mercoledì 20 novembre 2013

L’Amaca di Michele Serra

da: la Repubblica

Come sono noiosi i commenti alle catastrofi italiane, identici da anni, da decenni: l’incuria del territorio, il dissesto idrogeologico, la cementificazione demente… Si potrebbero scrivere con il “copia e incolla”, magari aggiungendo qualche nota peggiorativa sul riscaldamento causato dai gas serra, altra piaga arcinota e arcimaledetta, e vanamente medicata da quei congressi-placebo nei quali le potenze industriali giurano solennemente che in un paio di secoli ridurranno del niente per cento le emissioni nocive. La verità è che, seppelliti i morti, è comodo e conveniente lasciare che le cose continuino come prima. Ai vivi serve dimenticare in fretta e ritornare ai propri piccoli interessi quotidiani, ai soldi da guadagnare, alle delibere da firmare per fare contento chi ti ha votato. Un paio di anni fa il sindaco di un piccolo paese lombardo decise che il territorio del suo comune non poteva più permettersi un solo metro quadrato di cemento. Finì su tutti i giornali, come se avesse preso una decisione straordinaria, rivoluzionaria. Era, semplicemente, una decisione saggia e lungimirante. Lo si capirà, purtroppo, solo quando le catastrofi assumeranno dimensioni genocide. Pensarlo è triste. Ma è realistico. 

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