E pensare che ci sono giornalisti o
presunti tali che sostengono esservi “attrito”, “divisione”, “sconfessione” tra
Berlusconi e Alfano. Quando quest’ultimo alza i toni, come ha fatto ieri nei
confronti di Bersani e Monti, è perché sta facendo il segretario particolare
del padrone Berlusconi.
I due sono in totale simbiosi. C’è solo una
differenza. Alfano è meno “emotivo”. Quell’alltro, sempre più malato, ad ogni
decimale di variazione nei sondaggi ha “sussulti emotivi” che scarica sul
segretario particolare.
da: Lettera 43
Voto,
il Cav ricatta Monti
Berlusconi:
election day o crisi di governo.
Quell'irrefrenabile tentazione di staccare
la spina ai tecnici l'ha stuzzicato di nuovo.
Così il Cav ha pensato alla soluzione
estrema: far cadere Mario Monti sulla questione delle elezioni per andare al
voto anticipato.
I falchi stavolta sarebbero compatti con
Silvio Berlusconi, e a nulla è valsa la mediazione di Gianni Letta: l'ex
premier avrebbe fatto recapitare un ultimatum al Quirinale.
POLITICHE E REGIONALI INSIEME. Il
Popolo della libertà è pronto a mettere in discussione la tenuta del governo se
non ci sarà l'election day, e cioè l'accorpamento tra politiche e regionali.
Si è parlato di questo a Palazzo Grazioli
tra il Cavaliere, lo stesso Letta, Denis Verdini e il segretario del partito
Angelino Alfano, che ha sottolineato l'«errore madornale del governo», senza
mezzi termini.
FINI-CASINI: «NO ALLA PARALISI». Si
cerca anche la sponda della Lega Nord, mentre Fini e Casini hanno
ricordato il rischio paralisi in caso di un'estenuante campagna elettorale
di quattro mesi.
L'obiettivo del Pdl sarebbe quello di posticipare l'election day magari a fine febbraio o la prima settimana di marzo.
EVITARE IL DOPPIO BAGNO DI SANGUE. Anche perché, in caso di separazione, il vero spauracchio per il centrodestra sarebbe l'eventualità del 'doppio bagno di sangue'.
L'obiettivo del Pdl sarebbe quello di posticipare l'election day magari a fine febbraio o la prima settimana di marzo.
EVITARE IL DOPPIO BAGNO DI SANGUE. Anche perché, in caso di separazione, il vero spauracchio per il centrodestra sarebbe l'eventualità del 'doppio bagno di sangue'.
Cioè che una debacle alle Regionali possa
fare da traino in negativo per le politiche. Un disastro su tutti i fronti:
locale e nazionale.
Urne a febbraio? Niente primarie,
Berlusconi in campo
Con il voto anticipato a febbraio
Berlusconi avrebbe anche il pretesto per sbarazzarsi di quella creatura che non
sente sua e ha provato ad affossare sin dall'inizio: le primarie.
Non ci sarebbe tempo, l'ideale motivo per
scendere in campo - di nuovo - in prima persona.
DUELLO CON BERSANI. Specie se dalla
sfida interna al centrosinistra dovesse spuntare come vincente il nome di Pier
Luigi Bersani, l'avversario migliore per appartenenza a una classe politica che
si dimostrerebbe non ancora superata.
Nel corso del vertice di Palazzo Grazioli
non è mancato lo spazio per una crescente sindrome di accerchiamento che ha
fatto pensare persino a ipotesi di complotto.
D'altronde era stato proprio Alfano ad
aprire il fuoco contro il governo bollando la scelta di votare a febbraio in
Lazio, Lombardia e Molise come «un inginocchiamento dell'esecutivo ai piedi di
Bersani».
GLI OUTSIDER MARRA E DI PIETRO. Primarie sì o primarie no, intanto in un giorno solo il Pdl ha dovuto registrare le prorompenti discese in campo di Alfonso Luigi Marra - famoso per la lotta al signoraggio bancario e la vicinanza alla soubrette pornoattrice per caso Sara Tommasi – e Andrea Di Pietro, l'esponente del Pdl di Vigevano che travolto dalla notorietà dopo l'insulto a base di vaselina contro Nichi Vendola non ha potuto esimersi dall'auto candidatura.
GLI OUTSIDER MARRA E DI PIETRO. Primarie sì o primarie no, intanto in un giorno solo il Pdl ha dovuto registrare le prorompenti discese in campo di Alfonso Luigi Marra - famoso per la lotta al signoraggio bancario e la vicinanza alla soubrette pornoattrice per caso Sara Tommasi – e Andrea Di Pietro, l'esponente del Pdl di Vigevano che travolto dalla notorietà dopo l'insulto a base di vaselina contro Nichi Vendola non ha potuto esimersi dall'auto candidatura.
Nuovi outsider pronti a essere spazzati via
da un colpo di mano del Cav: spegnere l'interruttore al Prof e riaccenderlo
quando sul palco del centrodestra sarà presente solo lui.
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