giovedì 15 novembre 2012

Elezioni regionali e politiche: il “variabile” Berlusconi vuol far saltare Monti


E pensare che ci sono giornalisti o presunti tali che sostengono esservi “attrito”, “divisione”, “sconfessione” tra Berlusconi e Alfano. Quando quest’ultimo alza i toni, come ha fatto ieri nei confronti di Bersani e Monti, è perché sta facendo il segretario particolare del padrone Berlusconi.
I due sono in totale simbiosi. C’è solo una differenza. Alfano è meno “emotivo”. Quell’alltro, sempre più malato, ad ogni decimale di variazione nei sondaggi ha “sussulti emotivi” che scarica sul segretario particolare.


da: Lettera 43

Voto, il Cav ricatta Monti
Berlusconi: election day o crisi di governo.

Quell'irrefrenabile tentazione di staccare la spina ai tecnici l'ha stuzzicato di nuovo.
Così il Cav ha pensato alla soluzione estrema: far cadere Mario Monti sulla questione delle elezioni per andare al voto anticipato.
I falchi stavolta sarebbero compatti con Silvio Berlusconi, e a nulla è valsa la mediazione di Gianni Letta: l'ex premier avrebbe fatto recapitare un ultimatum al Quirinale.
POLITICHE E REGIONALI INSIEME. Il Popolo della libertà è pronto a mettere in discussione la tenuta del governo se non ci sarà l'election day, e cioè l'accorpamento tra politiche e regionali.

Si è parlato di questo a Palazzo Grazioli tra il Cavaliere, lo stesso Letta, Denis Verdini e il segretario del partito Angelino Alfano, che ha sottolineato l'«errore madornale del governo», senza mezzi termini.
FINI-CASINI: «NO ALLA PARALISI». Si cerca anche la sponda della Lega Nord, mentre Fini e Casini hanno ricordato il rischio paralisi in caso di un'estenuante campagna elettorale di quattro mesi.
L'obiettivo del Pdl sarebbe quello di posticipare l'election day magari a fine febbraio o la prima settimana di marzo.
EVITARE IL DOPPIO BAGNO DI SANGUE. Anche perché, in caso di separazione, il vero spauracchio per il centrodestra sarebbe l'eventualità del 'doppio bagno di sangue'.
Cioè che una debacle alle Regionali possa fare da traino in negativo per le politiche. Un disastro su tutti i fronti: locale e nazionale.
Urne a febbraio? Niente primarie, Berlusconi in campo
Con il voto anticipato a febbraio Berlusconi avrebbe anche il pretesto per sbarazzarsi di quella creatura che non sente sua e ha provato ad affossare sin dall'inizio: le primarie.
Non ci sarebbe tempo, l'ideale motivo per scendere in campo - di nuovo - in prima persona.
DUELLO CON BERSANI. Specie se dalla sfida interna al centrosinistra dovesse spuntare come vincente il nome di Pier Luigi Bersani, l'avversario migliore per appartenenza a una classe politica che si dimostrerebbe non ancora superata.
Nel corso del vertice di Palazzo Grazioli non è mancato lo spazio per una crescente sindrome di accerchiamento che ha fatto pensare persino a ipotesi di complotto.
D'altronde era stato proprio Alfano ad aprire il fuoco contro il governo bollando la scelta di votare a febbraio in Lazio, Lombardia e Molise come «un inginocchiamento dell'esecutivo ai piedi di Bersani».
GLI OUTSIDER MARRA E DI PIETRO. Primarie sì o primarie no, intanto in un giorno solo il Pdl ha dovuto registrare le prorompenti discese in campo di Alfonso Luigi Marra - famoso per la lotta al signoraggio bancario e la vicinanza alla soubrette pornoattrice per caso Sara Tommasi – e Andrea Di Pietro, l'esponente del Pdl di Vigevano che travolto dalla notorietà dopo l'insulto a base di vaselina contro Nichi Vendola non ha potuto esimersi dall'auto candidatura.
Nuovi outsider pronti a essere spazzati via da un colpo di mano del Cav: spegnere l'interruttore al Prof e riaccenderlo quando sul palco del centrodestra sarà presente solo lui.

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