebastiano Peluso, il marito di Annamaria Cancellieri, e i familiari di
Salvatore Ligresti. Telefonate frequenti, troppe per esprimere semplicemente solidarietà. Telefonate che
colpiscono e hanno lasciato di stucco più di un investigatore.
La prima chiamata
inattesa è quella del 21 agosto 2013, il numero da cui parte comincia con 366.
Un prefisso non molto diffuso, facile da riconoscere per chi ha avuto
dimestichezza con le 10 mila pagine di documenti dell’indagine sul falso in
bilancio dei Ligresti. Con 366 inizia il numero di cellulare del ministro pro
tempore della giustizia. E da quel 366 proprio quel 21 agosto parte una telefonata
verso un altro numero importante e non intercettato, quello di Ligresti
Antonino, il fratello del patriarca Salvatore finito agli arresti domiciliari.
La telefonata, annota la macchina che produce il tabulato, dura 7 minuti e
mezzo. E qui sta il punto: che cosa si dicono in sette minuti e mezzo un
ministro che non ha certo tempo da perdere e il fratello di un carcerato? Che
cosa si dicono se il ministro sa già che il giorno dopo, il 22 agosto,
arriveranno nel suo ufficio i pm di Torino per interrogarla proprio sui
rapporti con la già potente famiglia milanese?
«Quel che si sono
detti non lo sappiamo. Ma certamente si sono parlati», dice un investigatore
che quei numeri li ha visti. E spiega: «Rimane agli atti solo la versione del
ministro». La versione è quella nota. Annamaria Cancellieri rassicura Antonino
Ligresti sul fatto di aver segnalato il grave stato di prostrazione della
nipote, Giulia, ai vertici del sistema carcerario italiano. Ma questa versione
era già stata utilizzata per spiegare la prima telefonata tra Cancellieri e
Gabriella Fragni, il 17 luglio, il giorno della grande retata, quella che porta
in carcere il patriarca, Salvatore, e le due figlie, Giulia e Jonella. Il terzo
figlio, Paolo, latita a pochi chilometri dal confine svizzero. A quella
telefonata, quella del «non è giusto,
non è giusto», pronunciato dal ministro di giustizia, ne è seguita una seconda, un mese dopo, il 19
agosto, con Antonino Ligresti, il fratello del patriarca. Sei minuti di
colloqui, è scritto nei tabulati, per dire, sostiene Cancellieri
nell’interrogatorio, che Antonino Ligresti è «preoccupato per la salute della
nipote Giulia Maria la quale, come peraltro riportato in articoli di stampa,
soffre di anoressia e rifiuta il cibo». È qui che Cancellieri riferisce di aver
di conseguenza «sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del Dap,
Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta
competenza per la tutela della salute dei carcerati».
E siamo così giunti al
19 agosto, data della telefonata di Antonino a Cancellieri e delle presumibili
telefonate di Cancellieri ai due vice capi dipartimento del Dap. Una
attivazione, spiegherà lo stesso Dap in un successivo comunicato, che non fu
decisiva perché già il sistema carcerario si era preoccupato dello stato di
salute di Giulia e stava provvedendo autonomamente a compiere i passi del caso.
Questo spiega anche perché la Procura di
Torino dirà in un comunicato ufficiale che l’attivarsi del ministro non ha avuto influenza alcuna sulle
decisioni che avrebbero portato, il 28 agosto, alla concessione degli arresti
domiciliari a Giulia Ligresti. La vicenda, dopo il 19 agosto, sembra dunque già
avviata sul binario giusto. Tanto che è la stessa Cancellieri a spiegare ai pm
di Torino nell’interrogatorio del 22 agosto che a Gabriella Fragni «ho
ritenuto, in concomitanza dell’arresto dell’ingegnere e delle figlie di farle
una telefonata di solidarietà sotto l’aspetto umano».
Qui il riferimento è
alla telefonata ormai nota del 17 luglio. «Dopo di allora — prosegue il verbale
dell’interrogatorio ministro — non l’ho più sentita né ho sentito altri in
relazione al caso Ligresti ad eccezione della telefonata con Antonino Ligresti
di cui ho già riferito». Fino a questo punto, nel verbale la «telefonata con
Antonino Ligresti di cui ho già riferito», è quella del 19 agosto, quella che
dura 6 minuti e che serve ad Antonino per attivare il ministro sulla vicenda di
Giulia. Il testo a questo punto potrebbe concludersi. Ma va a capo per
aggiungere una riga e mezza: «Ieri sera — dice Cancellieri — Antonino Ligresti
mi ha inviato un sms chiedendomi se avessi novità e gli ho risposto che avevo
effettuato la segnalazione nei termini che ho sopra spiegato, nulla di più».
Come ha risposto il ministro? Leggendo il testo sembrerebbe con un sms. Invece
il tabulato racconta una storia diversa:
dal numero di cellulare che inizia con 366 è partita una telefonata, quella
che dura sette minuti e mezzo e che smentisce quanto lo stesso ministro ha
dichiarato tre righe più sopra: «non
l’ho più sentita né ho sentito altri in relazione al caso Ligresti».
Le telefonate dunque sono tre: quella del 17
luglio con Gabriella Fragni, quella del 19 agosto con Antonino Ligresti
e quella del 21 agosto ancora con
Antonino Ligresti. Delle prime due c’è traccia negli atti depositati. La
terza è contenuta in un altro tabulato, quello delle telefonate effettuate
sull’utenza di Antonino Ligresti dopo il 19 agosto. E’ il tabulato che scotta,
confermato a Repubblica da più fonti. Scotta perché annota i diversi contatti
tra Antonino Ligresti, l’amico di famiglia del ministro, e le persone vicine al
ministro stesso: non solo lei ma anche il marito, Sebastiano Peluso. Diverse
chiamate, dicono le fonti, dal contenuto sconosciuto. Chiamate che confermano
la preoccupazione della famiglia Cancellieri per quel che stava capitando agli
amici. Il tabulato non è ancora stato dato alle parti e probabilmente, anche
dopo il suo deposito, non cambierà la posizione che ha sempre avuto la Procura
di Torino: «Agli atti non c’è nulla di
penalmente rilevante».
E certamente è così.
Ognuno fa il suo mestiere. E non sempre
ciò che non è penalmente rilevante è politicamente sostenibile. Perché i
contatti finora noti erano due. Ora sappiamo che invece sono tre e che a questi
vanno aggiunti quelli tra Antonino e Sebastiano Peluso, il marito del ministro.
In tutto parecchie telefonate che è molto difficile spiegare solo con la
vocazione umanitaria dei Cancellieri. Un quadro non limpidissimo, anzi,
imbarazzante. Al quale si potrebbero aggiungere gli eventuali contatti presenti
nel brogliaccio delle telefonate di Gabriella Fragni. Delle chiamate della
compagna di Salvatore Ligresti conosciamo solo le telefonate sbobinate perché
ritenute rilevanti dagli inquirenti. Ma ora potrebbero diventare interessanti
altre chiamate, oggi solo riassunte nel brogliaccio Fragni. Quel brogliaccio,
come il tabulato che scotta, non è ancora disponibile. E forse, più della
vicenda giudiziaria, potrebbe riaprire il caso politico. Perché è politicamente
rilevante sapere quante telefonate sono intercorse tra i coniugi Cancellieri e
la famiglia Ligresti in quei giorni di agosto. E quali altri contatti ci sono
stati tra il ministro e un gruppo di presunti faccendieri accusati di reati
gravissimi. Una questione di giustizia.
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