da: Lettera 43
Chiesa,
il malaffare nelle congregazioni
di Daniele
Gensini
Il malaffare e la corruzione preoccupano
papa Francesco. Non a caso il pontefice l'8 novembre ha attaccato la «dea
tangente», pregando «perché il Signore cambi il cuore di questi devoti».
Spine, quelle di Bergoglio (come quelle di
Ratzinger, autore dello storico memento durante la Via Crucis del 2005 contro
la «sporcizia nella chiesa») che riguardano anche uomini e donne di chiesa.
L'ultimo caso è l'arresto di padre Renato
Salvatore, Superiore generale dei Camilliani accusato dai magistrati di aver
sequestrato per una giornata due confratelli che non volevano rieleggerlo al
vertice dell'Ordine ispirato a San Camillo De Lellis.
LO SCANDALO DELLE BRIGIDINE. Ma come non
ricordare, per assonanza, l'affaire che nel 2002 sconvolse le brigidine
dell'abbazia di Farfa, in provincia di
Rieti, con la storica badessa, Madre
Tecla Famiglietti, denunciata da sei suore indiane per maltrattamenti e
sottrazione dei passaporti (senza poi essere sottoposta ad indagine)?
Padre Gianluca Depretto, ex rettore dell'
Istituto Calasanzio di Genova gestito dagli Scolopi, già cappellano della Costa
Concordia, è invece sotto la lente della giustizia del capoluogo ligure per
appropriazione indebita, con almeno 300 mila euro di ammanchi nelle casse della
scuola e quadri di valore spariti dalle pareti.
L'AMMANCO ALL'IDI. Altra vicenda recente è
quella della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, finita sulle
prime pagine dei giornali per la gestione spericolata dell'Istituto
Dermatologico italiano (Idi), con padre Franco Decaminada, consigliere delegato
fino al 2011, ammanettato con imputazioni pesanti specificate da questa nota
della Guardia di Finanza: «Sono state ricostruite operazioni di prelevamento di
denaro contante dalle casse dell’Idi presso il cui ufficio economato
confluivano quotidianamente gli incassi giornalieri dell’intero comparto
Idi-Sanità». A titolo «di asseriti e non documentati rimborsi spese» o, più
frequentemente, addirittura senza alcuna formale giustificazione, padre
Decaminada risulta essersi appropriato di oltre 2,1 milioni di euro».
IL CASO DI DON BANCOMAT. Nel 2010, provocò
grande eco lo scandalo della cosiddetta cricca di imprenditori e funzionari
statali, legati alla Protezione civile, a cui concesse benedizioni, non solo
spirituali, don Evaldo Biasini, alias don Bancomat, economo ultra 80enne della
Congregazione missionari del Preziosissimo Sangue, punto di riferimento per l'
imprenditore Diego Anemone, e buon amico di Angelo Balducci, già potente
presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.
Di fronte ad affari ambigui, o peggio, che
hanno coinvolto preti, suore, faccendieri - non solo in Italia - la
convocazione lo scorso giugno in Vaticano degli economi delle Congregazioni che
hanno i propri conti allo Ior è stata quel che definisce un atto dovuto.
E le parole di papa Francesco - «Si
comincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga. Dunque l'abitudine alle tangenti diventa una
dipendenza» - , suonano come un avviso ai naviganti.
Nessun commento:
Posta un commento