mercoledì 20 novembre 2013

Le lobby del Vaticano che frenano la rivoluzione di Papa Francesco

da: Affari e Finanza

Oltre il giardino
di Alberto Statera

Neocatecumenali, Legionari di Cristo, Focolari, Comunione e Liberazione, Opus Dei, Rinnovamento nello Spirito Santo e Comunità di Sant'Egidio. Sono sette le grandi 'sette' che assediano Papa Francesco nella sua operazione 'perestrojka', dopo gli scandali che hanno investito la Chiesa e condotto alle dimissioni il suo predecessore Benedetto XVI. Lo Ior, la finanza illegale, le cricche degli appalti, la pedofilia, la lobby gay in Vaticano. Non c'è ormai giorno che il Papa ex gesuita non lanci un anatema di condanna della corruzione dentro e fuori dalla Chiesa, la cui missione non può essere la lotta per il potere tra cardinali, alti prelati e movimenti laicali. I quali, valorizzati oltremisura da Giovanni Paolo II, hanno partecipato attivamente negli ultimi anni alla guerra per bande in Vaticano, in un intreccio tra religione, politica e affari. Una topografia delle sette 'sette', che spesso in nome della religione hanno perseguito interessi e potere, è stata disegnata da Carlotta Zavattiero, che manda in libreria (Chiarelettere) 'Le Lobby del Vaticano-I gruppi integralisti che frenano la rivoluzione di Papa Francesco'. L'autrice al termine 'setta' preferisce il termine lobby,
precisando tuttavia che i tratti che distinguono un gruppo settario sono, tra l'altro,il culto del leader-fondatore, la chiusura nei confronti dell'esterno, l'uso di un gergo comune. Tratti che appartengono a quasi tutti i movimenti laicali e ai loro leader carismatici: da Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, a Kiko Arguello e Carmen Hernandez, fondatori del Cammino neocatecumenale, da Salvatore Martinez presidente del Rinnovamento nello Spirito santo ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Tutti laici. Religiosi erano invece i fondatori di Opus Dei, Comunione e Liberazione e Legionari di Cristo: Josemaria Escrivà de Balaguer, Luigi Giussani e Marcial Maciel Degollado. Quest'ultimo fu condannato prima della morte dalla Congregazione per la dottrina della fede per gli atti di pedofilia compiuti sui seminaristi della sua organizzazione, mentre Escrivà de Balaguer è stato canonizzato. Ma l'Opus Dei è il movimento laicale che attraverso i suoi adepti e soprannumerari è più presente in quella finanza corrotta che Papa Francesco condanna come nemica della Chiesa dei poveri. Ben note sono poi le gesta di Comunione e Liberazione (e del suo braccio economico Compagnia delle Opere) coinvolta negli ultimi dieci anni in un impressionante numero di inchieste giudiziarie per malversazioni che sono diventate sistema, non solo in Lombardia sotto il regno di Roberto Formigoni, ma in ogni parte d'Italia. Ciò non è bastato a evitare la presenza ciellina in ruoli chiave nel governo di Enrico Letta. Ministri ciellini come Maurizio Lupi e Mario Mauro sovrintendono rispettivamente ad appetitosi appalti pubblici cui è interessata la Compagnia delle Opere e a commesse militari miliardarie per la Finmeccanica, dove Cl si era già ampiamente insinuata. Si annuncia dunque assai dura la vita di Papa Francesco nella sua opera moralizzatrice, circondato da movimenti ecclesiali lobbistici, il cui scopo non è quello di riempire le chiese, ma di occupare gli spazi di potere. 

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