giovedì 7 novembre 2013

L’Amaca di Michele Serra

da: la Repubblica

Fa una certa impressione vedere la comunità politica e mediatica del nostro Paese, quasi al completo, che si affanna a spiegare la differenza tra i figli di Berlusconi e gli ebrei sotto il nazismo. È solo una sonora scemenza, una delle tante che questo uomo incauto, e di cultura precaria, si è lasciato sfuggire di bocca nel corso degli anni. E ben più di quel paragone, ridicolo prima che offensivo, dispiace vedere i rappresentanti della comunità ebraica, portatrice di una tragedia storica quasi indicibile, costretti a replicare a cotanta scemenza; o persone come Fiamma Nirenstein, che dopotutto è deputata, spiegare che Berlusconi non può essere antisemita visto che sua mamma Rosa aiutò una ragazza ebrea durante la guerra (che equivale a: Tizio non è razzista perché suo zio era il traduttore della Capanna dello zio Tom).

Perfino l’antisemitismo, che pure è tra le ideologie più rozze in circolazione, richiede un minimo di elaborazione mentale e verbale. Quel minimo non era contenuto nella frase di Berlusconi. Quando sarà un imbarazzato silenzio, meglio ancora una naturale indifferenza, ad accogliere le parole di quel signore, allora sì che il berlusconismo sarà davvero finito. 

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