lunedì 11 novembre 2013

Le spine di Francesco: malaffare e corruzione

da: Lettera 43

Chiesa, il malaffare nelle congregazioni
Dallo scandalo Idi a don Bancomat. Le spine di Francesco. Che attacca la «dea tangente».
di Daniele Gensini

Il malaffare e la corruzione preoccupano papa Francesco. Non a caso il pontefice l'8 novembre ha attaccato la «dea tangente», pregando «perché il Signore cambi il cuore di questi devoti».
Spine, quelle di Bergoglio (come quelle di Ratzinger, autore dello storico memento durante la Via Crucis del 2005 contro la «sporcizia nella chiesa») che riguardano anche uomini e donne di chiesa.
L'ultimo caso è l'arresto di padre Renato Salvatore, Superiore generale dei Camilliani accusato dai magistrati di aver sequestrato per una giornata due confratelli che non volevano rieleggerlo al vertice dell'Ordine ispirato a San Camillo De Lellis.

LO SCANDALO DELLE BRIGIDINE. Ma come non ricordare, per assonanza, l'affaire che nel 2002 sconvolse le brigidine dell'abbazia di Farfa, in provincia di
Rieti, con la storica badessa, Madre Tecla Famiglietti, denunciata da sei suore indiane per maltrattamenti e sottrazione dei passaporti (senza poi essere sottoposta ad indagine)? 
Padre Gianluca Depretto, ex rettore dell' Istituto Calasanzio di Genova gestito dagli Scolopi, già cappellano della Costa Concordia, è invece sotto la lente della giustizia del capoluogo ligure per appropriazione indebita, con almeno 300 mila euro di ammanchi nelle casse della scuola e quadri di valore spariti dalle pareti.

L'AMMANCO ALL'IDI. Altra vicenda recente è quella della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, finita sulle prime pagine dei giornali per la gestione spericolata dell'Istituto Dermatologico italiano (Idi), con padre Franco Decaminada, consigliere delegato fino al 2011, ammanettato con imputazioni pesanti specificate da questa nota della Guardia di Finanza: «Sono state ricostruite operazioni di prelevamento di denaro contante dalle casse dell’Idi presso il cui ufficio economato confluivano quotidianamente gli incassi giornalieri dell’intero comparto Idi-Sanità». A titolo «di asseriti e non documentati rimborsi spese» o, più frequentemente, addirittura senza alcuna formale giustificazione, padre Decaminada risulta essersi appropriato di oltre 2,1 milioni di euro».

IL CASO DI DON BANCOMAT. Nel 2010, provocò grande eco lo scandalo della cosiddetta cricca di imprenditori e funzionari statali, legati alla Protezione civile, a cui concesse benedizioni, non solo spirituali, don Evaldo Biasini, alias don Bancomat, economo ultra 80enne della Congregazione missionari del Preziosissimo Sangue, punto di riferimento per l' imprenditore Diego Anemone, e buon amico di Angelo Balducci, già potente presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.
Di fronte ad affari ambigui, o peggio, che hanno coinvolto preti, suore, faccendieri - non solo in Italia - la convocazione lo scorso giugno in Vaticano degli economi delle Congregazioni che hanno i propri conti allo Ior è stata quel che definisce un atto dovuto.

E le parole di papa Francesco - «Si comincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga.  Dunque l'abitudine alle tangenti diventa una dipendenza» - , suonano come un avviso ai naviganti.

Nessun commento:

Posta un commento