da: La Stampa
Affascinata
dal mistero della Merini
“La
pazza della porta accanto”
Il
documentario di Antonietta De Lillo
I poeti, aveva detto Alda Merini, «sono
inconoscibili». Eppure, nella Pazza della porta accanto, in programma oggi al
Tff, Antonietta De Lillo riesce a disegnare un ritratto accurato e profondo
della poetessa scomparsa: «Tutto nasce - spiega la regista - da una
conversazione lunga due giorni, avvenuta nella sua casa di Milano, nel giugno
del 1995.
Fu un colloquio intenso e rispettoso in
cui, passando da toni struggenti ad altri che facevano sorridere, la Merini
offriva il profilo di se stessa, della sua vita e soprattutto della sua grande
potenza letteraria». Dall’infanzia al rapporto con la femminilità, dagli amori
alla maternità, dai figli alla follia, fino alla riflessione sulla poesia e
sull’arte: «Dai tempi di quel primo incontro avevo coltivato il
sogno di
realizzare il documentario, certe volte succede che i sogni diventino realtà.
Sono convinta che la memoria delle nostre immagini non debba essere volatile,
ma vada riconfermata e rivisitata». La difficoltà era trovare una prospettiva
nuova perchè «della Merini si è detto tutto», provando ad andare oltre le
rappresentazioni più scontate: «Io sono una donna molto facile - diceva di se
stessa l’autrice -, molto normale, hanno fatto una costruzione enorme ma in
fondo sono una persona di tutti i giorni, sono proprio la pazza della porta
accanto».
Il film, spiega De Lillo, è stato prodotto
con la «Marechiaro Film», «da me fondata con l’intento di realizzare il
confronto e lo scambio tra generazioni diverse, tra cinema e rete, e di andare
contro la società dell”usa e getta”, recuperando materiali importanti per la
nostra memoria». Con la stessa società, intanto, De Lillo sta preparando il
prossimo film intitolato Morta di soap: «Proprio prima di venire qui a Torino,
ho finito la sceneggiatura, partendo da un’idea del 2009. Adesso sono convinta,
è arrivato il momento di farlo».
Nessun commento:
Posta un commento