da: Lettera 43
Scuola,
il bancomat del Prof
Monti
impone sacrifici all'istruzione pubblica e paga per quella privata. E come il
Cav favorisce gli istituti religiosi.
di Marco
Mostallino
Impoverire la scuola pubblica per
versare soldi nella bocca sempre spalancata di quella privata, chiamata
«parificata» e in oltre il 90% dei casi gestita da ordini religiosi di
frati o suore.
Negli ultimi tre anni, con i bilanci della
allora ministra Maria Stella Gelmini e quelli di Francesco Profumo, le scuole
statali hanno perduto quasi 2,5 miliardi di euro di finanziamenti ogni 12 mesi,
a fronte di un bilancio complessivo (per scuola, università e formazione
professionale) che supera di poco i 40 miliardi l’anno, in continua riduzione.
Sull’altro fronte, le scuole religiose
hanno incassato già 278 milioni di euro nella manovra 2012 dell’esecutivo del
premier Mario Monti, la stessa manovra che alla formazione professionale post
scolastica degli adulti dedica la miseria di 2 milioni (sì, milioni) l’anno.
IL CAV BANCOMAT DELLE SCUOLE
RELIGIOSE. Con il governo di Silvio Berlusconi, il ministero
dell’Istruzione (Miur) era diventato una sorta di bancomat delle scuole
religiose: domanda della Conferenza episcopale italiana (Cei), e immediato
versamento da parte del ministero.
Così Gelmini nel 2010 aveva stanziato 540
milioni di euro per le scuole private, e 530 nel 2011.
Di pari passo, il bilancio del Miur era passato dai 43,37 miliardi di euro del 2010 ai 41,42 del 2011, con un taglio di 1,95 miliardi, dei quali appena 10 milioni erano tolti alle scuole private, mentre il risparmio dei circa 2 miliardi era stato scaricato quasi interamente su elementari, medie, superiori e scuole di formazione professionale pubbliche.
Di pari passo, il bilancio del Miur era passato dai 43,37 miliardi di euro del 2010 ai 41,42 del 2011, con un taglio di 1,95 miliardi, dei quali appena 10 milioni erano tolti alle scuole private, mentre il risparmio dei circa 2 miliardi era stato scaricato quasi interamente su elementari, medie, superiori e scuole di formazione professionale pubbliche.
In quei due anni, dunque, gli istituti
religiosi hanno incassato dallo Stato 1,07 miliardi di euro, pari a più di
metà dei tagli imposti all’istruzione pubblica.
Con la legge di stabilità 2013 spariti 157
mln all'istruzione pubblica
Nella manovra 2012, il governo Monti aveva
già versato alle scuole private 278 milioni di euro, trovati soprattutto grazie
ai sacrifici imposti agli istituti pubblici. E nella legge di stabilità 2013,
in discussione in parlamento, ci sono altri 223 milioni di euro per le scuole
gestite da frati e suore, mentre spariscono altri 157 milioni dai fondi per il
sistema pubblico.
Resta da capire, visto che la legge è
ancora in fase di modifica e riequilibro, se questi 223 milioni vanno a
sostituire oppure a integrare il contributo di 278 milioni l’anno per le scuole
private, previsto dalla manovra di programmazione 2012-14 varata nel 2011
dall’esecutivo Monti.
PESA LA RIDUZIONE DELLE
PROVINCE. Curioso che ad assestare i colpi più pesanti alla scuola
pubblica sia il governo dei professori. Colpi devastanti, al di là delle cifre
ufficiali di taglio al Miur, visto che gran parte dei costi di gestione degli
istituti superiori sono a carico dei bilanci delle Province e non del
ministero.
Proprio le Province sono oggetto di una legge che le riduce drasticamente, dopo che negli anni il Patto interno di stabilità le aveva già costrette a chiedere sacrifici enormi a insegnati e studenti, oltre che a caricare le famiglie di nuove spese per l’istruzione.
Proprio le Province sono oggetto di una legge che le riduce drasticamente, dopo che negli anni il Patto interno di stabilità le aveva già costrette a chiedere sacrifici enormi a insegnati e studenti, oltre che a caricare le famiglie di nuove spese per l’istruzione.
LA CHIESA FAVORITA DAL REGIME
IMU. Insieme con i tagli nascosti al settore pubblico, vi sono poi i
regali occulti alle scuole private le quali, essendo quasi tutte gestite
da istituzioni della Chiesa cattolica, risultano sottoposte a un regime di
Imu assai più favorevole rispetto alle normali imprese.
Tra tutti, i più soddisfatti da questi
regali del governo sono certo i Salesiani, proprietari di molte scuole
sparse per l’Italia e in questi giorni a rischio di pignoramento di parte
del patrimonio immobiliare: l’ordine ha perduto una causa civile su una grossa
eredità contesa, e ora rischia di dover pagare 130 milioni di
risarcimento.
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