da: Lettera 43
Imu,
aumenti fino al 200%
Rincari fino al 207%, rispetto alla vecchia
Ici, per i contratti liberi (Milano) e al 2.330% per quelli concordati
(Venezia).
È questo, in estrema sintesi, lo scenario da brividi che attende i proprietari d'immobili locati in tutta Italia.
Stando ai calcoli dell'Ufficio studi della Confedilizia, facendo i conti dell'esborso complessivo della nuova imposta sugli immobili, l'Imu, rispetto alla vecchia imposta, sarà proprio l'applicazione della maggiore aliquota deliberata dai vari Comuni ad avere effetti molto pesanti.
È questo, in estrema sintesi, lo scenario da brividi che attende i proprietari d'immobili locati in tutta Italia.
Stando ai calcoli dell'Ufficio studi della Confedilizia, facendo i conti dell'esborso complessivo della nuova imposta sugli immobili, l'Imu, rispetto alla vecchia imposta, sarà proprio l'applicazione della maggiore aliquota deliberata dai vari Comuni ad avere effetti molto pesanti.
Come riportato domenica 4 novembre dal Corriere
della Sera, cominciando dai contratti calmierati (3+2) e prendendo come
campione un immobile di categoria A/2, cinque vani, in zona semiperiferica a
Roma, Napoli e Perugia, per esempio, dove per la seconda rata si applicherà
l'aliquota massima del 10,6 per mille, l'aggravio complessivo dell'Imu rispetto
all'Ici sarà rispettivamente del 269%, del 143% e del 142%.
A Roma
una rata da 900 euro. A
Roma, partendo da una rendita catastale di 787,60 euro, se la prima rata è
stata di 503 euro, la seconda sarà di 900, per un totale di 1.403 euro. Una
bella cifra se si tiene conto che per l'Ici un'abitazione pagava in totale 380
euro.
A Napoli,
partendo da una rendita catastale di 800,51 euro e da una prima rata di 511
euro, ci si ritrova a settembre con 915 euro, per un totale di 1.426. Nel
capoluogo campano l'Ici complessiva per un'abitazione di questo tipo valeva 588
euro.
Milano,
Trieste e Torino pagano meno
Ma ci sono anche città in cui la seconda
rata costerà di meno: è il caso di Milano,
Trieste e Torino, dove l'aliquota
scelta dal Comune è inferiore a quella base del 7,6 per mille: per le prime due
si colloca al 6,5 per mille, per l'ultima a 5,75.
A Milano
se per la prima rata per un immobile, sempre in affitto calmierato, con rendita
catastale di 877,98 euro si è pagato 560 euro, per la seconda bisognerà
sborsarne 399, per un totale di 959 euro rispetto ai 369 dell'Ici (+160%). A
Torino, su una rendita catastale di 787,60 euro, si passa da un acconto Imu di
503 a un saldo 258 euro per complessivi 761 rispetto agli 83 dell'Ici (+817%).
Tengono Bologna e Venezia. Invariata
l'aliquota base del 7,6 per mille, come Ancona, Aosta, Bologna, Firenze, Genova
e Venezia. In quest'ultima città si passerà da un esborso complessivo di soli
40 euro per l'Ici a un'Imu totale da 972 euro, con una maggiorazione record del
2.330%.
A Genova
rincari sui contratti liberi. Per
i contratti liberi (4+4) lo studio di Confedilizia ha individuato rincari Imu
rispetto all'Ici del 142% a Roma, Torino, Firenze, Genova, Venezia e Bari,
tutte città in cui l'aliquota applicata per la seconda rata sarà quella del
10,6 per mille. Ma il record dell'aumento spetta a Milano, dove l'aliquota
della seconda rata sarà del 9,6 per mille, così per una casa con rendita di
877,98 euro, da un pagamento Ici di 461 euro complessivi si passerà a un
esborso totale per l’Imu di 1.416 euro (+207%).
Subito dopo c'è Aosta con un aggravio del
204%. Segue Bologna dove, partendo da una rendita catastale di 1.020 euro, se
la prima rata è stata di 651 euro, la seconda sarà di 1.165, per un totale di
1.816 euro rispetto ai 610 per l’Ici (+198%).
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