da: Il Sole 24 Ore
Non
è un X Factor per gli Over: Alan perde il ballottaggio con Aba e va fuori
di Francesco
Prisco
Quando i giudici strafanno, i concorrenti
finiscono per rimetterci le penne. Implacabile la legge di X Factor che ha
trovato piena applicazione anche ieri sera, nella terza puntata live del talent
show di Sky Uno conclusasi con l'eliminazione di Alan, superato al ballottaggio
da Aba.
Entrambi membri della categoria Over,
entrambi molto dotati vocalmente, entrambi sopraffatti dalle scelte musicali
del giudice di riferimento Elio. In un caso inappropriata, nell'altra impervia
per chiunque. Il frontman delle Storie Tese, come si era già visto nelle
precedenti edizioni, ha un po' il vizio di non mettere a proprio agio i
concorrenti con le assegnazioni. Lo fa per temprarli – dice lui -, tuttavia non
riesce sempre nell'intento. Nella puntata monografica dedicata agli anni
Novanta dev'essersi evidentemente lasciato prendere la mano.
Ad Alan, cantante confidenziale che tiene
famiglia e impiega sempre un po' di tempo per mettere a fuoco un brano che non
segua le coordinate del suo r'n'b, ha assegnato «Black Hole Sun», struggente
grunge ballad dei Soundgarden. Non c'è da stupirsi se il ragazzo riesce
insipido e si ritrova al ballottaggio. Il braccio di ferro è con Aba, bella,
brava e antipaticuccia ex concorrente di «The Apprentice», scivolata su un osso
duro da rodere come «Why» di Annie Lennox. Nell'interpretazione è apparsa
intonata come al solito, esaltandosi sui toni alti ma perdendo intensità più in
basso. Al netto del suo mentore Elio, i giudici l'hanno massacrata (Morgan:
«Sei finta»; Simona Ventura: «Non ho sentito emozione»; Mika: «Era sbagliata la
scenografia»). Nel duello finale sparano entrambi le cartucce migliori: Alan va
su «This Time» di John Legend, Aba su «I put a spell on you» nell'arrangiamento
di Joss Stone. Tre giudici favorevoli a lei (Elio, la Ventura e Morgan), il
solo Mika dalla parte di lui che deve fare la valigie. Osare non sempre paga.
Violetta
torna (convincente) all'ukulele
Osare funziona se il rischio è calcolato
fino al minimo dettaglio. Vedi l'operazione condotta da Mika con Violetta la
«casta diva»: le riconsegna in mano l'ukulele, le affida un gran bel pezzo come
«Friday I'm in love» dei Cure, glielo fa arrangiare in chiave vagamente reggae.
Per una brava e furbetta come la Zironi, è come ritrovarsi un tappeto rosso
srotolato sulla strada che porta alla finale. Ne esce fuori così la migliore
interpretazione della serata, senza se e senza ma. A Mika riesce pure il
miracolo di sdrammatizzare Roberta con «All that she wants» di Ace of Base. Non
tutti i giudici concordano con la scelta, ma noi condividiamo la definizione
del cantautore anglo-libanese: puro camp! Under Donne sempre in pole position.
Gaia torna quella di sempre con «I'll stand by you» dei Pretenders, brano nel
quale si sentiva di certo meno sicura rispetto a «Bitch». A volte percepire il
terreno che ci frana sotto i piedi ci aiuta a tirare fuori il meglio di noi
stessi. Valentina su «Ghetto Superstar» viene messa a dura prova da una
coreografia parecchio impegnativa. Le chiedono tanto, forse troppo e non è che
uno sul palco debba per forza fare il Michael Jackson della situazione.
Il
protagonismo del Morgan-Bowie
A proposito di strafare, un Morgan truccato
e abbigliato come il David Bowie di «Aladdin Sane» (cui auguriamo cent'anni di
salute, dopo quello che è successo quando il signor Castoldi si travestì da Lou
Reed) crea qualche imbarazzo agli Under Uomini, apparsi meno convincenti
rispetto puntata scorsa. Missione impossibile per Andrea che deve vedersela con
«Diggin' in the Dirt» di Peter Gabriel e fa quel che può. A Michele il Castoldi
offre la sua «Cieli Neri», composta ai tempi dei Bluvertigo. Contento il
giudice (per lo spot al suo songbook e i diritti d'autore che entrano),
contento il ragazzo, apparso in ogni caso meno credibile che nella bella prova
di «See Emily play».
Street
Clerks versione boy band
Non brillano i Gruppi. Gli Ape Escape
mescolano «Smells like teen spirits» dei Nirvana con «Killing in the name» dei
Rage Against the Machine mentre una suicide girl col teschio in volto si
produce in una performance di lap dance. Non sono precisissimi, ma l'energia è
la solita. Peggiore prova in assoluto per gli Street Clerks, costretti dalla
Ventura a rielaborare «Baby, one more time» di Britney Spears. Si presentano
come fossero la più sbarbata delle boy band e la arrangiano come fosse una
romanticheria di quart'ordine. Epigrafico Mika: «Una scelta di m…». Tra gli
Over resta in piedi Fabio che, acconciato con baffi alla Vittorio, ha ritrovato
sé stesso in «Everybody hurts» dei R.E.M., reinterpretata con un approccio
vagamente Elvis Costello. Per quanto riguarda l'apparato spettacolare dello
show, l'idoletto di «Love me again» John Newman apre la serata con la sua hit:
ha il merito di cantare dal vivo ma il demerito di perdere di vista
l'intonazione. Intonatissimi Mika e Chiara Galiazzo che, a metà puntata,
ripropongono il duetto su «Stardust» già visto nell'edizione scorsa. Tanto per
far capire che c'è un Greatest Hits in vendita. Giovedì prossimo, però, il peso
della competizione dovrebbe essere maggiore: saranno due i concorrenti a
uscire.
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